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Le 5 migliori Serie Tv che hanno raccontato uno scontro razziale

È dura da accettare, ma ancora oggi essere un cittadino afroamericano in America non è affatto facile. Anzi, le (a volte) violente proteste del movimento Black Lives Matter e i terribili abusi sugli individui di colore che affollano le testate giornalistiche d’oltreoceano, ci fanno quasi pensare di vivere in un episodio di Watchmen più che nella realtà civile. Evidentemente alimentare lo scontro razziale come ha fatto Trump non lo ha aiutato a vincere le elezioni, ma solo a esasperare il conflitto sociale.

Prima dei media e del BLM, dobbiamo riconoscere alle serie tv di aver raccontato al grande pubblico gli scontri razziali del passato, usando in modo intelligente la grammatica televisiva del genere drammatico, ma anche del fantasy e dell’horror. Se non sapete di cosa stiamo parlando, potete recuperare leggendo in questa lista le 5 migliori serie tv che hanno raccontato lo scontro razziale in questi anni.

1) Lovecraft Country – La terra dei demoni

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Tra i produttori di Lovecraft Country – La terra dei demoni figurano quei geni di J. J. Abrams e Jordan Peele, di cui si percepisce chiaramente l’influenza di fantascienza vintage del primo e del thriller horror con sfumature satiriche del secondo (sceneggiatore da Oscar per Scappa – Get Out nel 2018). La storia inizia con Atticus Freeman (Jonathan Majors) un giovane afroamericano che si mette in cerca del padre scomparso viaggiando attraverso l’America segregazionista di fine anni ’50. La serie porta sullo schermo il mondo immaginario dello scrittore H.P. Lovecraft per trasformarlo in una metafora horror sul razzismo americano e sulla violenza tra razze che ha provocato nel secolo scorso. L’idea narrativa è ottima, così come l’estetica è ineccepibile, tipica dei prodotti HBO. I 10 episodi sono disponibili in Italia su Now Tv.

2) Black Earth Rising

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Black Earth Rising è una serie prodotta da Netflix e dalla Bbc . La storia ha come protagonista la giovane legale Kate Ashby (Michaela Coel), nata in Ruanda durante il genocidio e poi adottata, ed Eve Ashby (Harriet Walter), importante avvocata britannica. Quest’ultima viene chiamata come legale d’accusa in un processo internazionale contro un generale tutsi ruandese che ufficialmente aveva dato un forte contributo per porre fine al genocidio anni prima, adesso però viene accusato di gravi crimini di guerra. Da qui inizia una storia di intrighi internazionali che appassiona lo spettatore affrontando il tema del razzismo in un modo differente per una serie tv: nei primi 5 minuti dello show, uno studente di colore chiede a Eve perché l’Occidente crede di sapere ciò che è meglio e di poter decidere per l’Africa. Lo spettatore trova la risposta solo dopo aver visto tutti gli 8 episodi che compongono la serie.

Black Earth Rising affronta il razzismo unendolo ai temi del nazionalismo e del sovranismo occidentale nei confronti del continente africano, che si uniscono ai temi politici e di sfruttamento internazionali. La serie inizia lentamente ma i protagonisti, John Goodman e Michaela Coel (Black Mirror, I May Destroy You) sono due attori formidabili e la loro recitazione è la forza trainante di gran parte del racconto.

3) When They See Us

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When They see us racconta del caso dei Central Park Five, i 5 ragazzi newyorkesi ingiustamente accusati di aver aggredito, stuprato e lasciato in fin di vita una ragazza che stava facendo jogging nel parco, nella serata del 19 aprile 1989. Essendo di colore, furono subito presi in carico dalla polizia, che li costrinse con la forza a dichiarare il falso. Furono dichiarati colpevoli senza alcuna prova concreta, e condannati dai 6 ai 13 anni di carcere provocando un forte scontro sociale tra bianchi e neri nella New York di fine anni ’80. La serie è un racconto reale e la dimostrazione lampante della persistenza dei pregiudizi razziali verso gli afroamericani, soprattutto tra le forze di polizia e i funzionari del sistema giuridico americano. Ma anche tra certi repubblicani: nella storia finisce pure Donald Trump che all’epoca del processo pagò una pagina del New York Times 85.000$ schierandosi a favore della reintroduzione della pena di morte per i 5 ragazzi. Toccante il finale in cui vediamo i reali protagonisti della storia.

4) Dear White People

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Il titolo della serie riprende quello del programma radiofonico di Sam (Logan Browning), una studentessa dell’Università di Winchester che dietro al microfono fustiga i comportamenti dei compagni bianchi, colpevoli di uniformarsi al pregiudizio razziale della società americana. Dear White People racconta provocatoriamente cosa sia il razzismo al giorno d’oggi. Breve, veloce è tremendamente tagliente – la parodia di Scandal è pazzesca – mentre strappa un sorriso, fa riflettere su come la comunità nera debba vivere ancora oggi difendendosi dalla società bianca.

5) Watchmen

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Tratta dal fumetto di culto di Alan Moore e Dave Gibbons, Watchmen è una serie tv ambientata a Tulsa, in Oklahoma, in una società simile alla nostra ma dove il nemico da combattere è un gruppo di suprematisti bianchi che si ispirano al Ku Klux Klan, chiamati la Settima Cavalleria. Questi ultimi cercano di uccidere tutti i poliziotti che incontrano, costringendo le forze pubbliche a girare con la maschera per proteggere la loro identità. Come Godzilla sublimava la paura del nucleare, Watchmen è allo stesso tempo la rappresentazione del rinnovato razzismo suprematista dell’America trumpiana. Serie complessa e raffinata, merita una visione attenta per cogliere tutte le sfumature, i riferimenti e le citazioni alla reale società.

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