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Perché ci spaventano le scene osé nelle Serie Tv?

La sessualità in televisione non è più un tabù, eppure dalla maggior parte del pubblico – e non solo – viene ancora vissuta come tale. Perché? Non vi capita mai di guardare una serie tv in cui le scene di nudo sono piuttosto spinte e di distogliere istintivamente lo sguardo? O magari imbarazzarsi?

Disinibizione, questa sconosciuta

Forse oggi la serialità, nonostante i grandi passi in avanti, non sa ancora come gestire bene le scene di nudo. Soprattutto la nudità maschile, che solo in rarissimi casi appare nella sua interezza. Solitamente si preferisce ricorrere a protesi o controfigure (si pensi per esempio al “pene” bastonato di Alexander Skarsgård in Big Little Lies). Questo perché vedere un pene in tv è ancora fonte di scandalo. Come scoprire improvvisamente che esiste davvero! La paura del pene, nonostante il materiale infinito che si può reperire online, continua a essere un limite che le serie tv non sono sempre disposte a infrangere. Tranne show come Westworld, (pace all’anima sua) che sin dall’inizio si è proposta di rappresentare equamente uomini e donne. Anche nella nudità.

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Westworld (646×431)

#METOO

In questa nuova era post #MeToo, alcuni cambiamenti riguardo la sessualizzazione, o meglio la percezione di essa, sono avvenuti. E bisogna riconoscerlo. Molti nuovi personaggi femminili nelle serie tv sono soggetti attivi. Girls fece scuola, quando Lena Dunham stravolse l’immagine di Carrie e co. Un nuovo tipo di donna stava facendo il suo ingresso nella serialità. Una donna che spesso e volentieri fa sesso solo perché vuole farlo, senza tanti giri di parole. Quella stessa sessualità femminile, trattata quasi sempre ai margini, in Girls diventata protagonista assoluta, simbolo stesso dell’emancipazione di Hannah, Marnie, Shoshanna e Jessa.

Ma (c’è sempre un ma) bisogna stare attenti a non esagerare. Perché dal mostrare troppo a non mostrare nulla il passo è breve, in un nuovo clima sociale e culturale.

Il sesso è uguale per tutti?

Il punto è che il nudo non dovrebbe essere sessualizzato. È giusto che la rappresentazione televisiva della nudità sia equa e allo stesso tempo sia anche naturale. Perché abbiamo paura del nudo in tv? Probabilmente per due semplici motivi. Il primo è quanto la sessualità venga trattata nelle serie tv. La nudità a volte, purtroppo, risulta essere un riempi schermo, quando non si cosa scrivere o quando, peggio ancora, si vuole attirare l’attenzione del pubblico. E questo discorso non riguarda più solo le reti via cavo ma anche i canali classici, se pensiamo alle scene osé di Riverdale o How to Get Away with Murder.

Il secondo motivo è come la sessualità viene rappresentata nelle serie tv. Perché al di là della quantità, che spesso rasenta il ridicolo, è anche la modalità che porta lo spettatore a trattare il sesso e il nudo in tv come qualcosa di oscuro e lontano da sé. Quello mostrato in molte serie tv non ha alcun legame con la realtà, con una nudità che rappresenta poco o niente la maggior parte dei corpi maschili e femminili.

Di fronte a questo tipo di nudo, soprattutto, lo spettatore non si riconosce e quindi lo allontana. Di fronte a una sessualità che gli è estranea, la considera proibita e quindi diventa tabù.

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Serie Tv (600×337)

SIAMO NATI NUDI 

Eppure la nudità è la cosa più naturale del mondo. Fa parte del nostro quotidiano e a volte dimentichiamo che non riguarda solo la sfera sessuale. Siamo nudi quando facciamo la doccia, quando ci spogliamo, persino quando ci guardiamo allo specchio alla disperata ricerca di difetti. Ma soprattutto siamo nudi quando veniamo al mondo. Il corpo, femminile e maschile, è un tempio, un’opera d’arte di perfetta imperfezione.

Quando demonizziamo il nudo trattandolo come qualcosa di grottesco e sbagliato, di cui aver paura e soprattutto qualcosa da nascondere se non rientra in determinati canoni, stiamo demonizzando noi stessi. La nudità nelle serie tv, se rappresentata nel modo giusto e con le giuste motivazioni, non è qualcosa da temere perché fa parte del nostro essere umani. Aggiustare una determinata visione non vuol dire arrivare a censurarla.

Il rischio è quello di intaccare il processo creativo e risultare fasulli.