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La classifica delle 5 serie tv storiche più ridicole di sempre

Negli ultimi anni quello delle serie tv ad ambientazione storica è diventato uno dei generi in assoluto più frequentati, basti pensare a prodotti recenti ad altissimo tasso di gradimento come l’ultimo nato in casa Netflix Bridgerton o (su tutt’altro livello, sia chiaro) The Crown.

È doveroso precisare, tuttavia, che non sempre i risultati sono stati all’altezza delle aspettative, riservandoci in più di qualche occasione inaspettate cadute di stile e una qualità non sempre eccelsa.

Del resto, c’è da considerare che stiamo parlando di un genere dalla messa in scena di non facile realizzazione, che prevede una cura degli scenari, dei costumi e, in generale, delle ambientazioni maggiore rispetto a quanto necessario per un semplice teen drama o un legal thriller.

Bridgerton

Se uniamo queste problematiche di carattere visivo con la necessità di una sceneggiatura solida e, per quanto possibile, contenutisticamente accurata, comprendiamo subito come realizzare una serie tv ambientata nel passato di alta qualità non sia esattamente una passeggiata.

Ed è per questo che oggi ci proponiamo di stilare una classifica dei 5 tra gli show storici in assoluto più ridicoli, ma che in qualche caso si sono rivelati comunque (e contro ogni aspettativa) dei grandi successi di pubblico.

5) Bridgerton

Apre la nostra classifica uno dei titoli di maggior successo degli ultimi tempi, Bridgerton. Consapevoli che se ne è ormai detto di tutto e il contrario di tutto, c’è comunque un dato che spesso rischiamo di dimenticare: lo show prodotto da Shonda Rhimes è pur sempre una serie tv storica.

Al di là infatti dei cucchiaini leccati dal duca e degli amplessi consumati in tutti i luoghi e in tutti i laghi, Bridgerton è difatti ambientata nella Londra dei primi dell’800, in piena epoca Regency come i romanzi di Jane Austen cui si ispira (o vorrebbe fare, perlomeno).

Come è ormai arcinoto, i protagonisti della vicenda sono i membri della nobile famiglia Bridgerton del titolo, che tra trame di corte e sussulti del cuore devono cavarsela nello spietato mercato matrimoniale dell’alta società inglese.

E di per sé Bridgerton sarebbe anche una serie leggera e gradevole da guardare (qui vi spieghiamo perché), e questo nonostante alcune trovate da soap opera o gli evidenti anacronismi rischino di suscitare in più occasioni qualche risatina di troppo.

4) Spartacus

E a proposito di Starz, ormai lo sappiamo: la casa di produzione statunitense ci ha abituati a un concetto di revisionismo storico che il più delle volte ci fa drizzare i capelli. E purtroppo non tutti gli show sono Black Sails, e Spartacus ne è la prova lampante.

La serie cult del 2010 che vede per protagonista il gladiatore trace Spartaco è infatti il vero emblema della spettacolarizzazione in salsa americana della storia antica. Volendo riassumere in poche parole, un trionfo di muscoli e scollature femminili buttate un po’ a caso sullo sfondo della Roma repubblicana.

E quanto detto finora a proposito delle imprecisioni storiche per Spartacus vale anche il doppio, e ciò a partire dalla caratterizzazione dei protagonisti, dei quali ciò che salta subito all’occhio sono gli addominali perfettamente scolpiti (per gli uomini) e i vistosi ritocchini estetici (per le donne, quasi sempre seminude).

In definitiva, tanto sesso e violenza e una Lucy Lawless dagli improbabili capelli rosso fuoco per una serie che, al di là dell’alto tasso di trash, ha saputo comunque conquistare milioni di spettatori grazie a una sceneggiatura dal ritmo decisamente incalzante.

3) Reign

Con la serie prodotta da The CW entriamo, semplicemente, nell’Olimpo del trash.

Ambientato nella Francia del 1557, lo show del 2013 è infatti una rappresentazione in chiave teen drama della giovinezza di Mary Stuart, che fa del largo (e inquietante) uso di dinamiche alla Pretty Little Liars la sua cifra stilistica dominante.

Ma cosa non ha funzionato esattamente in Reign?

In realtà sarebbe più facile rispondere alla domanda opposta, perché la lista dei motivi che hanno fatto salire questa serie sul podio della nostra classifica sono veramente tanti.

Il dato che salta subito all’occhio è la pessima recitazione, e il fatto che tutti gli attori sembrino usciti da un teen-movie di serie B non aiuta certo a migliorare le cose. Costumi e acconciature sono anacronistici in un modo imbarazzante, e gli intrecci sentimentali risultano talmente banali, telefonati e zeppi di cliché da far impallidire lo spettatore con le pretese più basse.

Più che nobili del ‘500 i protagonisti sembrano una manica di adolescenti bellocci dei tempi di Instagram, i cui rapporti sono scanditi da una sceneggiatura raffazzonata che si regge in piedi grazie a un costante abuso di stereotipi e scelte narrative obbligate.

Non ce la sentiamo neppure di definire Reign un guilty pleasure come, ad esempio, può essere un Bridgerton, perché il livello è talmente basso sotto tutti gli aspetti che di pleasure resta veramente ben poco.

Ecco perché la serie targata The CW non poteva che meritare la medaglia d’oro della nostra classifica. E in fin dei conti restiamo convinti che, in un panorama seriale che ci riserva capolavori come The Crown, in futuro verranno fuori altre perle trash storiche in grado di farci sognare come e più delle cinque serie da noi scelte. Del resto, la storia abbonda di episodi da stravolgere e banalizzare: non ci resta che attendere fiduciosi.

2) Da Vinci’s Demons

Bridgerton

Lo show del 2013 targato Starz si propone di narrare le avventure del venticinquenne Leonardo Da Vinci nella Firenze del 1400, mescolando tra loro scienza, esoterismo e intrighi politici.

E fin qui tutto bene, non fosse che la caratterizzazione del protagonista ha fatto storcere più di qualche naso per la sua natura vagamente kitsch e un po’ troppo sopra le righe. Leonardo ci è infatti proposto nei panni di un sexy e ribelle playboy, un inquietante ibrido tra Nek e il mago Casanova che figurerebbe decisamente meglio all’interno di una boy band piuttosto che alla corte medicea.

Se aggiungiamo le immancabili imprecisioni storiche, una sceneggiatura dispersiva e il solito spreco di nudi femminili in pieno stile Starz, capiamo subito che il ciuffo impomatato e il giubbottino di pelle semiaperto del seppur bravo Tom Riley non bastano a portare a casa il compito.

1) Troy – La caduta di Troia

Bridgerton

Riscaldiamo i motori con la miniserie BBC del 2018, che tanto ha fatto parlare di sé all’epoca della sua uscita su Netflix (e non per i suoi meriti).

Lo show vorrebbe ispirarsi all’assedio di Troia narrato nell’Iliade omerica, ma il risultato è un ibrido privo di carattere tra una recita del liceo e un telefilm anni ’90 a tema mitologico come gli indimenticati Xena e Hercules.

E non ci riferiamo alla scelta (da molti ritenuta opinabile) di attori di colore per i ruoli di Achille, Patroclo o Zeus, ma a una generale mediocrità del cast unita a una sceneggiatura poverissima e priva di spessore che nulla restituisce al capolavoro omerico in termini di pathos o, perlomeno, di epicità.

Diciamo pure un flop su tutta la linea, con costumi improbabili e una narrazione banalotta quasi del tutto incentrata sulla love story tra Paride ed Elena, che pur volendo essere pruriginosa spesso finisce col risultare soporifera.

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