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Le 10 Serie Tv comedy che hanno vinto più Emmy Awards nella storia

I vincitori seriali di Emmy Awards sono le serie tv drammatiche, è cosa nota, ma le “sorelle minori” comedy possono vantare un medagliere di tutto rispetto e con primati di vittorie considerevoli. La storia della serialità televisiva vede nelle prime produzioni proprio le comedy o meglio gli Show legati al nome del personaggio di successo del momento (The George Burns & Gracie Allen Show e The Dick Van Dyke Show, tanto per citarne un paio). Le sorelle minori crescono e riconquistano il loro spazio vitale vincendo meritati Emmy Awards, entrando nella lista delle statistiche del numero dei premi ricevuti e la classifica delle migliori Serie TV comedy decretate dal pubblico e dalla critica. Le prime 10 serie comedy che hanno vinto più Emmy Awards appartengono per la quasi totalità al secolo scorso, gli anni duemila regalano solo due titoli. Situazione quasi ribaltata per le serie drammatiche. I drammi si addicono di più al secolo attuale oppure è semplicemente diventato più complicato far ridere? Forse tutte e due le ipotesi hanno ragione di essere.

Vedere per la prima volta o ripetere la visione di queste magnifiche 10 potrebbe essere d’aiuto.

10 – Taxi 1978 – 1982 (18 Emmy Awards)

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Sunshine Cab Company è la compagnia di taxi di New York che fa da sfondo al manipolo di tassisti per caso, in attesa di trovare altro nella vita. Lo humor di questa sit-com è surreale come la personalità di Andy Kaufman, che interpreta Latka Gravas con il suo indecifrabile accento e con un disturbo della personalità multipla. Andy Kaufman ha segnato la comicità americana della stand-up comedy e non ha fatto in tempo a travalicare l’oceano per farsi conoscere anche da noi a causa della sua morte prematura.Taxi è una sit-com sui generis supportata da attori di calibro come Judd Hirsch (Alex Rieger), Danny De Vito (Louie De Palma), Carol Kane (Simba Dahblitz-Gravas moglie di Latka), Christopher Lloyd (Jim Ignatowsky) che hanno contribuito a molti dei 18 Emmy Award per le loro performance attoriali. Una serie che ha precorso i tempi per il nuovo modo di fare humor. Se non riuscite a recuperarla in streaming potete supplire con il film Man on the Moon, dedicato ad Andy Kaufman dal suo impressionante clone Jim Carrey.

9 – Will & Grace 1998 – 2006/2017-2020 (18 Emmy Awards)

Will & Grace
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La & commerciale racchiude tutto il significato di questa sit-com. Non una semplice amicizia tra Will Truman (Eric McCormack) e Grace Adler (Debra Messing), amore platonico, partners in crime perfetti nella loro associazione a delinquere nella vita degli altri e nella propria, la risposta compiuta all’eterna domanda se un uomo ed una donna possono essere solo amici senza altre implicazioni (dopo Harry ti presento Sally la risposta è cambiata). Will senza Grace (e viceversa) non potrebbero essere così brillanti senza gli altri iconici personaggi che più che ruotare intorno alla coppia non coppia, ci entrano in mezzo, non rompono il loro nucleo ma lo modificano creandone uno nuovo. Jack McFarland (Sean Hayes) e Karen Walker (Megan Mullally) sono i disturbatori, spesso usurpatori della capacità “criminale” di agire. Personaggi iconici che non si possono dimenticare, premiati grazie e tramite gli attori che li hanno interpretati.

8 – The Marvelous Mrs Maisel – 2017-2023 (20 Emmy Awards)

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The Marvelous Mrs Maisel è una di quelle serie per le quali viene da dire… solo 20 Emmy Awards? Perfetta nella ricostruzione maniacale dell’America degli anni 50, nello spirito della comunità upper-class degli ebrei di New York, nelle battute taglienti ed a raffica di tutti i protagonisti, non solo della meravigliosa Signora Maisel, la prova che il casting è tra le colonne portanti di ogni serie. Lavoro riconosciuto con uno dei 20 Emmy Award (Outstandind Casting for a Comedy Series). I singoli attori avrebbero potuto aspirare a vincere più candidature. Rachel Brosnahan, la stand-up comedian Midge Maisel, ne ha concretizzata solo una compensata dalle due vittorie di Alex Bornstein, l’unica ed insostituibile Susie Myerson come per Tony Shalhoub (Abe Weissman) che ha dimostrato al pubblico italiano di essere molto oltre Monk. Grazie a questa serie Amazon ottiene il primato di prima piattaforma di streaming a vincere un Emmy come migliore serie comedy.

