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Cosa ha funzionato davvero nella tredicesima stagione di Supernatural

Vi racconterò una storia. La storia di come ho quasi gridato come una pazza nella biblioteca universitaria. Di come il mio computer ha quasi fatto un volo di due metri. La storia di come Supernatural, anche se ormai ce lo dovremmo aspettare ma non ci abituiamo mai, ci dà qualche piccola gioia per poi gettarci nell’ansia e nello sconforto più profondi. Vi racconterò, insomma, dell’ultima stagione e della sua conclusione. Quindi, se non siete in pari…

FUGGITE SCIOCCHI!!!

Supernatural

Come ben sappiamo, Supernatural è una Serie Tv che da qualche anno vive di alti e bassi. Dalla sesta stagione in poi c’è stata una escalation nella forza dei nemici che i due fratelli Winchester si sono trovati ad affrontare e, secondo alcuni, anche un calo nella qualità della trama che ha fatto storcere il naso a non poche persone.

Tuttavia la Serie è sempre rimasta fedele a quei tratti che ne sono il fulcro: il rapporto tra Sam e Dean, la grande ironia (e spesso autoironia), l’importanza della famiglia e una continua crescita dei personaggi, sempre ben caratterizzati. È per questo che nonostante tutto ha continuato a farci emozionare e a farsi amare.

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Supernatural avrà anche avuto molti bassi ma, a quanto pare, con le ultime due stagioni si è ripresa alla grande. Ciò potrebbe non essere un caso perché, dopo aver toccato altezze bibliche con l’undicesima stagione, siamo tornati alle origini, a nemici più umani, ai cari(ish) vecchi mostri. Soprattutto, nell’ultima stagione siamo tornati a quel che è stato il tema principale delle antiche vette della Serie: l’Apocalisse.

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Alla fine della dodicesima stagione Sam e Dean scoprono un universo parallelo in cui loro non sono mai nati e quindi nessuno ha fermato l’Apocalisse. All’inizio della tredicesima di Supernatural li abbiamo poi visti alle prese con una situazione difficile: hanno perso Castiel, hanno perso Mary e non sanno dove sia Jack, il nephilim che per mesi è stata una delle loro preoccupazioni principali.

Dopo un inizio così disastroso, le cose iniziano però a migliorare. Jack si rivela essere buono, nonostante Dean nutra inizialmente enormi dubbi su di lui. Per di più, in un momento di sconforto nel sentirli litigare su di lui, riporta inavvertitamente in vita Castiel. Riesce lì dove nessuno oltre a Chuck potrebbe riuscire, e ciò è una dimostrazione del grande potere che possiede.

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Da qui in poi, da Castiel che torna dai Winchester, la stagione diventerà un continuo ritornare. Torneranno Donatello, Rowena, il mietitore Billie, Kecth, persino Gabriele. Anche se appartenenti all’altro universo, quello che Sam e Dean chiamano Apocalypse World, torneranno anche Kevin Tran e Charlie Bradbury. Quest’ultima, insieme al Bobby di quest’altra dimensione, fa parte della resistenza umana a cui si sono uniti Jack e Mary nel corso della stagione. Tutti e quattro, insieme agli altri della resistenza, verranno portati nel nostro mondo da Sam, Dean e Castiel.

Quando parliamo di ritorni nella tredicesima di Supernatural, però, non parliamo solo di personaggi: parliamo di cose accadute nel passato che si ripresentano sotto nuove forme. Parliamo soprattutto di quello che è stato il primo, enorme peso sulle spalle dei Winchester: a tornare insieme a loro, seguendoli di pochi passi, è l’Apocalisse.

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Il finale di stagione si apre con Sam che spiega ai nuovi arrivati cosa è successo nel mondo negli ultimi anni. Bobby non perde un colpo e commenta con la solita sagacia che ce lo ha sempre fatto amare. Vederlo così, persino così vestito, ci ricorda il nostro Bobby, quello a cui abbiamo detto addio. Ricordare a noi stessi che è un’altra persona ci fa male.

