Vai al contenuto
Serie TV - Hall of Series » SERIE TV » Il racconto di 5 attrici su come hanno affrontato la sindrome dell’impostore

Il racconto di 5 attrici su come hanno affrontato la sindrome dell’impostore

Sapevate che Margot Robbie, Tom Hanks e Maryl Streep soffrono della sindrome dell’impostore?

Il successo potrebbe essere una truffa costruita a tavolino sovrastimando le capacità di un individuo che, in realtà, non è né così bravo né meritevole di considerazione? Se la domanda venisse posta a una persona che soffre della sindrome dell’impostore, la risposta sarebbe affermativa. Si tratta di un disturbo psicologico che non è ancora riconosciuto tra i disturbi mentali del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM), ma che è molto diffuso tra le persone di successo. Margot Robbie, Viola Davis e altri attori che soffrono della sindrome dell’impostore hanno provato ad aprirsi e a raccontare il proprio stato mentale. È come se una vocina nella testa ricordasse loro che i riconoscimenti ottenuti nella propria carriera sono nient’altro che una frode. Ci si sente inadatti, incapaci, poco all’altezza, solo che nessuno sembra accorgersene e allora la menzogna continua. Il terrore è che, presto o tardi, si possa venire scoperti: qualcuno si accorgerà che chi gode di tutto quel successo, in realtà non lo merita affatto. I difetti, le imperfezioni, la scarsa padronanza dei propri mezzi verranno fuori, rendendo palese a tutti la bugia. È l’esatto contrario dell’effetto Dunning-Kruger, che consiste invece in una sopravvalutazione dei propri mezzi.

La sindrome dell’impostore è molto comune tra le persone famose e in particolare tra le donne, ma sono tantissimi anche gli uomini che ne soffrono. Tom Hanks è uno degli esempi più noti, ma non l’unico. Le radici di una tale condizione psicologica sono da rintracciare nelle insicurezze e nella mancanza di fiducia. Non si tratta però solo di scarsa autostima: chi soffre di questa sindrome è convinto che esista una vera e propria macchinazione che impedisce alle persone di accorgersi dell’inganno e, da un giorno all’altro, qualcuno potrebbe scoprirlo e spifferare tutto al mondo intero, rendendo finalmente palesi le scarse abilità di una persona che è stata sopravvalutata tutta la vita, godendo di un successo immeritato. Tra gli attori che ne sono affetti, alcuni hanno provato a raccontare la propria esperienza, parlando del problema e delle proprie insicurezze. Margot Robbie, Rachel Brosnahan e altre dive dello spettacolo hanno provato a farlo, cercando anche di dare buoni consigli a chi continua a esserne vittima.

1. Emma Watson

sindrome impostore - margot robbie e altri

Emma Watson ha rilasciato un’intervista nel 2015 a Vanity Fair dove ha confessato di aver passato un periodo difficile dopo la fine di Harry Potter. Conosciuta in tutto il mondo come la strega di Hogwarts al fianco del maghetto più famoso del pianeta, Emma Watson si è sentita vacillare dopo la fine di quell’esperienza. Come molti suoi colleghi, scaraventati sul set da bambini e cresciuti recitando sempre in quel ruolo, anche Hermione Granger si è sentita confusa e disorientata nel momento in cui le sono venute meno le sue certezze. Ricominciare dopo un ruolo del genere non è semplice per nessuno, specialmente per una ragazza ancora adolescente costretta a reinventarsi e a cercare nuove strade. Emma Watson è stata convinta per molto tempo di non meritare il successo ottenuto. La sindrome dell’impostore è diventata nel suo caso un ostacolo alla ricerca di nuove opportunità professionali. Come se ne esce? Per l’attrice, un punto di svolta fondamentale è stato l’incontro con Stephen Chbosky, il regista che l’ha voluta in Noi siamo infinito. Sentire la fiducia di qualcuno che crede veramente nelle tue capacità può aiutarti a interiorizzare i tuoi punti di forza e a ritrovare la fiducia in te stessa. In un passaggio ripreso dal The Express Tribune, Emma Watson ha dichiarato: “dopo Harry Potter, sentivo di aver perso la fiducia come attrice. È forse un caso che ora io sia migliorata, ma allora avevo bisogno di qualcuno che credesse veramente in me, e Stephen lo fece davvero”