7 – Arcibaldo (All in the Family) – 1971-1979 (22 Emmy Awards)

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Il bigotto, razzista e di vedute limitate Archie Bunker, l’Arcibaldo del titolo italiano della sit-com All in the Family non avrebbe visto la luce nel nostro secolo oppure i suoi autori e l’emittente televisiva avrebbero passato la vita in tribunale. Tutto il politicamente corretto con Arcibaldo viene sotterrato dallo spirito profondamente reazionario di Archie Bunker (Carroll O’Connor) che descrive pienamente l’era dell’allora Presidente Nixon. La prima sit-com radicata nella situazione del mondo reale. E’ stata definita come la descrizione del gap generazionale in una stanza. Il progressista è il genero Mike Stivic, interpretato da un giovanissimo e semi sconosciuto Rob Reiner che contribuisce ai 22 Emmy Award vincendone due come migliore attore non protagonista. I temi di discussione nel salotto di casa Bunker toccano temi controversi dal razzismo all’impotenza spostando per sempre l’ottica delle sit-com e creando le fondamenta per il concetto delle Serie TV di là a venire.

6 – Modern Family – 2009-2020 (22 Emmy Awards)

Modern Family
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La comedy perfetta sulla famiglia: inclusiva, multigenerazionale, multietnica, gender fluid, veramente moderna come il titolo. Una sit-com 2.0 (forse anche 3.0) con i vari membri dei nuclei familiari che dal divano del loro soggiorno si raccontano per come si vedono e immediatamente dopo diventiamo noi il “cineocchio”, spettatori di come stanno realmente le cose, entriamo nel reality delle vite dei Pritchett e dei Dunphy. La maggior parte degli Emmy vinti sono per la regia e come migliore serie comedy. Julie Bowen per la maniaca del controllo Claire Dunphy, Ty Burrell per “gente allegra Dio l’aiuta” Phil Dunphy, Eric Stone Street per il rutilante Cameron Tucker, l’altra metà della mela di Mitchell, sono gli unici attori che hanno vinto ben due Emmy a testa. Difficile capire perché Ed O’Neill con il suo patriarca scarsamente empatico Jay Pritchett e Sofia Vergara per l’esplosiva e autoironica seconda moglie Gloria siano rimasti fuori.

5 – The Carol Burnett Show – 1967-1978 (25 Emmy Awards)

The Carol Burnett Show nasce come costola di Saturday Night Live, non una comedy seriale come le altre ma un insieme di sketch, numeri musicali, vaudeville. Un cast fisso con al centro l’oponima Carol Burnett e tante guest star. Più un contenitore comico come SNL, d’altronde show era enunciato sin dal titolo. Tra le performance comiche di maggiore presa sul pubblico c’erano le classiche parodie di film famosi a partire dal titolo ( un esempio su tutti, “From here to Maternity”). Carol Burnett era una fucina di personaggi, ne creava in continuazione. Lo show era una macchina perfetta di comicità, apparentemente improvvisato ed invece studiato meticolosamente mantenendo una buona fetta per le variazioni sul tema gestite dai vari attori che hanno vinto a rotazione i vari Emmy. Carol Burnett in Italia probabilmente non sarà ricordata per le sue doti comiche e per questo show che non à mai stato trasmesso, piuttosto per il suo ruolo drammatico di Marion, la madre di Jeff, che ha determinato il destino di Jimmy McGill in Better Call Saul.

