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Queste Oscure Materie è la Serie Tv che tutti i lettori vorrebbero

C’è una tipologia di spettatori che spesso diventa l’incubo di sceneggiatori e produttori. Sono quelli che trovano il pelo nell’uovo. Sono quelli più pignoli. Sono quelli esigenti e attenti, a cui non sfugge mai nulla. Sono loro. Sono i temibili lettori. Passano al vaglio ogni elemento, ogni dialogo, ogni capello dei personaggi e soddisfarli sembra un’impresa titanica. C’è sempre qualcosa che non va per loro. Non aspettano altro. Socchiudono gli occhi, storcono il naso e si preparano a sfoderare la loro frase preferita (Ma nel libro…). E adattamenti di opere letterarie cadono, uno dopo l’altro, trafitti dai pungenti commenti dei lettori. Ma c’è una serie che – oltre ogni previsione – sta restando in piedi: stiamo parlando di Queste Oscure Materie, la serie BBC tratta dalla trilogia fantasy di Philip Pullman.

Qual è il suo segreto? In che modo riesce a spegnere la fiamma di critica dei lettori? Come ha fatto a conquistare il cuore dei più irriducibili?

Queste Oscure Materie

Queste Oscure Materie è una trilogia fantastica scaturita dalla penna di un autore britannico, Philip Pullman, che è stata pubblicata in forma cartacea tra il 1995 e il 2000. La Bussola d’Oro, La Lama Sottile e Il Cannocchiale d’Ambra hanno cominciato a stuzzicare l’attenzione del pubblico in maniera più consistente qualche anno dopo, nel 2007, quando è uscito l’omonimo film del primo volume. L’adattamento cinematografico diretto da Chris Weitz, però, è stato massacrato dai lettori: infedeltà a livello di trama, un casting poco convincente, sviluppi poco dettagliati sono tra i motivi che hanno fatto dire no alla maggior parte del pubblico. Così il progetto è rimasto inconcluso. Non ha avuto il giusto successo e non c’è stato alcun lavoro sui due capitoli successivi della trilogia. E via, nel dimenticatoio.

Ma per fortuna, gli amanti del fantasy e dell’opera di Philip Pullman sono rimasti con l’amaro in bocca per pochi anni: successivamente è stato annunciato che la BBC avrebbe prodotto, in collaborazione con la HBO, una serie tv a riguardo e il 3 novembre 2019 il pilot ha visto la luce. Il pubblico era già pronto a un secondo massacro, visto che la tendenza generale sembra sempre quella: serie tv o adattamenti che non reggono il confronto con il libro. Ma si è dovuto ricredere. E se la prima stagione (tratta dal primo volume della trilogia) poteva sembrare una scommessa vinta per caso, la seconda (in onda dall‘8 novembre 2020 in lingua originale e in arrivo in Italia il 21 dicembre su Sky) ha spazzato via ogni dubbio (grazie anche a queste differenze con il film).

Queste Oscure Materie è una gioia per gli occhi e le orecchie dei lettori!

Dove sta il trucco? Innanzitutto, un elemento da sottolineare è il diretto coinvolgimento dell’autore Philip Pullman nella produzione. Pare proprio che lo scrittore sia stato presente in ognuna delle tappe fondamentali della creazione della serie, dal casting alla sceneggiatura. Forse è proprio per questo che non ci sono grandi discrepanze tra la storia narrata nei suoi libri e quella che si snoda nella serie. La fedeltà della narrazione è uno dei pilastri della buona riuscita di questa trasposizione: ciò che spesso fa infuriare il lettore-spettatore sono le deviazioni dalla trama originale, oppure i troppi tagli.

La suddivisione della storia in 8 episodi da un’ora circa ha dato la possibilità di eliminare meno parti rispetto a ciò che invece era successo nel film, mantenendo scene e dialoghi fondamentali, senza stravolgerli. Ci sono dei momenti, durante la visione, in cui sembra proprio di vedere la pagina scritta materializzarsi in forma visiva. Ed è proprio la presenza di queste scene così fedeli che permette poi di accettare passaggi tratti più liberamente. Perché è ovvio, qualche modifica è sempre necessaria per questioni di adattamento. Libri e serie non possono essere compatibili in tutto e per tutto. Ma quando si riesce a mantenere la maggior parte degli elementi, allora è poi più facile andare incontro al gusto dello spettatore quando si devia (comunque di poco) dalla materia originale.

Queste Oscure Materie

La potenza di Queste Oscure Materie, però, non risiede soltanto nella fedeltà della trama. Bisogna prendere in considerazione due fattori altrettanto importanti: il cast e l’atmosfera.

