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Introduzione

Vis a Vis – Il prezzo del riscatto è una serie tv spagnola ideata da Iván Escobar, Esther Martínez Lobato, Álex Pina e Daniel Écija, e terminata definitivamente nella primavera di questo 2020. Prima che i diritti venissero acquistati da FOX Networks Group España nel 2017 e da Netflix nel 2019, la serie ha dovuto affrontare un destino travagliato e per certi versi molto simile a quello de La Casa de Papel. Vis a Vis, prodotta inizialmente da Globomedia e Atresmedia, venne infatti cancellata subito dopo la messa in onda, nel 2015, della prima e della seconda stagione sul canale spagnolo Antena 3.

Nonostante lo scarso successo ottenuto in Spagna, Netflix ha comunque deciso di acquisire i diritti dello show e nel 2020 di rilasciare anche El Oasis, probabilmente perché mosso dall’idea di sfruttare l’onda del successo de La Casa de Papel, in cui rivediamo Alba Flores nel ruolo di Nairobi e Najwa Nimri nel suolo di Alicia Sierra, e de Le ragazze del centralino, in cui rivediamo Maggie Civantos nel ruolo di Ángeles Vidal. In effetti entrambe le altre serie to spagnole hanno continuato a catturare il pubblico tra il 2019 e il 2020. Dunque con la terza e la quarta seguite dallo spin-off si è tentato di calare un sipario più o meno dignitoso sulla vita delle carcerate di Cruz del Sur e di Cruz del Norte.

Vis a vis

Purtroppo il nuovo progetto non si è rivelato migliore o più interessante del primo, poiché nella terza e nella quarta stagione gli sceneggiatori hanno solo continuato a calcare la mano su una rappresentazione gratuita ed esasperata della violenza sessuale.

Le molestie, gli stupri e gli abusi in Vis a Vis sono all’ordine del giorno.

Ma al contrario di Orange is the New Black – serie americana che anche nel suo essere una commedia drammatica affronta con coerenza la corruzione e i giochi di potere attuati nelle carceri – in Vis a Vis si perde ogni tentativo di seria critica sociale e di sensibilizzazione. Ogni scena diventa solo un pretesto per inserire ed esasperare fantasie sessuali di personaggi vecchi e nuovi che le infliggono o che le subiscono. Ciò che si avverte durante la visione sono sensazioni di ribrezzo e fastidio, uniti alla consapevolezza che ciò a cui si assiste è un parossismo che cade nel ridicolo e che abbandona ogni tentativo di sorprendere piacevolmente lo spettatore, perché alla fine ogni personaggio diventa prevedibile.

Parlando della terza e della quarta stagione, Daniel Pérez ha dichiarato:

Quando abbiamo deciso di continuare  Vis a Vis, uno dei nostri obiettivi era quello di dare alla serie un livello più vicino alla sua altezza. 

Daniel Pérez

In effetti la scomparsa del personaggio di Fabio Martínez (Roberto Enríquez), della direttrice di Cruz del Sur Miranda Aguirre (Christina Plazas), di Leopoldo Ferreiro (Carlos Hipólito), di Román Ferreiro (Daniel Ortiz), di Ismael Valbuena Ugarte (Harlys Becerra) e inizialmente di Carlos Sandoval (Ramiro Blas) aveva migliorato la trama della terza stagione, colpita negativamente forse solo dall’uscita di scena di Anabel Villaroch (Inma Cuevas) e di Macarena Ferreiro (Maggie Civantos). Tuttavia questa scelta ha permesso agli sceneggiatori di concentrarsi di più sul personaggio di Zulema Zahir (Najwa Nimri), che merita il titolo di miglior protagonista della serie.

Il desiderio di fuga, la pazzia e la backstory la caratterizzano e la rendono il pilastro della storia. Purtroppo però della sua vita prima del carcere hanno deciso di mostrare solo dei brevi excursus incompleti e confusi, derivati dalla decisione improvvisa di far apparire la madre di lei dal nulla dopo trent’anni di assenza. Per non parlare dell’amaro destino che ha dovuto subire la figlia di Zulema, Fàtima Amir, un altro personaggio testimone di una sceneggiatura forzata e inventata al momento. La ragazzina compare improvvisamente nella narrazione affinché Sandoval compia la sua vendetta contro Zulema e si faccia rivelare dove si nasconde Altagracia (Adriana Paz). Come volevasi dimostrare, la vendetta ancora una volta consiste nella violenza e nell’abuso sessuale a cui la ragazza di diciotto anni è costretta a sottostare tramite l’inganno, con la ciliegina sulla torta che vede Zulema costretta ad assistere e a pregare Sandoval di far smettere i tre energumeni ormai sopra la figlia.