2. Joshua Jackson

sindrome impostore - margot robbie e altri

Soffrire della sindrome dell’impostore è comune soprattutto tra gli attori che hanno conosciuto la fama da giovanissimi e che dopo hanno faticato a farci i conti e a comprendere davvero la portata delle proprie potenzialità. Un altro attore che è diventato famoso in tutto il mondo quando era ancora un ragazzo è Joshua Jackson, il Pacey di Dawson’s Creek, la serie tv che ha segnato una generazione di adolescenti. A Joshua tutto sembrava irreale: la gente lo conosceva solo come Pacey, guadagnava una fortuna e riceveva apprezzamenti per una cosa che non sembrava così importante. La fama a vent’anni può essere qualcosa di evanescente: “avevo 20 anni e cercavo di capirlo. Non mi sentivo un modello per nessuno. All’improvviso, ogni mese, guadagnavo più di quanto guadagnassero i genitori dei miei amici in un anno”. All’inizio è stato difficile, ma poi la star di Dawson’s Creek ha provato ad andare oltre. Ci sono altre cose nella vita che contano e la famiglia è una cosa che insegna a ristabilire delle priorità. Quando non sei più un ragazzino, la paura che qualcuno possa portarti via il successo svanisce o quantomeno si attenua, mentre le cose a cui dai importanza sono altre.

3. Maisie Williams

maisie williams

Parlando con Glamour Magazine, anche Maisie Williams ha parlato della sua esperienza con la sindrome dell’impostore. “Mi sono sempre sentita come se stessi guardando tutto il tempo le cose dal di fuori”, ha dichiarato l’attrice, che, come i colleghi che hanno conosciuta la fama da ragazzi, ha faticato a ricollocarsi nel mondo della recitazione dopo il ruolo di Arya Stark in Game of Thrones. Nel suo caso, parlarne è stato molto utile: il confronto con i coetanei che svolgono la stessa professione, l’ha aiutata a capire che il suo stato d’animo è in realtà molto comune e che sentirsi inadeguati, incapaci e insicuri fa parte dell’animo umano. Essere un’attrice non significa non provare ansia o emozioni negative. Prendere consapevolezza di questo è il primo passo per imparare a interiorizzare le proprie esperienze e a lanciarsi in nuove avventure. Sentirsi un impostore fa parte del gioco: tutti lo siamo o forse no. L’importante è andare oltre e concedersi di essere insicuri e instabili. Gli attori, dopotutto, riescono a trarre dall’ansia le loro performance più credibili.

4. Rachel Brosnahan

A soffrire della sindrome dell’impostore sono anche attrici come Rachel Brosnahan e Margot Robbie, che del problema hanno parlato a più riprese per poter offrire la propria esperienza a chi avesse bisogno di un supporto psicologico. Durante il periodo della pandemia, facendo delle interviste da remoto, Rachel Brosnahan non ha avuto problemi a parlare di ciò che per lei è stata la sindrome dell’impostore. La star di Mrs. Maisel ha confessato di sentirsi spesso inadatta e di aver passato momenti molto difficili ogni volta che si apprestava a intraprendere un nuovo percorso professionale. L’inadeguatezza può rivelarsi un freno in molti casi, un intoppo che rischia di compromettere la buona riuscita di una performance. Come se ne esce? Secondo Rachel Brosnahan il percorso è lento e graduale e bisogna avere la pazienza di affrontarlo con gli strumenti giusti. Bisogna darsi ogni giorno degli obiettivi impossibili: provare a superarli aumenterà la nostra autostima. Ma, soprattutto, il supporto di persone con cui condividere i propri stati d’animo è fondamentale: che siano colleghi, amici o famigliari, è importante sapere di avere qualcuno al proprio fianco disposto a sostenerti nei momenti difficili. E, in questo senso, l’aiuto di un terapeuta può essere decisivo per inquadrare ogni problema nella giusta dimensione.

5. Margot Robbie

sindrome impostore - margot robbie e altri

Con Glamour ha parlato anche Margot Robbie, che è tornata sulla questione in altre interviste con magazine online. La sindrome dell’impostore ha avuto effetti anche sulla sua carriera, soprattutto con l’esperienza in The Wolf of Wall Street. “Penso sempre che tutti prima o poi si renderanno conto delle mie reali capacità e si domanderanno “come sei arrivata qui?” Non sei abbastanza brava per questo. Chi ti ha fatto entrare?”.

Nonostante il successo come attrice, Margot Robbie ha fatto fatica a prendere consapevolezza dei propri mezzi.

Capita proprio a tutti di sentirsi inadeguati, anche a chi frequenta i palcoscenici dello spettacolo più prestigiosi del mondo. Uscirne è un percorso graduale e bisogna avere pazienza. In alcuni casi, quell’insicurezza accompagna le star per tutta la vita, in altri casi la condizione mentale cambia. Per Margot Robbie, è stato fondamentale guardarsi dal di fuori: allontanare lo sguardo, cambiare la prospettiva, aiuta a oggettivizzare i propri traguardi e a comprendere che, se si è arrivati a lavorare con professionisti prestigiosi e addetti ai lavori capaci, è perché, in fondo, non si è così inadatti a svolgere quel ruolo.