I personaggi di Philip Pullman hanno spiccato il volo e dalle pagine del libro sono approdati nella realtà. Sembrerebbe l’unica spiegazione plausibile. O forse è stata fatta una scelta attenta e oculata nel momento dei casting. Dafne Keen ne è un esempio lampante: un’attrice così giovane, non troppo conosciuta prima del lancio della serie, ma davvero talentuosa. La Keen (qui potete scoprire qualcosa in più su di lei) è entrata nell’anima di Lyra Belacqua, la ribelle protagonista di questa storia fantasy. E non è stato fatto nessun tentativo di rendere più adulta o più affascinante Lyra, cosa che invece capita spesso in altri adattamenti, dove i ragazzini protagonisti appaiono più grandi e più seducenti di quel che dovrebbero.

E che cosa possiamo dire di Ruth Wilson? Ruth Wilson non interpreta la signora Coulter. Ruth Wilson è la signora Coulter, non c’è altra spiegazione. I gesti, la mimica, le espressioni, la voce, l’andatura, tutto grida signora Coulter e, se vogliamo, nella seconda stagione è ancora più evidente. Una scelta davvero azzeccata in fase di casting e un’interpretazione magistrale da parte dell’attrice, che porta sullo schermo uno dei personaggi più importanti in maniera imbeccabile.

Questa caratterizzazione così dettagliata e fedele dei personaggi principali, fa accettare di buon grado anche qualche piccola modifica. Nella seconda stagione, infatti, vediamo per la prima volta la signora Malone (interpretata da Simone Kirby) che sì, in questo caso non rispecchia al 100% quella del libro. Però funziona lo stesso, riesce a entrare ugualmente nel cuore degli spettatori-lettori. Perché? Perché la sua personalità è sfaccettata, cesellata, curata in ogni minimo aspetto e si incastona nella narrazione senza stridere o stonare.

Ed è la grande attenzione all’atmosfera generale del libro – riportata in maniera convincente sullo schermo – che permette a queste piccole devianze dall’originale di funzionare.

Leggendo il libro e guardando gli episodi si hanno sensazioni molto simili. Il mondo di carta e inchiostro e il mondo ripreso dalla videocamera sono gli stessi, si respira la medesima aria. C’è una perfetta armonia tra i tanti elementi tratti fedelmente dalle opere di Pullman e le (poche) novità introdotte dagli sceneggiatori. Niente sembra fuori luogo, perché ogni cosa è legata all’altra da una grande coerenza.

Per tutte queste ragioni, dunque, possiamo dire di essere davanti a uno dei migliori adattamenti di una serie fantasy per ragazzi degli ultimi anni. Una sorte che non è toccata a molti altri libri. Si prenda come esempio Shadowhunters, la Saga fantasy di Cassandra Clare. Con Queste Oscure Materie condivide un passato cinematografico poco riuscito, l’adattamento del 2013 di Città di Ossa, primo volume. Anche in questo caso il film non ha avuto un seguito e uno dei motivi per cui non ha incontrato il favore del pubblico è stato l’approccio poco fedele e un po’ confusionario alla storia. Allora ecco che il 12 dicembre 2016 è andato in onda il primo episodio della serie per Freeform, che di certo ha avuto più successo del film (tanto da essere rinnovata per altre due stagioni, ma senza coprire tutta la materia narrativa dei libri).

shadowhunters

Il problema dell’approvazione dei lettori, però, è rimasto: non tutti i personaggi sono stati dipinti come il libro avrebbe meritato e la storia stessa è stata modificata, tagliata e sistemata (o sarebbe meglio dire disordinata). Una trama senz’altro apprezzabile per una vasta fetta di pubblico ma insoddisfacente per i lettori.

Un’altra serie amata dai lettori di fantasy, però, potrebbe farcela: si tratta di Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo, dell’autore americano Rick Riordan, che come nei due casi precedenti ha alle spalle una produzione cinematografica. I due film (2010 e 2013) hanno fatto rizzare i capelli non solo dei lettori ma dell’autore stesso: in un’intervista, qualcuno ha chiesto a Riordan se ci sarebbe stato un terzo film, e lui ha risposto pungente: “Non è bastato lo scempio dei primi due?“. Così il pubblico del simpatico figlio di Poseidone sembrava aver detto addio per sempre alle trasposizioni ambientate al Campo Mezzosangue.

Poi venne Disney+.

Nel 2020 Rick Riordan stesso ha annunciato di aver raggiunto un accordo con la Disney per la creazione di una serie tv su Percy Jackson. E perché potrebbe funzionare? L’autore ha fatto inserire clausole su clausole nel contratto per avere un ampissimo potere decisionale su casting, produzione e sceneggiatura (per quest’ultima è al lavoro proprio in prima persona, assieme alla moglie). Sembra dunque che Rick Riordan abbia venduto i diritti della sua opera in cambio della promessa di un lavoro ottimale, quel che sembra aver fatto Philip Pullman per la serie di Queste Oscure Materie.

La ben riuscita trasposizione della storia di Lyra Belacqua, dunque, potrebbe aver creato i presupposti per una maggior attenzione alle storie tratte da libri e, ancor più in particolare, al genere fantasy. Nei prossimi anni riusciremo a vedere i germogli di questi semi e speriamo che siano rigogliosi.

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