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Perché Queste Oscure Materie è un capolavoro adatto a tutti

Andavo al liceo quando mi fu regalata la trilogia di Queste Oscure Materie di Pullman. Ricordo di aver terminato la lettura dell’ultimo libro sul balcone di casa durante un pomeriggio primaverile. In quel giorno c’era un tramonto rosso fuoco che spegnava l’energia vitale delle nuvole mentre le avventure di Lyra e Will, nel libro, stavano terminando. Anche in quella chiusa finale, nel mondo dei due protagonisti, il sole prese il sopravvento sul grigio della morte e il giorno si colorava di luminosità per ribadire la sua maestosità. Non era un fatto strano. Credo che in quell’istante un ragazzino, alle prese con versioni di greco e primi amori, era entrato In Queste Oscure Materie, tra le pagine scritte da Pullman, nel limbo di cui si cosparge questo meraviglioso racconto. Perché è questo che rende grande un libro, non è vero? Quando un libro ti coinvolge tanto riesci a entrare in quel mondo con tutta la tua forza emotiva, con tutto te stesso. Che forma avrebbe il mio daimon? Mi sono fatto questa domanda per anni, credetemi.

La serie tratta dal romanzo è essenzialmente uguale al suo corrispettivo cartaceo: visionaria, spirituale, affascinante. Queste Oscure Materie non rinuncia mai ad essere raffinata concettualmente e riesce, con estrema delicatezza, a imboccare una strada mai banale, sospesa tra lirico e mistico. Le avventure di Lyra e Will fanno da cornice ad un racconto pensato per diventare un’allegoria della condizione umana, una riflessione filosofica piena di interrogativi che ci stanno a cuore. Il genere fantasy viene mischiato alle teorie di fisica quantistica e alle problematiche teologiche mentre si assiste all’ascesa del libero arbitrio, l’unico vero motore del mondo. Queste Oscure Materie incanta per il modo con cui delinea la sua stessa storia, una storia in cui tutto è mezzo per raccontare qualcos’altro, ogni cosa è metafora di una frattura insanabile. 

Lyra e Will ricordano il cammino di Dante attraverso i mondi ultraterreni, ma assumono i connotati di una marcia liberatoria verso l’umanità devastata dal comando dell’autorità. In Queste Oscure Materie il Paradiso, ultimo avamposto dell’aldilà, è la vita terrena: una vita scevra da imposizioni in cui vige il pensiero autonomo come la più bella caratteristica dell’uomo. Questa salvezza dei pianeti passa attraverso una profezia che vede Lyra conservare il potere della Polvere, l’alterazione delle idee. Se ci pensiamo bene, quante volte una profezia è stata al centro di un racconto fantasy? Troppe. Ma questa volta siamo di fronte a un presagio diverso, lontano dai soliti stereotipi, perché si affronta il tema della dimensione interiore di ognuno di noi, dell’importanza dell’animo che si riconosce carne. Un racconto in cui il peso dei temi affonda ma non disturba grazie all’infiltrazione di tematiche adolescenziali e dialoghi pieni di lessico quotidiano. 

Queste Oscure Materie e il piacere di una storia adatta a tutti

Lyra e Will, i due protagonisti di Queste Oscure Materie (640×360)

Queste Oscure Materie ha una voglia assurda di raccontare una storia adatta a tutti. Ogni bambino adorerà l’idea di un’animale guida, un daimon che si identifica con la nostra missione e ne condivide ogni surrogato: un amico con cui sentirsi meno soli e affranti. Gli adulti, d’altra parte, troveranno pane per i denti poesia per i loro occhi quando magia, religione e natura si mischieranno come fossero nati dello stesso grembo. Nella serie, come nei romanzi, i concetti di bene e male vengono ribattezzati in nome di un destino che va scritto quotidianamente, lontano dalla paura e dai suoi mostri. A questo filo conduttore è collegata la ri-scoperta dell’innocenza, a mio avviso il tema più importante dell’intero arco narrativo. È grazie al senso profondo della ri-scoperta e dell’innocenza perduta che la Polvere viene salvata dalla sua fuga verso l’abisso: con la rivelazione dell’amore Will e Lyra salvano la Terra. I due ragazzi, i nuovi Adamo ed Eva, non recano peccato ma solo eterna primavera.

Questo amore salverà la Terra. Anche in questo caso, l’amore tra i due ragazzi segue una logica anticonvezionale e unica , distante da ogni quadro già visto in altre trasposizioni televisive. L’amore di cui parla Pullman non è il classico sentimento a cui diciamo di essere collegati fin dalla nascita. L’amore, in Queste Oscure Materie, è il fil rouge che connette le anime al di là del corpo. Will e Lyra si ritroveranno negli uccelli e nei fiori e persino nel pulviscolo dorato che aleggia nei raggi del sole. La forza dell’amore trapassa i mondi e gli squarci nel cielo per addentrarsi nei meandri cellulari, nei ricordi soavi che non macchiano mai di nero ma solo di rosso. L’amore non ha un inizio o una fine e per questo aleggia di fianco alla speranza di toccare una mano che non possiamo nemmeno sfiorare, di abbracciare qualcuno anche se quel corpo non è più tra noi. Gli atomi di Lyra e Will, in Queste Oscure Materie, saranno talmente stretti l’uno all’altro da non potersi staccare, da non lasciarsi andare, da incrociarsi sempre come pezzi di un puzzle, al di là dei mondi.

Una storia ricca di insegnamenti

Lyra e Roger in Queste Oscure Materie (640×360)

Queste Oscure Materie ci ha lasciato, oltre ad un viaggio carico di emozioni, tantissimi insegnamenti da portare nel bagaglio della vita. La serie ha rispettato in maniera fedele e coerente il romanzo di Pullman, tenendo intatta la magia delle pagine e l’eccezionale livello introspettivo dei protagonisti. Quest’ultimi sono chiamati a sfidare nessun drago o mostro, ma qualcosa di più grande, immensamente grande: il potere, l’influenza sulle menti. Queste Oscure Materie giunge alla convinzione che bene e male sono solo nomi per ciò che fanno le  persone, non per quello che sono e che tutti dobbiamo agire come se non fossimo soggetti al fato.