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The Boys è sempre più politicamente scorretta

The Boys 2 sbarca su Amazon Prime Video con un inizio a dir poco esplosivo (qui trovate tutti i titoli della seconda stagione). Le aspettative erano altissime, anche perché la prima stagione si è chiusa lasciandoci con il fiato sospeso: Butch scopre non solo che la moglie Becca è viva, ma ha anche partorito e allevato nientemeno che il figlio segreto di Patriota, tenuto nascosto per volere della Vought. Si tratta di un plot twist a dir poco eccezionale, soprattutto perché tutte le convinzioni che finora hanno animato il capo dei The Boys, persuaso di essere vedovo a causa di Patriota, crollano come un castello di carte.

Ma questo non impedisce a Butch di essere sul piede di guerra.

The Boys 2

Anzi, l’ex agente dell’FBI è ancora più agguerrito e determinato di prima, soprattutto perché, dopo aver visto la moglie, perde conoscenza e si risveglia davanti a un anonimo fast food di periferia, e non solo: scopre di essere ricercato come assassino di Madalyn Stillwell.

Naturalmente queste non sono le prime informazioni che vengono date all’avido spettatore: come tutte le sceneggiature ben fatte, The Boys 2 si apre con un effetto suspense e le vicende narrate non hanno nulla a che vedere con la chiusura della prima stagione. Anzi, ci sembra quasi di fare un salto indietro nel tempo, perché la prima puntata comincia con il funerale di Translucent, la cui morte, come sappiamo, è stata una delle cause che ha scatenato la terribile guerra fredda fra i The Boys e la Vought.

Già in questa sequenza d’apertura si nota come la stagione sarà ancora più della prima all’insegna del grottesco

Transulcent, è vero, aveva il dono dell’invisibilità, ma è ben noto il suo aspetto. Eppure il suo corpo martoriato rimane (fortunatamente) invisibile, ma posto in una bara di cristallo: una scelta quantomeno insensata e bizzarra, così come è bizzarra l’idea di mostrare solo fotografie commemorative in cui l’unica cosa visibile del super è il suo costume, animato come una sorta di strana e inquietante marionetta. Fin da subito, poi, emerge ancora una volta tutta l’ipocrisia presente nella Vought: Patriota fa un discorso commemorativo stucchevole, mentre Starlight, complice dei The Boys, canta una canzone strappalacrime, rendendo anche una cerimonia solenne come un funerale uno show da gettare in pasto ai media.

Di certo la scena è incredibilmente efficace, soprattutto perché ricorda senza mezzi termini allo spettatore qual è lo spirito della serie: una cruda satira della società americana.

The Boys 2

Nell’antro dei The Boys, invece, la situazione è tesa

Senza Butch, momentaneamente sparito, i ragazzi si trovano senza una guida e sono costretti a rimanere nascosti e a vivere alla giornata perché sono ricercati ovunque. Nonostante ciò, Hugh non si rassegna e cerca un modo per sottrarre il composto V ai laboratori della Vought, in modo da procurarsi le prove per rivelare al mondo come i Super non siano così per volontà divina, ma perché sono frutto di esperimenti genetici. Ovviamente le sue manovre sono sostenute dalla complicità di Annie/Starlight, sempre più attiva nella lotta contro la Vought.

Gli equilibri fra i The Boys sono destinati a cambiare (e non in meglio) con il ritorno di Butch. La tensione fra lui e Hugh è sempre più alta e cresce di puntata in puntata, in un climax che tiene lo spettatore con il fiato sospeso, oltre che con un po’ di amaro in bocca: è evidente che Hugh sta crollando davanti a una situazione molto più grande di lui e, malgrado le resistenze, è evidente che anche Butch è preoccupato. Fra i due personaggi si è ormai creata una barriera di incomunicabilità difficilmente valicabile, soprattutto perché l’ex agente della CIA è talmente ossessionato dall’idea di ritrovare sua moglie che non guarda più in faccia niente e nessuno.