Citando il produttore esecutivo e showrunner Iván Escobar: le serie devono finire quando la loro narrativa lo richiede. Purtroppo nel caso di Vis a Vis non è accaduto e la storia ha continuato a girare intorno alla copia, forse leggermente migliore, delle prime due stagioni.

Tuttavia, dando a Cesare quel che è di Cesare, bisogna comunque riconoscere che il season finale della quarta sia stato commovente.

La marea gialla è probabilmente l’unica puntata che vale tutta la sofferente visione di Vis a Vis.

La 4×08 capovolge le carte in tavola attraverso una vera e propria rivolta attuata dalle detenute. Il nucleo dell’episodio si scinde in due tematiche legate l’una a l’altra: morte e libertà. A Cruz del Norte Saray Vargas (Alba Flores), Teresa González (Marta Aledo), Antonia Trujillo (Laura Baena), Estefanía Kabila (Berta Vázquez), Macarena Ferreiro (Maggie Civantos), Goya Fernández (Itziar Castro) e tutte le altre detenute si trasformano in una marea gialla che travolge e distrugge il direttore e molte delle guardie. Tutte combattono per la propria libertà ma anche per Soledad Núñez Hurtado (Marìa Isabel Díaz), affinché sia libera di morire come desidera, senza essere mangiata dalla malattia che la consuma e consumerà nel carcere dove intendono trasferirla. Questo è l’incipit a cui seguono tre momenti fondamentali.

La liberazione di Estefanía Kabila per mano di Macarena.

vis a vis

Dopo che Macarena decide di abbandonare per l’ennesima volta il piano di fuga architettato con l’ispettore Damián Castillo (Jesús Castejón), si reca nella mensa e riuscendo a salvare Zulema da Sandoval lo costringono a chiudersi in infermeria. Tuttavia le due detenute lo scovano ma è Zulema a tormentare il dottore maniaco perché Maca decide di andare a salvare Kabila. Il momento in cui le due donne si incontrano è emozionante, poiché finalmente per un secondo lo spettatore percepisce la storia d’amore che gli showrunner desideravano costruire tra le due.

Purtroppo si tratta di un tentativo fallito a causa degli altri confusi interessi amorosi che hanno impegnato entrambe durante le altre puntate.

Inoltre l’incoerenza di questa relazione è sottolineata ancora una volta dalla confusione di Macarena che, sebbene pochi istanti prima avesse rivelato indirettamente a Zulema di amare profondamente Kabila, giunta in isolamento la libera, la abbraccia e poi la lascia nonostante avrebbero continuato a vivere nello stesso carcere per i successivi dieci anni. Da qui ancora una volta si evidenza una sceneggiatura incoerente e forzata, probabilmente o per incompetenza o per spianare facilmente la strada a El Oasis. Estefanía Kabila (Berta Vázquez) sarà infatti l’unica tra i personaggi principali che continuerà a condurre la sua vita in carcere, probabilmente perché, citando Teresa González (Marta Aledo), aveva più paura della libertà che della prigionia.

La morte di Sole e la gentilezza di Saray.

Uno dei momenti più tristi di Vis a Vis è la morte di Soledad Núñez Hurtado (Marìa Isabel Díaz), uno dei personaggi più dolci di tutta la serie. Le ragazze decidono di restare accanto all’amica, di cantare per lei mentre Tere la seda, Saray la soffoca e Maca la tiene per mano. La scena è solenne e commovente perché evidenzia molto il dolore di Saray che si mescola con il senso di colpa e la convinzione di star facendo la cosa di giusta per la sua amica. In questa scena Alba Flores è magistrale perché consegna in modo genuino la sofferenza e la felicità del suo personaggio. La stessa solidarietà la dimostrano tutte le altre detenute negli ultimi minuti dell’episodio in cui, ormai consapevoli si essere state accerchiate dalla polizia e di avere moltissime armi puntate contro, continuano a cantare e a pregare sedute davanti al falò funebre di Sole.

L’incontro psicologico di Zulema e Sandoval.

