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Stranger Things 3×01 – Non solo i numeri primi si sentono soli

Stranger Things 3×01 recensione
e commento con spoiler.

Ci sono voluti due anni d’attesa ma alla fine la cittadina di Hawkins ha riaperto le sue strade per noi. Il primo passo è sempre il più difficile. E quando l’attesa si somma all’aspettativa, la difficoltà cresce in modo esponenziale. I problemi insormontabili dell’infanzia sembrano più modesti di fronte a quelli dell’adolescenza. Quelli della giovanezza sopportabili rispetto a quelli della vita adulta. Della genitorialità.

Stranger Things sta diventando grande. Meglio, sta diventando ancora più grande. Le difficoltà incontrate nella seconda stagione nell’allargare i confini narrativi della trama, stando ai primi cinquanta minuti della nuova stagione, sembrano ampiamente superate. E di conseguenza i problemi che Stranger Things 3×01 si trova a dover gestire sono molteplici e sempre più complessi. Questo vale sia per i fratelli Duffer, nel produrre questa nuova fatica, che per i protagonisti dello stardom all’interno della serie stessa.

Stranger Things 3x01 recensione

La caratteristica fondante questo successo televisivo globale è indubbiamente l’effetto nostalgia. La capacità di ricreare le atmosfere e il mood degli anni ’80 è stata apprezzata sia da chi quegli anni li ha vissuti che da chi invece li ha solo sentiti raccontare. E questo primo episodio si apre esattamente con la summa di questo concetto.

Siamo nel 1984. Giugno. E scopriamo subito cosa c’entrano i Russi in questa nuova stagione della serie. L’accenno alla Guerra Fredda permette di allargare immediatamente gli orizzonti narrativi in cui questa stagione ha deciso di muoversi.

Degli scienziati russi stanno attivando un macchinario sotto lo sguardo severo di alcuni militari. Il macchinario cerca di aprire, ma sarebbe meglio dire squarciare, un muro. Nella breccia creata vediamo gli ormai per noi pubblico noti neri lunghi artigli che tentano di uscire. Il macchinario non resiste. Dopo essersi bloccato, esplode disgregando gli addetti. Il generale concede un solo anno ai tecnici per riuscire a terminare il lavoro.

La scena si sposta nel tempo e nello spazio. Siamo nel 1985. Il presente da cui riparte la nuova stagione.

Stranger Things 3×01 recensione

Undici e Mike stanno scoprendo le meraviglie della prima storia d’amore. Pomiciate e risate. Risate e pomiciate. Il tutto mentre lo sceriffo Hopper soffre le pene dell’inferno in quel meccanismo ancestrale e inevitabile che è la gelosia paterna. Ma ovviamente c’è dell’altro sotto.

Mike quindi raggiunge Will, Lucas e Max. I quattro con l’aiuto di Steve entrano nel cinema per vedere un film loro vietato. Questa scena ci costringe ad affrontare già un ulteriore elemento caratterizzante questa nuova stagione. La cittadina di Hawkins ha subito una metamorfosi. Sia a livello narrativo che drammaturgico. Da un lato ci viene mostrata nella sua lucentezza migliore. Solare, piena di luci e colori. Dall’altro, nella dinamica della storia, vede la presenza di un nuovo luogo di incontri: lo Sturcourt Mall. Un grande centro commerciale croce e delizia dei cittadini.

Questa scelta cromatica e di fotografia della scena si sposa perfettamente con l’intenzione che muove la realizzazione di questo primo episodio. Veniamo infatti accompagnati a riprendere possesso di un luogo da cui siamo rimasti lontani due anni. E ci viene presentato nel modo migliore. Sfondo ideale per la carrellata di personaggi che vedremo. Come un albo di fotografie passiamo dall’uno all’altro per riprendere confidenza. E funziona. Funziona molto bene.

Ma, come molto spesso avviene, la troppa luce serve per nascondere un’oscurità radicata e profonda. Mascherata dietro le apparenze, capiremo presto che questa oscurità non è solo quella del Sottosopra, ma anche quella che risiede dentro la natura stessa dei nostri personaggi.

Stranger Things 3×01 recensione

Torniamo al cinema. Appena i nostri protagonisti sono seduti e pronti a godersi il terzo film della saga dei morti viventi di George A. RomeroIl giorno degli Zombi“, la pellicola si blocca. La corrente salta e la sequenza ci mostra come tutta la città per alcuni istanti sia al buio completo. La cosa sembra avere effetto anche su Will, ma nessuno se ne accorge. Questo sarà, come vedremo, il tema fondante di Stranger Things 3×01.

Durante il black out possiamo assistere alla rinascita della creatura del Sottosopra. Un’orda di topi viene richiamata verso un punto della città dove un vortice di polveri di ferro si solleva da terra per formare e dare corpo all’essere mostruoso. Torna la luce.

