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Non guardate questi film (se non volete piangere tutte le vostre lacrime)

Non le guardare. Non ti avvicinare, neanche per errore. Se non sai di poterle gestire, stai lontano da loro. I film sanno essere una grande opera di intrattenimento, ma sanno anche farti del male. Insomma, sanno parlare di te in un modo per cui devi sapere se sei davvero pronto. Prima di premere il tasto play riflettici bene. Metti in fila le tue priorità, le tue necessità, cerca di capire di cosa tu abbia bisogno. Se non hai intenzione di guardare qualcosa che ti studi dentro facendo luce su tutte le tue vulnerabilità, allora posticipa la visione fin quando non ti sentirai in grado di affrontare ciò che ti diranno. Le pellicole come One Day o Il Miglio Verde non sono sempre semplici da digerire. Insomma, non sono una buonanotte prima di dormire. Dopo averle viste, potresti infatti faticare ad addormentarti. Una lunga serie di mostri interiori potrebbero venire a farti visita dopo aver concluso l’episodio, e come si fa se succede? Davvero amico, riflettici. Fallo per bene, senza fretta. Noi ti aiutiamo, intanto. Ti diciamo quali film dovresti evitare se non sei pronto a questo tipo di visione. Facciamo il possibile, insomma, ma poi tocca a te.

Da One Day a Aftersun: ecco quali film non dovresti assolutamente guardare se non vuoi piangere tutte le tue lacrime

1) One Day

Film
One Day (640×360)

Esiste qualcuno che, dopo aver visto One Day, sia davvero riuscito a voltare pagina? Se esiste fatecelo conoscere, fateci stringere la sua mano. Insomma, One Day non è una pellicola di cui puoi scordarti facilmente. Fin dall’inizio il complesso rapporto tra i due protagonisti si dimostra inconciliabile esattamente come il loro modo di vivere la vita, e questo farà penare non poco il telespettatore. Ma il peggio avviene quando i due finalmente riescono a essere degli innamorati con dei turni conciliabili. Proprio quando tutto finalmente va per il verso giusto, ecco la catastrofe. La pellicola del 2011, diretta da Lone Scherfig, rimane ancora oggi uno dei film di punta della straordinaria Anne Hathaway che, insieme a Jim Sturgess, ha dato vita a una vera e propria storia d’amore in chiave drammatica. Profondamente drammatica. Se vuoi guardarla, amico, vai pure. Ma stai attento. Sarà una delle tue prove più difficili.

2) Beautiful Boy

Beautiful Boy (640×360)

Diretto da Felix Van Groeningen e con due straordinari Steve Carell e Timothée Chalamet, Beautiful Boy è una di quelle pellicole che più ti entrano nelle ossa e ti immobilizzano per diverse ore dopo la visione del film. La tematica estremamente delicata dedicata all’uso di sostanze stupefacenti non è infatti l’unica parte difficile da affrontare all’interno della pellicola. Il vero protagonista è il dolore del padre, la sua speranza e i suoi tentativi vani di aiutare il proprio figlio a tirarsi fuori da quel tunnel da cui è stato inghiottito prima ancora di poter prendere in mano la situazione. Per questa ragione Beautiful Boy è un film fatto di tentativi, di prove e riprove, di speranze ma anche di resa. Il finale non lascia spazio ad alcun momento felice, ma sembra promettere un futuro che riusciamo a scoprire soltanto attraverso i titoli di coda. Distribuita nel 2018, questa è una pellicola estremamente complessa (tratta da dei libri) che potrebbe ridurvi in lacrime già con l’inizio della sua primissima scena. Noi vi abbiamo avvisato.

3) The Son

The Son (640×360)

Diretto da Florian Zeller, The Son è il sequel di The Father. I due film raccontano infatti il rapporto con i propri familiari attraverso un punto di vista e una storia differente. Se il secondo si concentra sul padre, questo lo fa sul figlio. Se il secondo racconta la demenza, questo racconta la depressione. Nel dettaglio, al centro di tutto troviamo una famiglia spaccata in due da un divorzio che ha sconvolto il figlio adolescente Nicholas, un ragazzo che sente intorno a sé il vuoto e che non riesce a vedere alcun tipo di luce. Per tutta la durata del film i genitori cercano di trovare un modo per salvarlo, per tenerlo al sicuro da quel vuoto che lo circonda dentro e fuori. Il punto più difficile, però, si concretizza durante il finale della pellicola. Quel momento, così reale per il telespettatore, nasconde infatti una spiegazione struggente e dolorosa che ci racconta quale sia stato il vero futuro di Nicholas. Inizialmente The Son potrebbe sembrare un film che racconta il difficile rapporto di un adolescente con i propri genitori, ma presto vi accorgerete che c’è qualcosa di più qui dentro, e che fa malissimo.

