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Le 15 Migliori Miniserie nella storia di HBO

9) I Know this Much is True

I Know this much is True

Quanto è vulnerabile I Know this much is True, e quanto male che fa. Fin dalla prima puntata, fin dal primo episodio, fin dal primo attimo. A spaccarci l’anima in due troviamo Mark Ruffalo, che in questa produzione torna con un doppio ruolo. I protagonisti di questa storia sono infatti due gemelli legati da un’unione imprescindibile. Per l’altro, il primo è sempre la sua estensione. L’allungamento del suo corpo. Cìò che non ha e ciò che aggiunge. I due fratelli hanno avuto due vite completamente diverse: uno più spensierata, mentre l’altro tormentata da continui disturbi psichiatrici che l’hanno portato a vivere facendo entra ed esci da istituti psichiatrici. Quando i due si ricongiungono la narrazione ha inizio, capovolgendo le sorti delle loro vite. Dominick, il fratello dalla vita più semplice, comincia infatti ad avvertire numerosi sensi di colpa diventando presto vittima di paranoie inquietanti e difficili da addomesticare.

I protagonisti di I Know this much is True non sono programmati per la gioia. La loro tristezza sembra quasi una maledizione di famiglia, un posto che per loro non ha mai rappresentato sicurezza o calore. E’ sempre stato doloroso, e così continua a essere. Adesso che anche Dominick viene consumato dal dolore, una via di fuga appare impossibile. Attraverso la loro storia, così, I Know this much is True diventa un rapporto di sofferenza spietata, un canale in cui tematiche importanti come la schizofrenia e i rapporti familiari si prendono tutto il palco, lasciandoci l’anima in frantumi. Non scambiate dunque questa storia come mero intrattenimento. Andare avanti diventerà complicato ogni episodio di più. Guardatela solo quando sarete pronti ad annegare nelle lacrime di una storia in cui la tristezza è mastodontica, e la felicità un piccolo granello di sabbia disperso in una spiaggia.

10) Angels in America

Angels in America

Non se ne parla quasi mai. Angels in America sembra quasi una miniserie dimenticata, messa da parte. Eppure è una delle migliori mai scritte (come abbiamo detto anche qui). Avanguardia pura, ecco come potrebbe essere definita oggi questa produzione. Anticipando argomenti futuri, Angels in America arrivava sui nostri schermi nel 2003 con un cast e delle tematiche capaci di spaccare lo schermo. Al Pacino, Meryl Streep, Patrick Wilson e Mary-Louise Parker sono infatti i protagonisti di una storia che, servendosi di nuna narrazione onirica, racconta la condizione sociale degli omosessuali in America.

Abbattendo ogni tabù, Angels in America affronta anche l’AIDS, un argomento su cui a quei tempi vigeva una profonda ignoranza dettata dalla paura e dal pregiudizio. Non immaginate, però, alcun tipo di dramma esasperato. Angels in America ha saputo anche essere divertente servendosi di un umorismo raffinato e intelligente, mirato rendere quotidiane e naturali cose che all’epoca erano viste come anormali. Angels in America, come anticipato, è infatti una produzione estremamente attenta alle questioni sociali, motivo per il quale ne affronta una gran parte episodio dopo episodio.

Passando da interrogativi esistenziali a dinamiche quotidiane, Angels in America distingue la propria narrazione attraverso uno sguardo metaforico in cui ritroviamo dei veri e propri angeli. Profondamente intelligente e dalla natura mai moralista, Angels in America resta ancora oggi una delle migliori miniserie HBO, un ritratto vero e mai stereotipato della realtà. Il compito della serie era infatti quello di raccogliere tutto quello che le accadeva intorno, per poi metterlo in pratica attraverso alcuni dei migliori attori di sempre. Tutto questo lavoro è valso ad Angels in America la bellezza di ben 11 Emmy, 5 Golden Globe e tantissimi altri riconoscimenti.

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