La puntata prosegue mostrandoci come stiano vivendo oggi i personaggi. La gelosia di Hopper, la nostalgia di Joyce per la morte di Bob, il rapporto tra Mike e Undici, le attenzioni di Karen verso Billy fino alla frustrazione di Nancy per il suo lavoro. In tutto questa carrellata l’elemento che emerge in modo fragoroso è la solitudine, in tutti i suoi diversi aspetti.

Dustin torna a casa dopo un mese di vacanza con la madre credendo che tutti lo abbiano dimenticato. Salvo ricredersi dopo un “bentornato” a sorpresa organizzato dagli amici. Ma è un fuoco di paglia. Quando racconta loro di aver conosciuto una ragazza, nessuno gli crede. Mostra loro una ricetrasmittente costruita da lui per restare in contatto e vuole dare prova di lei portandoli su una collina per installarla e parlarle.

Stranger Things 3x01 recensione
Stranger Things 3×01 recensione

A metà del viaggio Mike e Undici decidono, con una scusa banale, di tornare a casa. Gli altri, infastiditi dal comportamento dei due, proseguono comunque verso la cima.

Solo Will resta per qualche istante solo a metà tra i due gruppi. Altra scena emblematica che sottolinea il senso di abbandono che permea tutta la puntata.

A loro modo anche Mike e Undi sono soli. Soli rispetto agli amici, che inevitabilmente sono passati in secondo piano. E soli nei confronti di Hopper che nello sviluppo del naturale conflitto genitore/figlio non riesce a comprendere il loro rapporto.

Nel punto in cui Will s’è fermato sulla collina, per poi riprendere l’ascesa e raggiungere gli altri, vediamo ancora i topi correre verso la città. La camera segue i ratti fino a uno scantinato dove dopo atroci spasmi li vediamo esplodere.

Nel frattempo Hopper ha chiesto aiuto a Joyce per gestire il rapporto con Undici. E la sua relazione con Mike. Questa scena, unita alla successiva, ha una ulteriore valenza nella cifra drammaturgica della puntata. Da un lato il tema della solitudine, come già espresso. Dall’altro la difficoltà di Jim di gestire una nuova figlia. L’adolescenza di Undi supera l’infanzia che aveva gestito con la sua figlia naturale e sembra non accettare questa crescita.

Nella variopinta e affollata piscina della città, troviamo Billy. Il suo fascino selvaggio e arrogante misto a un aspetto piacente fa breccia negli occhi e nei desideri di Karen. La madre di Nancy e Mike provoca le attenzioni del ragazzo che non si lascia scappare l’occasione. Invita quindi la donna a incontrarsi la sera in un hotel fuori città.

Stranger Things 3x01 recensione
Stranger Things 3×01 recensione

Dustin sulla collina non riesce a mettersi in contatto con Suzie. Gli amici, dopo aver messo in discussione la stessa esistenza della ragazza, se ne vanno lasciandolo solo al tramonto. Nuovamente il senso di solitudine e abbandono. Che viene sottolineato in modo ancora più marcato passando a vedere Joyce cenare da sola in divano. Aveva rifiutato un invito a cena da parte di Hop, adducendo scuse poco credibili.

Ma è la solitudine e il senso di abbandono dopo la morte di Bob l’unico vero ostacolo.

Solitudine, probabilmente fisica, quella che muove invece Karen a cercare la compagnia di Billy. Ma quando a casa, dopo essersi preparata, vede la sua famiglia, qualcosa in lei pare cambiare.

Ci avviamo alla fine di questa puntata introduttiva ma capace di fare tutto quello che ci aspettavamo. E in grado anche di dare una cifra narrativa di grande impatto. Mentre Hop tenta il discorso preparato con Joyce a Undi e Mike, discorso che fallisce miseramente e finisce per tramutarsi in una serie di minacce verso il povero ragazzo, vediamo Billy fare un incidente con la macchina. Dopo essere uscito illeso, però, viene catturato per le caviglie e trascinato nell’oscurità. Non è complesso immaginare da cosa.

Prima di chiudere questa nostra recensione è bene però spendere due parole anche sul personaggio di Steve. In una puntata incentrata tutta sul tema della solitudine e dell’abbandono Steve (personaggio per il quale abbiamo aspettative altissime, stando alle dichiarazioni del produttore esecutivo di Stranger Things) ha il ruolo, condiviso marginalmente con Lucas e Max, di alleggerimento. Di momento comico divertente in grado di spezzare la tensione con una battuta o una smorfia. Ma senza mai abbassare il livello di ciò che stiamo vedendo. E Joe Keery riesce a farlo con grande maestria.

Se il primo passo è sempre il più complesso, è doveroso riconoscere che – nonostante tutte le difficoltà intrinseche in un episodio così atteso – i fratelli Duffer non hanno sbagliato nulla. Psicologia dei personaggi, effetto nostalgia, allargamento del campo narrativo e presentazione della nuova minaccia, seppur in modo embrionale. Non manca nulla. Ora non resta che far partire il secondo episodio!

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