Più tardi vediamo Sam e Dean parlare di una caccia conclusa con Castiel e Jack, e Dean immagina come sarebbe non cacciare più, poter finalmente riposare. Ci siamo già passati; già visto, già sentito. Persino le parole sono le stesse.

I rimandi al passato sono appena cominciati: Jack è tormentato dagli incubi e Dean va a parlargli. Ci è già passato, ha letteralmente visto l’inferno eppure il suo più grande peso è stato sentire di non valere nulla perché non riesce a proteggere tutti. Jack sta vivendo lo stesso tormento e Dean sa esattamente cosa dirgli per aiutarlo ad andare avanti.

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La quiete tuttavia dura poco. Alla scoperta della morte di Maggie, Jack corre dal ragazzo che crede sia colpevole di averla uccisa e rischia di perdere il controllo. Sam, Dean e Castiel riescono a fermarlo e Jack fugge, tornando a tormentarsi.

La sofferenza di Jack è evidente. Non importa quanto si sforzi di fare la cosa giusta, finisce sempre col far del male a qualcuno. È in questo momento di vulnerabilità che lo coglie Lucifero. Tornato dall’Apocalypse World al nostro, sorprende Jack, che lo credeva morto, raccontandogli come le cose sono andate davvero. Con la demoniaca abilità che gli è sempre appartenuta, Lucifero rigira gli eventi a suo favore, riuscendo a sembrare una vittima.

Riprende così a manipolare Jack e non solo: per quanto noi lo conosciamo e sappiamo di non poterci fidare di lui, in qualche modo anche in noi durante la stagione il seme del dubbio è stato piantato. Forse la paternità lo ha cambiato davvero. Noi non ci crediamo molto, eppure… Fatto sta che Jack gli crede. Dopotutto non lo conosce davvero, e per di più è ancora solo un bambino.

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Anche i Winchester e Castiel, per parte loro, vengono colti di sorpresa: dopo che Jack è scappato si trovano di fronte a Michele. Riescono a sfuggirgli e a tornare al bunker, ma Michele li raggiunge in fretta. I Winchester e Castiel si predispongono alla battaglia nonostante sappiano di non avere speranza: è solo l’ennesimo nemico troppo forte per loro.

Michele li sbaraglia in pochi attimi e si accinge poi a uccidere Dean. È qui che arriva la svolta: sentendo Sam pregare, Jack accorre in loro aiuto e, quando Lucifero e Michele si trovano entrambi davanti a lui, i nodi vengono al pettine: scopre del patto dei due arcangeli, scopre che a uccidere Maggie è stato proprio suo padre. E così Jack lo vede finalmente per il mostro che è davvero.

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A questo punto Lucifero abbandona i sotterfugi e prende ciò che ha bramato davvero per tutto questo tempo: non suo figlio, ma i suoi poteri. Gliene lascia una piccola parte, così da poterlo sfruttare come una vacca da mungere a piacimento, e sparisce portandolo via con sé. Sam, che si è lanciato per impedirglielo, sparisce con loro.

Dean, confuso, chiede spiegazioni e Michele non si fa pregare: il Diavolo ha vinto. Jack e Sam ormai possono considerarsi morti. Neanche lui può più farci nulla: Lucifero ora è troppo potente e lui, dopo l’intervento di Jack, troppo malandato. È finita.

Ora, ricordate il grido in biblioteca per colpa di Supernatural, a cui accennavo all’inizio? Il quasi volo del computer? Ecco, qui è quando ho rischiato per la prima volta di fare entrambe le cose, perché Dean propone un’idea che ci lascia allibiti e al contempo non ci stupisce affatto.

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“E se avessi la tua spada?”

Dean. La spada di Michele, il tramite perfetto. Ancor più forte di quanto lo fosse nove anni fa, temprata da mille pericoli, da grandi dolori, messa alla prova ancora e ancora. Nove anni sono passati da quando questo destino fu imposto a Dean per la prima volta, da quando si rifiutò categoricamente di sottoporvisi. Nove anni per tornare a trovarsi esattamente davanti alla stessa scelta, ma a parti invertite.