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Di certo la loro storyline è efficace e non delude, ma ancora più interessante è quella di Patriota: era già chiaro che Anthony Starr fosse un attore eccezionale, ma in queste tre puntate dà davvero il meglio di sé, delineando un villain superlativo, come da anni non si vedeva sul piccolo schermo. Risulta sempre più chiaro come la leva che spinge il Super, la motivazione profonda che determina le sue azioni e il suo essere, sia il bisogno disperato e ossessivo di una famiglia. Le scene in cui beve il latte, con un gusto e una tensione che sfociano nell’erotico, parlano da sole e spiegano con pochissime immagini come Patriota sia ossessivamente attaccato al concetto di madre e famiglia, al punto da trascurare i suoi doveri per rimanere forzatamente in casa con Becca e il figlio. Nelle scene che lo vedono come protagonista emerge sempre di più quanto Patriota sia letale, perché altro non è che un bambino troppo cresciuto, con notevoli carenze affettive e dotato di enormi poteri.

Con un villain del genere, forse, l’introduzione di un nuovo “super cattivo” potrebbe risultare eccessiva.

E in effetti il nuovo personaggio di Stormfront non convince del tutto. La nuova supereroina, infatti, sembra inizialmente il classico personaggio “politically correct” inserito nei Sette per dare più spazio alle donne. Inoltre si presenta fin da subito come una Super non convenzionale, che non intende sottomettersi al volere della Vought e non asservita ai media.

E invece, alla fine del terzo episodio di The Boys 2, ecco il plot twist.

Lanciata all’inseguimento del super terrorista, la donna fa irruzione in un condominio e, davanti allo spettatore attonito, non si fa scrupoli a uccidere a sangue freddo tutti coloro che incontra sul suo cammino: persone innocenti la cui unica colpa era trovarsi in casa nel momento in cui il terrorista è passato di lì, alla disperata ricerca di una via di fuga. Giunta sul tetto, Stormfront pone fine all’inseguimento massacrando il ragazzo davanti allo sguardo affranto della sorella Kimiko, incapace di aiutarlo. Con questa sequenza, la donna dimostra di essere non solo spietata e crudele, ma anche disposta a tutto pur di arrivare al potere. Non si fa problemi neppure a prevaricare Patriota, che voleva prendersi il merito della cattura del terrorista. Ciò che rende veramente letale questa nuova Super è che lei è l’unica che non ha paura del capo dei Sette. E non solo: a differenza di Patriota, lei non si preoccupa degli interessi della Vought o dei Sette, ma solo dei suoi.

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L’obiettivo di Stormfront è chiaramente quello di “fare le scarpe” a Patriota, entrando nelle grazie del popolo ostentando una facciata di buonismo e di politicamente corretto che nasconde una crudeltà senza pari. Di certo l’idea è ottima, ma nella costruzione del personaggio ci sono alcune falle.

Innanzitutto, il cambiamento della donna è troppo repentino.

La sua ambiguità non è stata rivelata per gradi, quindi la sua irruzione nel condominio e il massacro che ne consegue sono talmente improvvisi da impedire quasi allo spettatore di registrare la nuova informazione. Inoltre, Stormfront è un personaggio molto complesso, come Patriota, d’altronde. Ma purtroppo la performance di Aya Cash non convince del tutto e delinea un personaggio poco chiaro e difficile da apprezzare anche come villain.

Interessante è invece la linea narrativa che segue Abisso, ormai sull’orlo del baratro. Le sue vicende, come sempre, hanno risvolti grotteschi e densi di humor nero che conquistano e strappano un’amara risata allo spettatore, ormai avvezzo allo spirito della serie, cruda e a tratti demenziale. Il suo tracollo emotivo segue un sempre più evidente climax ascendente, che fa sperare in ulteriori, grandiosi colpi di scena.

Di certo The Boys 2 conferma e ribadisce con forza lo spirito che già ha reso la prima stagione unica: il rifiuto del politically correct, il cinismo, i contenuti crudi e violenti. The Boys vuole scuotere lo spettatore dal torpore, qualificandosi per un serie che va al di là del puro e semplice intrattenimento, ma vuole invitare alla riflessione con storie avvincenti raccontate senza mezze misure, velate da quella patina da cinecomic che non guasta mai.

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