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Il progetto InnTale: quando il gioco di ruolo cartaceo diventa seriale

Viviamo in un’epoca di rinascita: quella del gioco di ruolo in tutte le sue varie accezioni. Un mondo in costante ascesa grazie alla popolarità conferita da serie come Stranger Things o da canali come Critical Role, la cui prima serie animata The Legend of Vox Machina è stata acclamata da pubblico e critica. Restando invece all’interno del panorama italiano, seppur non sia stato il primo a divulgare il gioco di ruolo sul web, c’è un gruppo (ora divenuto a tutti gli effetti una SRL) che è riuscito a calamitare l’attenzione di storici giocatori di ruolo e di avvicinarne al contempo tanti altri come nessuno aveva fatto prima in Italia: stiamo parlando di InnTale, progetto crossmediale che si occupa di divulgare, mostrare e approfondire il gioco di ruolo a 360 gradi. Parliamo di un’azienda che, a partire dai suoi canali YouTube e Twitch e le pagine social è riuscito a imporsi grazie alle proprie IP tanto da entrare anche nel campo dell’editoria e dei giochi da tavolo.

Ma perché oggi vogliamo andare a parlarvi di questa realtà?

Perché, in maniera del tutto innovativa, InnTale ha saputo creare una tipologia di prodotto inedita (molto probabilmente anche a livello mondiale): quella delle campagne di gioco di ruolo editate, realtà ibride dalla grande componente seriale.

InnTale
Mattia Ceniti, Giulia Bersani, Tommaso Amitrano, Simone Rosini, Sara Stefanizzi, Gianandrea Muià in Luxastra (640×360)

Tutto nasce da un’intuizione di Simone Rosini, project leader di quella che sarebbe diventata Inntale, che nel 2018 inizia a pensare a come l’editing video possa rendere ancora più accattivante la visione di una giocata di una campagna GDR. Come? Sessioni di gioco di ruolo cartaceo che seguono un preciso sistema regolamentistico (da Pathfinder a D&D fino a 7th Sea) e che vedono i player improvvisare e compiere scelte all’interno del mondo creato e reso vivo dal master, vengono registrate live per poi, in un secondo momento, essere editate in post-produzione. Ecco, allora, che tramite una vera e propria regia che gioca con inquadrature e transizioni, un montaggio che elimina il superfluo (come pause, errori nel parlato o divagazioni), l’aggiunta di grafiche, musiche studiate per incorniciare al meglio la narrazione, suoni, immagini, animazioni e chi più ne ha più ne metta, il gioco è fatto.

Il risultato è un prodotto sperimentale che stuzzica la fantasia dello spettatore e che va a comporre delle vere e proprie puntate di uno show unico nel suo genere.

Se abbiamo parlato di serie e di spettacolo, questo non è di certo un caso: i due prodotti di punta del canale, da un lato Luxastra, fantasy dalle sfumature steam-punk che ha segnato il successo del progetto e Navigavia, fantasy piratesco dalle forti tinte umoristiche che continua a ad alzare l’asticella (ai quali si aggiungono campagne più brevi come Forgotten Realms o Hyrule Stories) costituiscono infatti dei nuovi e inediti esempi di narrazione che meritano un’analisi più approfondita per la loro specificità.

Inntale
Tratto dalla sigla di Luxastra’s Lullaby S3 di InnTale

Quando la storia si fa insieme

Presenti su Tv Time, su IMDb e su altre piattaforme che parlano di serialità, le serie editate di InnTale su YouTube hanno raggiunto un così alto grado di popolarità tra i suoi spettatori da essere attese da tanti di loro più di molte famosissime serie tv. Il rilascio delle varie puntate di questi show, infatti, visto come un appuntamento settimanale su YouTube da non perdere, ha creato una fedelissima fanbase che si appassiona sempre di più alle storie portate avanti dai giocatori, per lo più amati personaggi del web nostrano (da streamer a doppiatori professionisti), capaci, grazie alla loro esperienza davanti a una telecamera, di risultare spontanei e credibili nelle loro improvvisazioni su schermo. Questo perché, nonostante il grande grado di coinvolgimento suscitato nel pubblico, le serie in questione non possono contare su una sceneggiatura o su un canovaccio da cui trarre ispirazione.

Quello che vediamo nelle puntate è infatti solo il frutto delle loro improvvisazioni all’interno di un contesto e di ambientazioni proposti sul momento dal master della storia. Una recitazione spontanea e diretta che viene poi sapientemente rielaborata in fase di post-produzione senza per questo corromperne la genuinità. Quello che andremo a vedere è quindi un vero e proprio spettacolo che miscela al suo interno molta teatralità e un’impostazione di tono piuttosto diversa rispetto a quanto potrebbe verificarsi in una comune e normale sessione di gioco di ruolo. Ecco che, allora, una semplice giocata diviene una vera e propria performance dettata dall’esigenze della telecamera e molto complessa proprio perché si deve basare sulle intuizioni e sulla presenza di tutti i presenti al tavolo, dai player al master.

Luca Occhi, Nicola De Gobbis, Giulia Bersani, Leonardo Bru e Mattia Ceniti in Navigavia (640×360)

Compito di quest’ultimo, in particolare, è quello di comportarsi come una specie di demiurgo, che tutto vede e sa e che tutto tecnicamente può, ma il cui agire non è scolpito sulla pietra e può mutare anche drasticamente proprio a causa della generale imprevedibilità delle scelte e delle azioni dei giocatori. Essi, infatti, con il proprio agire e seguendo la caratterizzazione dei personaggi che vanno a interpretare, nel modo più coerente e credibile possibile, influenzano l’andamento della storia. Quello che si ottiene sono voci diverse che si influenzano reciprocamente, creando un prodotto mutevole e dalle migliaia di possibili diramazioni che può radicalmente cambiare il destino del mondo di ambientazione, come in un qualsiasi gioco di ruolo e che spesso, in modi che nemmeno il master riesce a prevedere.