Vis a vis

Uno dei momenti più intriganti de La marea gialla è il dialogo tra Zulema e Sandoval in infermeria. Dopo che Maca ha lasciato l’amica-nemica con il coltello dalla parte del manico ha avuto inizio uno scontro psicologico con il direttore di Cruz del Norte. Sono entrambe due figure negative ma inevitabilmente lo spettatore inizia a tifare per Zulema, trasformatasi nel Joker che fomenta la rivolta sfoderando un sorriso rosso sangue e degli occhi spiritati. Un chiaro riferimento al Joker, visto in molti film di Batman, è il trucco che Zulema sfoggia negli ultimi due episodi di Vis a Vis. Lei è astuta, intelligente e si dimostra migliore di Sandoval scatenando nell’uomo paura e consapevolezza della morte.

Tu sei cattivo, eunuco, io sono peggio perché imparo più in fretta. Perciò non ti torcerò neanche un capello perché là fuori c’è un oceano di merluzzi ed è giusto che la tua vita dipenda da loro, gatto!

Zulema Zahir

Ed è con una pugnalata dopo l’altra, inferte da quasi tutte le detenute, che Carlos Sandoval finalmente muore. Nel finale della quarta stagione domina quindi la soddisfazione e la serenità rappresentate anche da Tere che, dopo essersi disintossicata e aver scontato la sua pena, è riuscita a crearsi una famiglia con Piti e a diventare l’assistente sociale che si occupa delle detenute di Cruz del Norte.

Vis a Vis: El Oasis forse è stata una buona idea.

Vis a Vis: El Oasis è un minestrone di riferimenti ad altre serie, tra cui Breaking Bad, Bates Motel e Teen Wolf. Questo però non è necessariamente un difetto perché gli otto episodi che compongono lo spin-off hanno saputo raccontare l’avvincente e complicato rapporto tra Zulema e Macarena. Probabilmente se avessero deciso realizzare un film molte scene superflue sarebbero state eliminate, rendendo la narrazione compatta e meno dispersiva. Tuttavia anche se hanno preferito la serie al film , lo spin-off intrattiene molto di più rispetto alla trama delle stagioni precedenti. Certo, la decisione di insistere sull’uso dei flashforward ha spesso smorzato la tensione delle scene, ma è da apprezzare l’atmosfera fumettistica che la regia ha saputo consegnare sposandosi bene con gli atteggiamenti esagerati delle protagoniste.

Il momento finale della sparatoria ricorda infatti l’atmosfera del film di Suicide Squad, sebbene siano due prodotti totalmente diversi.

Sembra infatti che fuori dal carcere la serie abbia saputo sfruttare molto meglio le sue potenzialità, dunque la decisione di FOX Spagna, dei produttori di Globomedia e di FOX Networks Group Spagna di narrare le avventure di Maca e Zule, considerando anche il consiglio e la pressione dei fan, è stata una buona idea. Il progetto venne confermato definitivamente quando Maggie Civantos e Najwa Nimri decisero di voler e poter partecipare dando una degna fine ai loro personaggi.

Zulema anche nella morte si dimostra la protagonista più intrigante.

Vis a vis

Coraggiosa e decisa a raggiungere i propri obiettivi, Zulema Zahir si è dimostrata sin dall’inizio coerente con se stessa, ecco perché è il miglior personaggio di tutta la serie. Persino dopo aver saputo di avere il cancro decide di rubare i diamanti di Ramala. Lei lotta contro la sua stessa mente finché decide che l’unico modo per essere libera è proprio morire. Non ha mai voluto una vita normale, lo rivela lei stessa ad Antonio Hierro, e così anche nella morte sfoggia la sua imprevedibilità sacrificandosi per Macarena a cui sembra essersi affezionata. Eppure il dubbio rimane: se non fosse stata malata, si sarebbe davvero sacrificata?

La risposta in verità non ha importanza poiché anche nella morte ha ricevuto il degno saluto che meritava grazie alla danza di addio eseguita da Saray Vargas, che appare alla fine della stagione. Ma la tenerezza che avvertiamo durante la scena, consapevoli della profondità del bene che le lega, la percepiamo anche leggendo quanto questa serie abbia unito le due attrici, che si raccontano a Optimagazine in questo 2020 un po’ difficile. Ed è proprio mentre Saray danza sulle note di una canzone gitana popolare che Macarena partorisce suo figlio, dando inizio alla vita normale da sempre desiderata.

El Oasis forse non sarà la stagione perfetta, ma nel suo piccolo ha elevato leggermente la storia dimostrando che se gli sceneggiatori avessero saputo variare anche nelle stagioni precedenti sarebbe stato creato un prodotto televisivo decisamente interessante sin dal 2015.

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