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Memory – La Recensione del commovente film con Jessica Chastain

Michel Franco ha presentato Memory in anteprima all’80esima Mostra del Cinema di Venezia (qui puoi monitorare quando e dove trovarlo in streaming). Con protagonisti Jessica Chastain e Peter Sarsgaard, vincitore della Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile alla kermesse cinematografica, la pellicola è un toccante ritratto dell’amore e declinato come cura dell’altro. Il regista messicano è ritornato al Lido dopo 3 anni di assenza: l’ultima volta, infatti, aveva presentato in concorso Nuevo Orden, vincitore del Leone d’Argento Gran Premio della Giuria. Franco ha definito Memory, nelle sale dal 7 marzo, come la storia tra due personaggi “incapaci di vivere se non nelle crepe della società“.

Memory – La trama del film con Jessica Chastain

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Peter Sarsgaard e Jessica Chastain nel film

Sylvia (Jessica Chastain) ha un passato drammatico di abusi e alcool. La donna lavora come assistente sociale in un centro di cura per adulti e si occupa della dolce figlia adolescente Anna (Brooke Timber). Una sera, a una reunion di vecchi compagni del liceo, Sylvia viene avvicinata da un uomo che le sorride e cerca di parlarle, scambiandola per qualcuno che conosce. Sylvia lo allonanta, ma l’uomo arriva a seguirla fin sotto casa. Incurante della pioggia battente che continua a cadere durante la notte, l’uomo resta sotto casa di Sylvia, come in attesa.

Sylvia lo raggiunge e scopre dal fratello di lui (Josh Charles) che l’uomo misterioso si chiama Saul (Peter Sarsgaard) ed è affetto da demenza. Saul ammette di non sapere perché l’ha seguita, ma non può fare a meno di fidarsi di lei. Vista l’inaspettata simpatia dell’uomo per Sylvia, suo fratello le propone di prendersi cura di lui durante il giorno. Inizialmente titubante, Sylvia decide di accettare. Così, tra lunghe passeggiate e dialoghi, i due si scopriranno più simili di quanto pensino e tra loro nascerà un sentimento inaspettato.

L’amore come cura dell’altro nel racconto di due outsider della società

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Peter Sarsgaard e Jessica Chastain in una scena del film diretto da Michel Franco

Il regista messicano, in Memory, mette in scena una storia d’amore complessa: quella tra una donna che vorrebbe fuggire dal suo passato e un uomo che, involontariamente, finisce per farlo scivolare via nei meandri della sua mente. Questa spinta contrapposta tra i due personaggi è ciò su cui si innesta la storia del film. Un racconto tenero e struggente di come l’amore riesca a dare luce lì dove la società aveva deciso che dovessero esserci solo miseria e ombra.

Per motivi diversi, Sylvia e Saul sono due reietti, due outsider della società in cui vivono. La demenza di Saul lo rende inadatto a vivere in un mondo che fa della disabilità e della malattia qualcosa di cui vergognarsi. Sylvia, invece, ha forti difficoltà a fidarsi dell’altro e nel suo passato si celano orrori da cui non è facile scappare.

Jessica Chastain e Peter Sarsgaard sono due intepreti eccezionali

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Jessica Chastain nel film

Grazie all’interpretazione dei suoi eccellenti protagonisti, Memory è in grado di commuovere il pubblico, senza, tuttavia, diventare racconto pietistico di due personaggi ai margini della società. Jessica Chastain – che rientra nella lista delle attrici che hanno vinto un Oscar più criticate degli ultimi 50 anni – è in stato di grazia per questo film e, ancora una volta, si riconferma una delle attrici più valide della sua generazione. L’attrice è tornata al Lido di Venezia dopo Scene da un matrimonio, nel quale recitava al fianco di Oscar Isaac e dopo il quale la loro amicizia non è stata più la stessa. Peter Sarsgaard è un magnetico e intenso Saul e ha meritatamente vinto la Coppa Volpi per il suo lavoro. L’attore ha preso parte alla serie Netflix Wormwood, tra i tanti lavori (qui potete trovarne il trailer).

Michel Franco si serve, per raccontare di una storia d’amore così complessa e struggente, di una regia statica

Qui preferisce infatti mantenere una rispettosa distanza dal dramma che si consuma sulla scena, per non accentuarlo. Eppure, nonostante l’apparente freddezza della regia di Franco, traspare tutto il calore umano e la compassione per i suoi personaggi. Non c’è giudizio nell’occhio del regista, né condanna alcuna. Il racconto delle difficoltà di Saul e Sylvia è il racconto di due solitudini che si incontrano e si scoprono simili.

Per mostrarlo, Franco si serve anche della fotografia di Yves Cape: le scene sono avvolte da sfumature sognanti, quando Saul e Sylvia sono insieme, a racchiudere il loro amore in una bolla protettiva. Per poi mostrare la crudezza della realtà, sfruttando palette di grigi e toni neutri la cui intensità varia a seconda del dramma dell’azione. Delicato, esteticamente curato e intimo, Memory di Michel Franco riesce nel difficile compito di mostrare un amore poco convenzionale, che riesce davvero a vivere nelle crepe della società. E a proposito di film che hanno convinto, vi lasciamo con la recente lista di tutti i vincitori degli Oscar 2024.