In cosa sta dunque lo spettacolo? Esso dipende tanto dalla regia che il master può dare alla narrazione nel corso della giocata stessa quanto dalla postproduzione applicata in fase di editing. Ciò può avvenire mediante un lavoro volto a rendere i vari episodi degli show che vadano a richiamare tutti quegli elementi che rendono fruibile una vera e propria serie tv, giocando con musiche, suoni, immagini e animazioni volti a rendere le puntate più visivamente appaganti e a dare al tutto anche una particolare impronta artistica.

Simone Rosini, Andrea Guagnini, Tommaso Amitrano, Sara Stefanizzi, Mattia Ceniti, Giulia Bersani e Gianandrea Muià (640×360)

Questa la grande caratteristica che differenzia InnTale dagli altri gruppi e canali che si occupano di divulgare il GDR: una grande attenzione, già in fase di registrazione, a quello che è l’impianto da show della storia. Pur non potendo contare su una sceneggiatura alla base, il master deve infatti essere in grado di leggere le situazioni in atto, capire quando è il momento giusto per piazzare un colpo di scena che ravvivi situazioni potenzialmente a rischio di arenarsi, un particolare cliffhanger con cui chiudere a effetto una sessione di gioco oppure di seminare indizi al momento più opportuno, seguendo una sorta di canovaccio mentale in continua evoluzione rispetto alle azioni improvvisate.

Se ciò è già piuttosto visibile con Luxastra, prima grande campagna proposta da InnTale, che ha decretato il successo del progetto grazie alla complessa e intrigante narrazione del master Mattia Ceniti e grazie alle ottime performance dei player (Gianandrea Muià, Giulia Bersani, Simone Rosini, Sara Stefanizzi, Luca Occhi, Gabrio Pozzi, Andrea Guagnini, Roberto Ortu, Tommaso Amitrano e Sarah Corvis), questo appare ancor più evidente in Navigavia. In questa seconda campagna a tema piratesco giocata dal veterano Nicola De Gobbis, Leonardo Bru passando per i già citati Mattia Ceniti e Giulia Bersani, infatti, ad avere il triplice ruolo di narratore, direttore e montatore è Luca Occhi, regista e sceneggiatore di professione che, proprio grazie alla sua massiva pervasività nella serie, riesce a dare una propria peculiare impronta a tutto il progetto, giocando perfino di metanarrativa. Proprio lui infatti, spiegandoci come opera per rendere quello che tecnicamente sarebbe “solo” un gioco come serie a tutti gli effetti ha dichiarato:

Personalmente quando faccio il master, uso la mia conoscenza di cinema per immaginarmi la sessione come se fosse un set cinematografico. Essendo io regista e sceneggiatore (o almeno questo è quello che dice il mio diploma), riesco a capire quando il pubblico potrebbe annoiarsi o serve un climax o un MacGuffin e quando, invece, è il momento perfetto per un bel cliffhanger da fine episodio“.

La sigla di Navigavia a opera degli artisti di “PataTale“. Musica composta da Dario Rodighiero e cantata da Miguel Velasquez

Puntando tanto sulla costruzione di mondi compositi, dai tanti misteri e da personaggi che impariamo a conoscere pian piano e nella loro interezza nel corso del tempo e sull’improvvisazione tipica dei GDR quanto sulla costruzione che solo un lavoro di post-produzione può dare, quello che otteniamo è un prodotto seriale unico nel suo genere. Il risultato è quindi impattante e coinvolgente, ma anche esteticamente appagante e in grado di generare quel sentimento di attesa che solo una buona serie tv può dare. Da questo punto di vista un plauso va non solo a montatori e audio engineer, ma anche a tutto il comparto artistico dietro a InnTale, che sotto la cura dell’art director Max Rambaldi vede all’opera tanti talentuosi ed emergenti artisti capaci, grazie alle loro illustrazioni e allo loro animazioni, di contribuire notevolmente a dare forma alle idee di master e di personaggi e di portare popolarità alle varie serie citate.

Un sogno nato attorno a un tavolo, a dei dadi pronti a essere lanciati da un gruppo di ragazzi entusiasti che sta progressivamente crescendo diventando una realtà sempre più ambiziosa e grande, che fa della creatività di chiunque sia coinvolto nel progetto, dai master e giocatori ai montatori e registi, dai musicisti agli artisti, passando per i vari ospiti e guest star, il proprio punto di forza. Un gioco che ci dà modo di percepire la passione di chiunque abbia avuto modo di lavorarci e uno spettacolo capace di far ridere a crepapelle, emozionare e commuovere creando nello spettatore un senso di compartecipazione davvero raro, come solo le grandi storie sanno fare.

In attesa del ritorno della seconda stagione di Navigavia, vi esortiamo quindi a dare una possibilità a dei prodotti che hanno tanto da offrire e che, continuando a sperimentare, si mostrano come una delle realtà più creative e originali sui cui potreste puntare gli occhi perché, come ci ricorda il motto dei ragazzi di InnTale:

“La fantasia non ha limiti. Perché i limiti sono solo nelle tue fantasie”