4 – Cheers – 1982-1993 (28 Emmy Awards)

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Cheers, tutto in un pub, dove può succedere qualsiasi cosa. Anche avere dei bassi ascolti nel primo anno di messa in onda per poi ritrovarsi con 8 candidature e 5 Emmy Awards vinti. Può succedere che Cheers diventi un successo inalterato negli anni tanto da restare sempre nella classifica degli ascolti tra i primi dieci. Ci sono voluti dunque gli Emmy a svegliare il pubblico e far notare che Cheers era l’occasione per riconoscersi, trovare il proprio mondo quotidiano di chiacchiera coi colleghi, gli habituè sulla metro, il giornalaio, il barista, tutte quelle persone al di fuori della propria famiglia che ti conoscono e non ti giudicano. Tanta ironia nei vari caratteri da ricordare con in testa Frasier che da personaggio secondario si è conquistato lo spin-off in cima alla classifica.

3 – The Mary Tyler Moore Show – 1970-1977 (29 Emmy Awards)

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Dimmi come essere femminista senza essere femminista. The Mary Tyler Moore Show era questo, una donna, Mary Richards interpretata da Mary Tyler Moore, che lavora in un’emittente televisiva con un capo burbero, brusco ma giornalista di razza, Lou Grant (Ed Asner). Mary nella finzione e nella realtà, una donna indipendente che vuole fare carriera, senza una relazione fissa anzi, cambia spesso accompagnatore ma non per riempitivo, è soddisfatta della sua vita. Non la fidanzata di, la moglie di, Mary Richards e basta. La prima sit-com con una protagonista femminile che non sia il contrappunto di un uomo. Tutto questo in una sit-com che ha dato poi vita a 3 spin-off grazie ai personaggi costruiti alla perfezione che si incastravano perfettamente alle trame dei vari episodi. Molti dei 29 Emmy sono stati vinti dagli attori che hanno poi dato vita agli spin-off (Cloris Leachman, Valerie Harper, Ed Asner). Un serbatoio di creatività dove l’ironia serviva anche a stabilire un’identità femminile diversa dallo stereotipo delle sit-com viste finora.

2 – I Simpson – 1989 – in corso (35 Emmy Awards)

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Non solo e non proprio cartoni animati, una definizione riduttiva perché il pensiero va diretto ai cartoni “baby sitter”, quelli che gli adulti lasciano che creino dipendenza nei bambini per tenerli buoni e fermi. I Simpson sono una serie animata per adulti che utilizza il mezzo del disegno senza dimensioni, colori reali per narrare la comunità umana con riferimenti e critiche specifiche alla società americana. Matt Groening è il creatore di questa famiglia piena di difetti, con due genitori molto più infantili dei figli, due persone medie e stereotipate che vivono tutto in eccesso. La satira utilizzata senza risparmio fa sì che la serie sia diventata anche famosa per alcune previsioni di futuri (im)possibili come Donald Trump eletto Presidente. La libertà che può dare il disegno (nessuna restrizione di budget se si vuole inviare Homer sulla luna) è sfruttata al massimo ma c’è soprattutto la voglia degli autori di essere liberi di giocare con le idiosincrasie umane, sociali e politiche.Homer con le sue birre, Marge con la messa in piega piramidale, il pestifero Bart, l’intelligente Lisa & gli altri, sono qui per rimanere.

1 – Frasier – 1993-2004 (37 Emmy Awards)

Attori più pagati serie tv Emmy awards
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Come nel Monopoli, potremmo dire “ritorna al numero 4 di questa lista”, da dove tutto parte, il pub di Cheers. Frasier Crane (Kelsey Grammer), lo psicologo radiofonico di Seattle, pomposo e con parecchi tratti di arroganza passa le sue giornate a voler vincere i continui scontri culturali che ha con le persone che frequenta ad iniziare dal padre (John Mahoney). Nei momenti di calma si concentra sulla rivalità col fratello Niles (David Hyde Pierce). Per la proprietà transitiva i membri del comitato degli Emmy hanno assegnato 4 premi a testa nel corso degli anni, bastava la rivalità sullo schermo. In Italia Frasier non ha avuto presa a causa della programmazione spezzettata ed incompleta. Frasier ha alti livelli di ironia e perfetti incastri di battute, come un’infinita partita di tennis tra Djokovic e Federer. Con i suoi 37 Emmy Awards vinti resta in cima alla classifica del Grande Slam delle Serie comedy. A quasi vent’anni dalla sua conclusione è previsto un reboot ad ottobre del 2023. Con le piattaforme di streaming a disposizione non ci sarà più il problema della programmazione inconsulta e frammentaria.Sarà un’ottima occasione per conoscere questa serie da primato.