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Black Mirror – Striking Vipers: Freud lo chiamava “stimolo sensoriale esterno”

La quinta stagione di Black Mirror, approdata su Netflix a inizio estate, a detta di molti non ha soddisfatto le numerose aspettative di chi l’ha attesa con ansia per mesi.

Composta da soli tre episodi, tra l’altro interpretati da attori celebri come Miley Cyrus (accusata di plagio), Anthony Mackie e Andrew Scott, la stagione è stata accusata di aver ormai perduto l’angosciante impronta riflessiva che la contraddistingueva come un marchio di fabbrica.

L’abuso della tecnologia in primis, ma anche l’assenza di etica che ne sussegue, è sempre stata motivo di discussione tra i fan della serie che ormai sostengono però di aver poco su cui discutere viste le tematiche sempre meno audaci delle ultime stagioni.

Striking Vipers offre eccome, però, uno spunto notevole su cui discutere e confrontarsi, perché affonda le sue radici nelle torbide e tumultuose acque del matrimonio, analizzandone desideri inconsci e privazioni.

Black Mirror

La tematica affrontata da Charlie Brooker e soci in questo episodio di Black Mirror è quella legata al tradimento virtuale e, più generalmente, al desiderio. È proprio in relazione al concetto di desiderio (in quanto represso, inconscio) che si verifica un’associazione freudiana che rende l’episodio qualcosa di più di un banale excursus sulla realtà virtuale.

Il protagonista, padre devoto e marito fedele, si ritrova a giocare a un gioco di combattimento online con un vecchio amico che finirà per prendere risvolti che, decisamente, i due non si aspettavano. Anche lo spettatore di conseguenza arriva a porsi le stesse domande che si porranno in seguito marito e moglie. Un tradimento virtuale è un tradimento effettivo?

Premesso che ogni matrimonio è un universo a sé, composto da leggi, divieti e permessi propri che non necessariamente devono essere condivisi da altri “universi” vicini. Rimane il concetto generale di cosa è reale e cosa no.

In Striking Vipers (qui la nostra recensione) i due protagonisti si ritrovano a dare sfogo a una parte di loro che non necessariamente sentirebbero di dover vivere o approfondire nella vita reale. Come se stessero vivendo una fantasia, si lasciano trascinare in questa avventura con la stessa facilità che si può ricreare durante un sogno erotico notturno, di cui la mattina non ci sentiamo colpevoli.

Black Mirror

Quanto è facile nascondersi dietro a un “Ma in fondo non è reale!”?

Non ero davvero io quella/o o un nemmeno lo/a conosco/a possono essere difese legittime tanto quanto scuse codarde, a seconda del tipo di giudice a cui vengono proposte. Il tradimento virtuale è un argomento davvero soggettivo che, più spesso di quanto si pensi, ha sviluppi diversi a seconda della coppia che lo vive. Esattamente come dimostreranno i coniugi di Striking Vipers.

Per alcuni ciò che non implica il coinvolgimento reale del corpo è perdonabile. Un po’ come se fosse un tradimento astratto, come quello che tanti di noi possono attuare nella propria mente senza spingersi oltre la barriera del semplice pensiero o sfogare nel mondo onirico, come in un certo senso fanno i nostri protagonisti.

Freud lo chiamava stimolo sensoriale esterno: il processo che, in poche parole, trasforma in sogni ciò che il nostro corpo percepisce nello stato del dormiveglia.

Ciò che accade nel videogioco, per i due protagonisti, non è qualcosa che loro sentono di riportare nella realtà una volta fatto il Log Out.
Così come la sublimazione onirica dello stimolo sensoriale esterno di Freud non è qualcosa che ci segue una volta usciti dal mondo onirico.
Non necessariamente, almeno.

striking vipers

Ciò che accade dentro la nostra coscienza quando “spegniamo” il controllo della ragione nascondendoci dietro un avatar digitale o un nickname fasullo, ci fa sentire di poter aggirare il senso di colpa legato al tradimento ed è forse proprio quello che alla fine causa più problemi.

La sensazione di voler “fregare” le leggi del matrimonio.

Anche se poi, come dimostreranno Danny e Theo, ogni relazione può risorgere oppure soccombere dopo un episodio simile.

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