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Netflix sarà obbligata a trasmettere canali di Stato in Russia

La piattaforma streaming Netflix, fondata nel lontano 1997, ha conquistato milioni di abbonati in tutto il mondo con il suo nuovo modo di fare televisione, surclassando importanti aziende: malgrado le continue cancellazioni all’interno del suo catalogo (la lista completa dei 96 film in scadenza la potete trovare in questo articolo), lo streamer continua a mantenere alta l’attenzione dei propri telespettatori grazie anche agli arrivi mensili (qui potete trovare le novità del mese di gennaio) e settimanali.
Anche se però continua a ricevere critiche dovute alle cancellazioni improvvise delle serie televisive che l’azienda stessa produce (come per esempio queste 5 Serie Tv), Netflix continua ad andare avanti credendo in ulteriori ed importanti progetti.

Purtroppo negli ultimi giorni sembra essere stata presa di mira dalla Russia, la quale avrebbe fatto una richiesta un po’ particolare all’azienda streaming. Scopriamo quale!

La Russia impone nuove regole sulla trasmissione dei canali alla piattaforma streaming

Il sito di sorveglianza dei media statali russi richiederà a Netflix di offrire canali televisivi statali ai suoi clienti russi dopo aver aggiunto martedì il servizio di streaming con sede negli Stati Uniti al suo registro di “servizi audiovisivi”.
Il registro di Roskomnadzor, creato alla fine del 2020, si applica ai servizi di streaming online con oltre 100.000 utenti giornalieri e richiede loro di rispettare la legge russa.

I servizi registrati sono inoltre tenuti a fornire i flussi di 20 principali canali televisivi federali russi.

A partire da marzo 2022, dunque, la piattaforma Netflix sarà obbligata a offrire ai suoi utenti in Russia le trasmissioni del Canale Uno, di proprietà statale di punta, di NTV incentrato sull’intrattenimento e del canale interno della Chiesa ortodossa russa Spas, che significa “Salvato“.
Le leggi a cui la piattaforma streaming dovrà ora obbedire includono disposizioni controverse che vietano la promozione dell'”estremismo“, una restrizione che è stata utilizzata contro i sostenitori dell’opposizione anti-Cremlino.

La Russia negli ultimi mesi ha inasprito le restrizioni alle operazioni dei giganti stranieri di Internet all’interno dei suoi confini. Le due aziende Google e Apple sono stati entrambi costretti a rimuovere i contenuti relativi al critico del Cremlino incarcerato Alexei Navalny e ai suoi associati prima delle elezioni parlamentari russe di settembre, dopo che le autorità hanno minacciato di perseguire i dipendenti locali dei giganti della tecnologia.

La scorsa settimana, la Russia ha schiaffeggiato Google e Meta con multe record per un totale di 125 milioni di dollari, accusandoli di non aver ripetutamente eliminato i contenuti che i censori russi avevano segnalato come illegali.

È sicuramente un’azione controversa.
Tutto questo potrebbe creare un precedente per far sì che altre nazioni facciano la medesima richiesta alla piattaforma streaming?

Fateci sapere cosa ne pensate nei commenti qui sotto!

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