Vai al contenuto
Serie TV - Hall of Series » RECENSIONI » Quattro matrimoni e un funerale, la recensione: una serie di (godibili) cliché

Quattro matrimoni e un funerale, la recensione: una serie di (godibili) cliché

Non tutti sanno che su Starzplay è disponibile la serie tratta dal celebre film di Mike Newell del 1994, Quattro matrimoni e un funerale, scritto da quel genio di Richard Curtis. Uno dei fiori all’occhiello nella carriera di Hugh Grant (che attendiamo con ansia nel prossimo prodotto HBO, The Undoing al fianco di Nicole Kidman e dell’italianissima Matilda deAngelis), il quale ha contribuito a rendere popolare lo humour inglese nel mondo.

La miniserie prodotta da Hulu e realizzata da Mindy Kaling e Matt Warburton prende spunto dalla pellicola di Newell, riproponendo la formula degli eventi che dà il titolo alla serie ma presentando personaggi e dinamiche differenti.

Al posto di Charles, Carrie, Matthew e Fiona qui abbiamo Maya, Ainsley, Craig e Duffy, quattro inseparabili amici americani che hanno trovato in Londra la quinta amica con cui completare il loro affiatatissimo gruppo. A dare il via alla narrazione ci pensa il trentesimo compleanno di Ainsley, a cui scipperemo senza rimorsi l’idea della festa in maschera a tema cinematografico casalingo, quando l’incubo del Covid sarà finito.

Compleanno le cui vibrazioni verranno turbate da Maya e Kesh, rispettivamente migliore amica e fidanzato della festeggiata, che un paio di ore prima hanno inavvertitamente flirtato in aeroporto beccandosi una bella e inappropriata freccia di Cupido dritta nel cuore.

Da lì in poi a ognuno dei quattro amici spetta il compito di raccontarci le sue disavventure amorose, sullo sfondo di una capitale britannica che strizza l’occhio alle migliori commedie inglesi, riproponendo atmosfere alla Nothing Hill e scene cult in stile Love Actually.

Quattro matrimoni e un funerale

Ironia, tenerezza e tutti i migliori cliché del genere, quelli godibili e mai stucchevoli, rendono questa serie perfetta per chi ha voglia di guardare qualcosa di leggero e divertente. Qualcosa che ci fa riflettere sull’importanza del ruolo degli amici nella vita, “usati” spesso come surrogati di quei rapporti familiari che non sempre ci fanno sentire parti integranti di un nucleo affettivo.

Trascorriamo insieme a Maya e ai suoi migliori amici un anno nelle loro vite, assistendo a cosa sono disposti a fare e a cosa sono pronti a rinunciare pur di restare tutti insieme.

Come dicevamo però questo show è ispirato a Quattro matrimoni e un funerale e quando in un gruppo di amici subentra l’amore gli equilibri cambiano.

Proponendo il racconto di una fase di transizione, quella che coinvolge tutti quelli che entrano nella temutissima decade con il 3 davanti, seguita da tutti i dubbi, i progetti e le aspettative che questo giro di boa comporta. La ricerca di una carriera appropriata, spesso a discapito di quei sogni nel cassetto che quando sono troppo difficili da realizzare finiscono per tormentarci in segreto. Il bisogno di “lasciare il segno” facendo qualcosa di concreto che possa anche essere apprezzato dai nostri legami, il confronto con il successo degli altri e soprattutto l’esigenza di avere di fianco il compagno giusto per il viaggio che si sta compiendo.

Quattro matrimoni e un funerale

Non è la prima volta che la piattaforma Hulu commissiona la produzione di una serie tratta da un celebre film degli anni Novanta. È toccato poco tempo fa anche ad High Fidelity, film con John Cusack tratto dal libro cult di Nick Hornby che l’anno scorso è stato trasferito sul piccolo schermo, affidando il ruolo di protagonista alla lanciatissima Zoë Kravitz.

Anche per quanto riguarda la trasposizione di Quattro matrimoni e un funerale continuiamo a essere messi bene a protagonisti, trovando nella dolce Maya, Nathalie Emmanuel, indimenticata Missandei di Game of Thrones. Qui finalmente alle prese con un ruolo centrale che le offre la possibilità di mettere in mostra le sue capacità attoriali.

Affiancata da un ottimo cast di attori ma meno noti al grande pubblico (non tutti possono avere un’incredibile vetrina come quella della serie su Westeros creata da George R.R. Martin) come Rebecca Rittenhouse, Nikesh Patel e Brandon Mychal Smith. I quali non vi faranno sentire la nostalgia delle battute pungenti e sarcastiche tra Hugh Grant, Kristin Scott Thomas e Andie MacDowell (l’unica del film originale che si è prestata per un piccolo e spassoso cameo).

Alla domanda se la miniserie avrà o meno una seconda stagione, Mindy Kaling (che è una delle firme dietro un’altra comedy di successo, cioè The Office) non si è sbilanciata. Sostenendo che la miniserie è stata concepita per essere autoconclusiva ma che se il pubblico si facesse sentire si potrebbe pensare ad un continuo per le avventure amorose di Maya, Kesh e gli altri spassosi protagonisti della serie.

LEGGI ANCHE – La classifica delle 5 migliori Serie Tv realizzate da Hulu