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Blair Redford (Thunderbird) ha parlato con Hall of Series del finale di The Gifted

Giunto al decimo episodio, The Gifted, titolo prodotto da 20th Century Fox Television in collaborazione con Marvel Television e facente parte dell’universo X-Men, si conferma show di buone prospettive, dotato di ritmo, nonché capace di stuzzicare anche quella fetta di fandom più esigente grazie a un sapiente uso di citazioni ed elementi provenienti dal mondo dei mutanti a firma Stan Lee e Jack Kirby.

Uno dei fattori più apprezzati è senza dubbio la performance di un cast dove troviamo anche l’attore statunitense Blair Redford, che abbiamo avuto il piacere di intervistare. Già visto sul piccolo schermo nelle Serie Tv 90210 e The Lying Game, in The Gifted lo conosciamo come John Proudstar, a.k.a. Thunderbird: capo della comunità mutante clandestina, con i suoi superpoteri guida la resistenza mutante e aiuterà la famiglia Strucker a fuggire dalla morsa dei Servizi Sentinel.

Un personaggio ben noto agli amanti degli X-Men. Un ruolo di spicco, essenziale nella storia che The Gifted si propone di raccontare.

Con l’occasione di un’intervista ne abbiamo approfittato per strappargli qualche parola sul finale di stagione e sulla recente notizia che ha visto Disney rilevare gran parte degli asset di 21st Century Fox (con tutto ciò che ne consegue in materia di MCU) e molto altro ancora. Ecco le sue dichiarazioni!

The Gifted

The Gifted è il primo prodotto sugli X-Men che dà come risolta la questione mutanti: essere mutanti non è illegale, tuttavia c’è un pregiudizio che rende loro impossibile condurre una vita normale. Questo potrebbe essere letto come una metafora dell’attuale condizione di molte minoranze nel mondo. Quanto pensi che sia importante mandare un messaggio di rilevanza sociale per la Serie?

Penso che si possano individuare certi parallelismi. All’interno della storia si parla di minoranze e dell’abuso di potere che il Governo esercita su di loro. Gli scrittori fanno un ottimo lavoro nel raccontare una storia Sci-Fi ben fatta, basata sui fumetti, che permette anche agli spettatori di trovare similitudini con la realtà a seconda della loro mentalità. Non penso che vogliano mandare un messaggio nello specifico nel modo in cui scrivono la Serie, ma riescono comunque a dare consapevolezza sulla questione.

Alla luce di questa considerazione, ritieni che possedere il gene-X sia un dono o una croce?

Penso che sia un dono. Non ci sarebbe gusto se fosse una maledizione. Certo, la storia ci insegna che ogniqualvolta qualcuno possiede un vantaggio rispetto ad altri umani ci sono casi in cui c’è un abuso di questo potere. Ecco perché in ogni grande storia ci sono gli eroi e i cattivi. Poi certo, il gene-X non può che essere un vantaggio dal momento che il mio personaggio (Thunderbird) corre attraverso i muri e solleva macchine.

The Gifted è uno show incentrato sulla famiglia e sui legami, sei d’accordo con questa lettura? Quanto sono importanti i legami e le relazioni per Thunderbird?

Per Thunderbird sono di fondamentale importanza, ma in modo diverso rispetto agli Strucker perché non ha la sua vera famiglia accanto. Si nota però subito che Thunderbird, Blink, Eclipse e Polaris formano una famiglia; non hanno nessun altro se non loro stessi. Le relazioni sono una parte fondamentale della storia. Uno dei messaggi centrali della Serie riguarda il potere che singoli individui possono avere quando uniscono le forze al posto di agire da soli.

thunderbird

In The Gifted apprezziamo continui riferimenti all’universo degli X-Men: Hounds, Sentinel Services, Trask Industries, Fenris, Hellfire Club. Quanta volontà c’è da parte della produzione di attingere dalle graphic novel? Perché le persone amano The Gifted?

Molti dei riferimenti ai fumetti che si trovano all’interno della Serie sono diretti ai fan, alle persone che possono coglierli. Quello che distingue e rende il nostro show unico è che si tratta del primo franchise degli X-Men in cui i personaggi sono dei fuggitivi e sono perseguitati da un governo che applica una politica anti-mutanti. Non hanno la libertà di vivere la loro vita e devono affrontare continue minacce. È una storia molto più oscura.

È notizia di questi giorni che Disney ha acquistato degli asset di Fox per 52,4 miliardi di dollari. Ora che anche gli X-Men entrano di diritto nel Marvel Cinematic Universe, qualora ci fosse la possibilità per il tuo personaggio di interagire con altri supereroi Marvel, con quale ti piacerebbe avere a che fare?

Nell’ottica di un crossover, uno dei miei eroi preferiti è sempre stato Iron Man. Penso che lui e Thunderbird in uno scontro potrebbero causare dei seri danni, sarebbe divertente. Ho sentito inoltre che stanno rifacendo Gambit, che è anche uno dei miei personaggi preferiti da quando ero piccolo; se esistesse la possibilità di fare una sorta di crossover mi piacerebbe molto.

Immagino potrai dire poco, ma cosa dobbiamo aspettarci dal finale di stagione della prima stagione The Gifted?

Senza dare troppe informazioni penso che una delle cose più belle di un finale sia la consapevolezza che tutto quello che si è visto nella Serie finora e molte costanti verranno ribaltate nell’ultimo episodio. Si romperanno molti legami e tutto porterà a un grosso cliffhanger. Quello che mi aspetto da una Serie tratta dai fumetti è una grossa battaglia finale, quindi non vedo l’ora che accada.

Intuiamo che fossi già un Marvel’s fan da prima di entrare nello show. Cosa ti ha entusiasmato di più del recitare il tuo ruolo?

Quello che più mi è piaciuto dell’interpretare il mio ruolo sono gli effetti speciali che il team ha costruito per me. Per esempio, se dovevo attraversare un muro, costruivano un vero muro di cemento contro cui correre; se invece dovevo sollevare una persona con una sola mano la imbragavano e la lanciavano. Così per il resto della settimana me ne andavo in giro pensando di avere davvero dei superpoteri.

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