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La classifica delle 10 Serie Tv più sottovalutate di sempre dal pubblico italiano

2) The Americans

The Americans

Una serie conclusa da poco (e con che finale!) e consacrata per sempre alla storia. Una spy story solo all’apparenza perché se è vero che i protagonisti sono due infiltrati russi del KGB, il racconto è tutto sulla soggettiva dei due, sulla loro devozione alla causa mista al rapporto che li lega: gli affetti e l’amore personale si alternano, accavallano e fondono con il valor patrio, con il freddo rispetto degli ordini.

La trama diventa così orpello, fondale per studiare la psicologia dei due personaggi che coinvolgono e, clamorosamente, immedesimano come pochi. L’affiatamento tra i due attori e l’eccezionale vena recitativa fa il resto. Se amate personaggi tridimensionali, dilemmi morali e complesse caratterizzazioni questa è la serie per eccellenza.

E la straordinaria accuratezza dal punto di vista storico e culturale è garantita dalle conoscenze del suo stesso creatore, Joe Weisberg, ex ufficiale della CIA. Aderenza confermata anche da Jack Barsky, un ex agente dormiente del KGB che ha rivelato che la sua situazione era del tutto simile a quella di Philip ed Elizabeth, i due protagonisti della serie. Anche Barsky aveva due agenti dell’FBI come vicini seppur non ebbe con loro mai contatti fino alla fine delle indagini.

A questa accuratezza si unisce anche la capacità di rendere perfettamente l’atmosfera che si respirava in quegli anni carichi di tensione: tra sospetti, timori e odi sopiti in atmosfere rarefatte e tenebrose. The Americans è stata trasmessa prima dalla Fox, su Sky, e poi da Rai 4 ma pur ottenendo un ristretto e convinto fandom non ha mai realmente sfondato in Italia. Adesso è disponibile su Disney +.

1) Oz

Serie Tv sottovalutate

Nel gotha delle migliori di sempre ma anche al primo posto tra le serie tv sottovalutate figura Oz, una produzione che nulla ha da invidiare ad altre assai più note e che, però, spesso non è conosciuta neppure nel nome. Oz rappresenta un vero e proprio squarcio sul mondo della prigione, una realtà mai analizzata fino a quel momento (1997-2003) da una prospettiva soggettiva così ravvicinata.

Non c’è solo la critica al sistema carcerario ma anche è soprattutto l’attenzione per i prigionieri, vittime e carnefici, condannati in un purgatorio in cui violenza, bene e male si confondono senza scampo. Un dramma corale che coinvolge un numero incredibile di attori, tutti straordinariamente credibili.

Le dinamiche di gruppo, la condizione quasi animalesca in cui regrediscono tutti i personaggi sono resi con una crudezza tremendamente reale in continue lotte di potere e supremazia, tra sottoposti, protetti e protettori. E di fronte al bisogno e al desiderio di sopravvivenza ogni morale crolla nell’inferno bestiale che avvinghia i prigionieri. Oz ha rappresentato l’apripista di un nuovo modo di fare e di intendere le serie: originale, innovativo, attento alla realtà sociale e all’intimità del soggetto. Non è un azzardo credere che meravigliosi capolavori come I Soprano, non fosse stato per Oz, probabilmente non avrebbero mai visto la luce.

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