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Vacanze di Natale demolito dal New York Times: «Umorismo da toilette». Vanzina: «Non è un cinepanettone»

Sono trascorsi già quarant’anni dall’uscita di Vacanze di Natale, la commedia all’italiana con Christian De Sica, Jerry Calà e Claudio Amendola.

Il film, dopo aver ottenuto un enorme successo nel 1983, è diventato un vero e proprio cult e ha dato vita al fenomeno dei cinepanettoni, che per anni hanno attirato centinaia di spettatori al cinema durante le feste. Ideato dai fratelli Vanzina, la storia raccontava i vizi, le frivolezze, gli intrighi e le mode di un gruppo di italiani in vacanza a Cortina d’Ampezzo. Per celebrare i quarant’anni di una pellicola che, volente o nolente, ha fatto parte della storia cinematografica del nostro Paese, il film è tornato nelle sale lo scorso 30 dicembre per lo speciale Vacanze di Natale Day. In tanti si sono precipitati al cinema per riguardare questo classico della comicità e il film ha incassato in un solo giorno quasi 500mila euro. Per questo motivo la Nexo Digital ha deciso di distribuire la pellicola in versione restaurata in un’ultima occasione il 6 gennaio. È stata organizzata inoltre proprio a Cortina d’Ampezzo una serata, destinata alla stampa, per celebrare il traguardo raggiunto dal film.

Ha partecipato alla proiezione anche Jason Horowitz, il critico del New York Times, che in un articolo ha demolito Vacanze di Natale.

Il giornalista ha raccontato in un pezzo della festa chiassosa, che è stata organizzata nell’Hotel Posta di Cortina per celebrare il film, che ha dato inizio al filone dei cinepanettoni. Jason Horowitz poi ha provato a tracciare le ragioni del successo di questo genere cinematografico, che ha avuto una grande rilevanza in Italia. Nel 2009 ad esempio ha spinto la casa di distribuzione a rimandare l’arrivo di Avatar nel nostro Paese, per evitare che dovesse scontrarsi con Natale a Beverly Hills. Ecco cosa ha scritto Jason Horowitz per il New York Times:

Per tre decenni, i film hanno dominato il periodo natalizio, finché le loro star non sono invecchiate, le piattaforme di streaming hanno preso il sopravvento e i gusti e l’economia del settore sono cambiati. Mai ritenute adatte al consumo all’estero, erano per gli appassionati che amavano una fetta di cultura italiana durante l’edonista e spensierata fine del secolo. Per i critici, però, riflettevano il consumismo e il sessismo da showgirl dell’era Berlusconi che, come un vergognoso segreto, era meglio custodire in famiglia. Ora lo stanno riabilitando come classico di culto che ha elevato a forma d’arte l’amore italiano per il tradimento, per l’umorismo da toilette e per le imprecazioni folcloristiche, per lo scontro tra gli italiani di classe differente”.

Il giornalista ha riportato poi le parole di Claudio Cecchetto, che durante la serata ha proprio commentato le critiche, che nel corso degli anni sono state rivolte a Vacanze di Natale dagli intellettuali:

Gli intellettuali continuano a dirci che sono di basso livello. È basso, ma non capiscono: sono bassi apposta. Queste sono persone superintelligenti che hanno deciso di abbassarsi. Le persone vogliono solo divertirsi.”

Le dichiarazioni che il critico ha fatto sul New York Times sono arrivate in Italia e hanno già cominciato a far discutere. A chiudere, almeno per il momento, la polemica ci ha pensato Enrico Vanzina: “Il mio film Vacanze Natale non è un cinepanettone, dunque le critiche non mi riguardano. Non aggiungo altro perché non voglio alimentare alcuna polemica”.