4) The Father

The Father (640×360)

Diretto dallo stesso regista di The Son Florian Zeller e con due immensi Olivia Colman e Anthony Hopkins, The Father è un film estremamente complesso e duro da guardare. La spendida interpretazione dell’attore premio Oscar riesce infatti a bucare lo schermo portandoci all’interno della sua confusione, del suo dolore, dei suoi maltrattamenti. The Father non è soltanto un film drammatico, è un film spaventoso per quanto sembra vero. Le diverse interruzioni delle scene e i flashback sono infatti utilizzati all’interno della pellicola per raccontarci in che modo il protagonista viva la sua vita, come il tempo scorra di fronte a sé e nella sua mente. Anche se sottovalutato dal pubblico ma fortunatamente acclamato dalla critica, The Father è una prova difficilissima, un film che vi logorerà dentro e che vi farà sviluppare un senso di empatia per cui si annullerà il concetto di realtà e il concetto di finzione.

5) Philadelphia

Philadelphia (640×360)

Distribuito nel 1993, Philadelphia è uno dei film anni ’90 più attuali e coraggiosi. Per la prima volta vengono infatti raccontate l’AIDS e la discriminazione senza filtri e con la giusta trasparenza.Con Tom Hanks e Denzel Washington, la pellicola racconta la storia di Andy, un ragazzo omosessuale affetto da AIDS che perde tutto per via della sua condizione mal vista dalla società. Ciò che è importante ricordare prima di decidere di guardare davvero Philadelphia è che questo film non fa soltanto piangere, non fa soltanto buttare giù le proprie lacrime, fa anche incaz*are. E tanto. Il finale, così dolce e amaro, restituisce a Andy ciò che ha perso, ma lui non sarà mai a conoscenza di tutto questo. Il tempo era troppo poco, e il processo troppo lungo. E La società troppo indietro.

6) Il Miglio Verde

Il Miglio Verde (640×360)

Tratto dall‘omonimo romanzo di Stephen King, Il Miglio Verde è quello che si potrebbe definire una favola moderna che come nemici non ha i draghi o le Regine cattive, ma il pregiudizio. Diretto da Frank Darabont, la pellicola racconta la storia di un gigante buono che viene ingiustamente ritenuto colpevole di aver ucciso due bambine. Il motivo purtroppo ha a che fare con il suo colore della pelle. Con la sua corporatura mastodontica. Guardandolo, tutti credevano che soltanto delle mani come le sue avrebbero potuto compiere un simil gesto così atroce. Ma non sanno. Non conoscono ciò che le mani di quest’uomo sono in grado di fare, e non per distruggere. John Coffey rimane ancora oggi uno dei personaggi del cinema più straordinari di sempre, uno di quelli che ti racconta la vita facendoti ancora credere che qualcosa di meraviglioso possa accadere, anche se a lui non è mai capitata. Il Miglio Verde dura per ben tre ore, e sono davvero ore difficili passate in apnea nella speranza di un lieto fine.

7) Aftersun

Aftersun (640×360)

Quando guardi Aftersun inizialmente non lo capisci. Ti sembra soltanto la storia di un padre e di una figlia in vacanza. Durante lo sviluppo, però, cominci a intravedere il vero significato del film, la sua vera essenza. E comprendi. Aftersun è l’ultimo ballo di un padre e di una figlia, l’ultimo saluto che nessuno dei due aveva previsto fosse tale. E’ l’abbraccio che per fortuna hai dato anche se non sapevi fosse l’ultimo e, ingenuamente, credevi ne potessi avere altri. Con uno straordinario Paul Mescal, la pellicola ha presto riscosso un successo sorprendente che nessuno si aspettava inizialmente, ma se non lo avete visto aspettate. Fermatevi un attimo e chiedetevi se siete effettivamente pronti per questa pellicola devastante che vi farà ripensare a tutte quelle volte in cui avete salutato qualcuno con la certezza assoluta di rivederlo, senza sapere che lo stavate salutando per l’ultima volta.

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