È lui a fare la proposta, a patto che al comando ci sia lui. È disposto perfino a questo per sconfiggere Lucifero e per salvare Jack e Sam. Soprattutto per salvare Sam. Pochi episodi prima avevamo avuto l’impressione che Dean avesse finito di lanciarsi in missioni suicide per salvare suo fratello, ma a quanto pare anche questo è un ritorno al passato. Quando c’è di mezzo Sam, Dean non ci pensa due volte: se sacrificio deve essere, che sacrificio sia.

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Le cose per Sam non sono molto diverse. Lui e Jack tentano di difendersi a vicenda da Lucifero, che decide poi di metterli l’uno contro l’altro, promettendo la salvezza a chi sopravviverà. Non siamo molto stupiti da Sam quando lo vediamo raccogliere il pugnale e porgerlo a Jack perché lo uccida. Proprio come Dean, per la famiglia non esita a sacrificarsi.

Non di molto più grande è lo stupore nel vedere che lo stesso Jack abbia in sé questo spirito di sacrificio, forse trasmessogli proprio dai Winchester. Jack è sul punto di uccidersi quando arriva Dean.

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Qui inizia lo scontro tra Dean/Michele e Lucifero. Lo scontro fra titani, che avrebbe dovuto essere epico ed emozionante, finisce col diventare un po’ ridicolo. I due svolazzano qua e là per la sala come in un vecchio film sui supereroi dagli effetti speciali imbarazzanti. E lo dico con tutto l’amore che nutro per questa Serie Tv.

Sempre che, e qui mi sorge il dubbio, la cosa non sia stata voluta. Supernatural non ha mai avuto paura di sperimentare, di rischiare con idee forse assurde: ricordiamo “Baby”, “Scoobynatural”, i vari casi di meta-fiction e tanti altri episodi a dir poco particolari; tutte piccole perle che questa Serie non avrebbe potuto donarci se davanti alla paura di un brutto giudizio si fosse tirata indietro.

È per questo che perdoniamo questa folle scena. Dopotutto, l’importante è ciò che succede dopo: nove anni dopo averlo liberato dalla gabbia, i Winchester sono finalmente riusciti a uccidere Lucifero.

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E ora torniamo per un momento in biblioteca, se non vi dispiace. Perché il computer sta per rischiare il secondo volo e l’udito degli altri studenti rischia di essere brutalmente offeso.

Cosa dicevamo all’inizio? Che Supernatural  ha fatto, qui, quello che fa sempre: darci qualcosa per cui esultare giustamente per poi toglierci la terra sotto ai piedi con un colpo basso. In più, oltre al danno la beffa: da degna Serie luciferina qual è ride di noi, dicendoci: «Lo sapevi! C’era un cartello grosso come una casa neanche dieci minuti fa! Non lo hai visto?»

Oh sì, certo che lo abbiamo visto. Abbiamo semplicemente deciso di ignorarlo perché magari, almeno per questa volta, le cose in Supernatural sarebbero potute andare diversamente. Non doveva finire male per forza.

Poveri illusi!

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Abbiamo solo ingannato noi stessi, proprio come ha fatto Dean. Dean ha ingannato sé stesso dicendosi che Michele avrebbe mantenuto la parola, aggrappandosi all’illusione di poter rimanere al comando senza che l’arcangelo tentasse di approfittarsi di lui. Ha mentito a sé stesso ben sapendo come sarebbe andata a finire, decidendo di ignorare la realtà.

E così la felicità, tanto rara negli occhi dei due fratelli, viene sostituita dallo sguardo vacuo e freddo di Michele negli occhi solitamente tanto espressivi di Dean e dal terrore negli occhi di Sam non appena si accorge del mutamento avvenuto nel fratello.

Il Diavolo è morto ma c’è poco da esultare, perché nel nostro mondo è tornata l’Apocalisse.

Come da copione, la stagione di Supernatural si conclude lasciandoci in preda all’angoscia per il destino dei personaggi che tanto amiamo e con un unico, pressante dilemma:

Ma noi, a ottobre, COME CI ARRIVIAMO?

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