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5 miniserie Netflix tratte da storie vere

3) Unorthodox

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Unorthodox si è da poco aggiunta al catalogo delle meritevoli miniserie Netflix. Creata da Anna Winger e Alexa Karolinski, narra la storia tratta dall’autobiografia di Deborah Feldman, “Ex ortodossa – Il rifiuto scandaloso delle mie radici chassidiche“. La protagonista, una magistrale Shira Haas, è una ragazza diciannovenne, Esther Shapiro, appartenente ad una comunità ultra-ortodossa chassidica di Williamsburg, New York.
La sua fede impone alle donne di dover adempiere all’unico scopo del matrimonio, il concepimento dei figli, senza poter coltivare altro genere di interesse. Dopo un anno trascorso in un soffocante matrimonio combinato, Etsy decide di fuggire a Berlino, ma il suo passato tornerà a minacciare il suo sogno di libertà.

Il viaggio che Esty affronta smuove le fondamenta della sua vita, delle sue credenze e ci travolge con un’estrema forza emotiva. Questo piccolo gioiello colpisce non solo per la qualità della regia e della sceneggiatura ma soprattutto per l’accuratezza dei dettagli. La visione meticolosa della comunità ebraica ultra-ortodossa riesce bene a stabilire un contatto anche se con una realtà così distante dalla nostra. Un altro elemento di grande originalità è l’uso dello yiddish, una lingua giudaico-tedesca mai usata prima in una serie televisiva.
Unorthodox è una storia di emancipazione, di ricerca e poi di rinascita. L’universalità di questo racconto sta nel percorso di rivelazione che la protagonista affronta e che rappresenta una denuncia all’esistenza di barriere culturali e religiose contro cui non è mai troppo tardi per ribellarsi.

4) Conversazioni con un Killer:
The Ted Bundy Tapes

Conversazioni con un Killer: The Ted Bundy Tapes è un documentario creato e diretto da Joe Berlinger, costituito da 4 episodi. Il protagonista è l’iconico serial killer Ted Bundy e fin qui potremmo asserire che non si tratti di niente di nuovo o originale. La narrazione dei fatti però è estremamente interessante data la scelta compiuta: affidare il racconto alla stessa voce del protagonista e artefice di quegli orrori, Ted Bundy, estrapolandoli da 100 ore di registrazioni realizzate da Stephen Michaud e Hugh Aynesworth nel braccio della morte tra il 1980 e il 1981.
Il risultato è quello di un resoconto – sicuramente inaffidabie per certi versi ma carico di realismo – che ci fa ripercorrere la vita, i crimini, gli arresti, le fughe e la sua stessa morte. La serie indaga soprattutto lo scollamento tra una figura all’apparenza così ordinaria e una personalità dominata da psicotici disturbi, oscure perversioni e perturbanti drammi. (qui parliamo di un probabile richiamo in un’altra nota serie) Questa figura enigmatica, incarnazione del male, trapela solo in alcuni dettagli e brevi istanti. Ciò che questo racconto riesce a generare in noi è un’estrema inquietudine capace di sconvolgere le nostre rassicuranti visioni del mondo in cui viviamo.

5) Unbelievable

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Unbelievable, creata e diretta da Susannah Grant, racconta della storia di Marie (Kaitlyn Dever), un’adolescente accusata di mentire sulla violenza subita da uno sconosciuto che si è introdotto nella sua abitazione.
Questo caso ci mette davanti a una drammatica realtà: l’incapacità dei sistemi penali dei Paesi, seppur evoluti, di difendere i propri cittadini.
In questo caso, uno stupro rimane impunito per anni e oltre al dolore e alla difficile elaborazione del trauma subito, le vittime sono costrette ad affrontare le difficili conseguenze della loro denuncia con interrogatori, udienze e disposizioni di prove alquanto dure e dolorose.
Il racconto, prima di diventare una miniserie targata Netflix, nasce da un articolo vincitore del Premio Pulitzer intitolato An Unbelievable Story of Rape di T. Christian Miller e Ken Armstrong, che ha anche scritto un libro sul caso chiamato A false report. L’obiettivo perseguito è la diffusione di questa storia simbolo di una realtà che, come i dati riportano, non è un caso isolato, affinchè nessun’altra donna possa essere accusata di mentire da parte di una società così ottusa e distratta e possa sentirsi al sicuro.

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