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Le 26 Serie Tv più rappresentative dei Paesi dell’Unione Europea (Italia esclusa)

Le guide turistiche del nuovo millennio andrebbero integrate con una sezione apposita sull’offerta di intrattenimento televisivo che un Paese può fornire. Fruibile ovunque, consultabile in ogni momento, adattabile alle esigenze del turista dello streaming. Ogni Paese ha almeno un paio di prodotti televisivi di riferimento. Ci sono serie tv che associamo immediatamente ad un luogo, ad una nazione. Narcos alla Colombia, Squid Game alla Corea, Muhafiz alla Turchia, Dark alla Germania, Teheran a Israele, Downton Abbey all’Inghilterra e così via. Un viaggio in Francia dovrebbe essere corredato dalla visione di un episodio di Versailles, mentre non si può volare alla volta di Madrid senza conoscere il Professore e la banda de La Casa de Papel. A dimostrazione di come ormai sia ampiamente superato il preconcetto secondo cui la qualità dei prodotti televisivi sia una prerogativa solo made in USA, con questa lista abbiamo fatto una perlustrazione dell’offerta televisiva dei Paesi dell’Unione Europea, cercando di andare a scovare i titoli più rappresentativi per ogni Stato.

Ventisei serie tv come i ventisei Paesi (l’Italia l’abbiamo esclusa) dell’Unione Europea.

Se viene facile pensare a La Casa de Papel quando si cita la Spagna, o a Dark e Babylon Berlin quando si parla della Germania, altre scelte non sono invece così scontate. Non si tratta – badate bene – di una selezione dei titoli migliori di ciascun Paese dell’Unione Europea. Alla voce Francia non troverete la serie tv qualitativamente più apprezzabile dell’intero panorama televisivo francese, così come per le altre nazioni. In alcuni casi, popolarità e qualità del prodotto possono coincidere, ma il criterio di selezione è improntato alla ricerca del titolo più rappresentativo: dunque non al migliore, ma a quello che riesce a creare immediatamente un legame mentale tra la serie tv e il Paese di origine dell’Unione Europea.

Austria – Il Commissario Rex

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Il Commissario Rex (640×360)

Iniziamo il nostro viaggio nei confini dell’Unione Europea da Vienna, nell’ufficio di Polizia criminale della capitale austriaca, dove un gruppo di agenti è affiancato dal Pastore tedesco più famoso del mondo: Rex. Il Commissario Rex è andata avanti per la bellezza di dieci stagioni, dal 1994 al 2004, diventando una delle serie crime più iconiche degli anni Novanta e sicuramente una delle più conosciute e apprezzate dal pubblico generalista. La Rai l’ha trasmessa nella fascia pre-serale per anni, ma sono quasi trenta i Paesi in cui sono state mandate in onda le avventure del cane commissario.

Belgio – Le avventure di TinTin

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Le Avventure di Tintin (640×360)

Un po’ più a nord, nel cuore dell’Europa settentrionale, l’offerta di serie tv presenta svariate proposte. Su Netflix, la serie belga di maggior successo è La tregua, mentre apprezzatissima in patria è FC de Kampionen, una sitcom su una squadra di calcio locale che è stata trasmessa per ventuno stagioni. Ma niente in confronto a Le avventure di Tintin, serie animata franco-belga-canadese che ha ripreso la storia delle tavole del fumettista Hergé rimanendovi sempre fedele. In Italia la conosciamo bene perché venne trasmessa sulla Rai a partire dal 1992, ma i personaggi – il giovane reporter Tintin, il cagnolino Milou, i poliziotti Dupond e Dupont, il Capitano Haddock – sono rimasti stampati nell’immaginario collettivo e anche chi non ha mai visto la serie, sa benissimo di cosa stiamo parlando.

Bulgaria – Undercover (Pod Prikritie)

Pod Prikritie è il titolo originale di un crime bulgaro andato in onda su BNT 1 per cinque stagioni, dal 2011 al 2016. È una vicenda che si immischia nelle ombre della vita criminale bulgara e che ha per protagonista Martin Hristov, un agente sotto copertura che viene infiltrato nel clan mafioso di Dzharo. La serie ha ottenuto cinque candidature al Festival della Televisione di Monte Carlo nel 2012 come miglior serie tv drammatica europea. La trama ricorda vagamente quella di The Departed – Il bene e il male, il film di Martin Scorsese con Matt Damon e Leonardo Di Caprio. Nel resto dell’Unione Europa e del mondo è conosciuta come Undercover ed è un ottimo prodotto per immergersi nel tessuto criminale della Bulgaria e per tentare di scorgere luce e ombre di quella società.

Cipro – Brousko

Brousko (640×360)

Inutile dire che nessuno deve aver mai sentito parlare invece di Brousko, la Beautiful cipriota che ha esordito nel 2013 sulle tv nazionali di Cipro e Grecia. Il titolo della serie è il nome di un vino che le famiglie protagoniste dello show producono. La storia è quella di Achilléas e Melina e del loro amore contrastato dalle famiglie, una volta socie in affari e adesso rivali. Sembra una riedizione della storica rivalità tra Montecchi e Capuleti, solo che la versione televisiva cipriota è molto più vicina alla soap opera che alla tragedia shakespeariana. Brousko ha avuto in patria un incredibile successo ed è stata trasmessa in gran parte dei Paesi dell’est Europa, mentre in Italia e nel resto dell’Unione Europea è rimasta inedita. La serie conta solo tre stagioni, ma non lasciatevi ingannare: ogni stagione viaggia sui 194 episodi, per cui Brousko, anche in termini quantitativi, potrebbe definirsi davvero una Beautiful che non ce l’ha fatta.

Croazia – Novine

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Novine (640×360)

Molto interessante è invece l’esperimento di Novine, la serie tv croata disponibile su Netflix dal 2018. Si tratta di un thriller politico in cui macchinazioni, giochi di potere e manipolazioni sono all’ordine del giorno. È una serie ben fatta sotto tutti i punti di vista: sceneggiatura, fotografia, recitazione, regia. Netflix le ha dato enorme visibilità, ragion per cui, rispetto ad altri titoli qui presenti, il nome non ci è del tutto nuovo. Novine è uno show interessantissimo da seguire se ci piace la politica e soprattutto se volessimo scoprire qualcosa di più sulla Croazia, sui suoi meccanismi di potere, sull’ascesa dei suoi magnati e sul funzionamento generale di quel sistema Paese. Stiamo parlando di un Paese dell’Unione Europea di cui forse conosciamo ancora troppo poco e questa potrebbe essere una buona occasione per prendere invece confidenza con quel mondo che, in fin dei conti, si ripropone sempre uguale in tutte le latitudini.

Danimarca – Borgen

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Borgen (640×360)

E senza discostarci troppo dal genere, la serie tv che abbiamo scelto come la più rappresentativa per la Danimarca è Borgen, un altro political drama acquisito da Netflix e ancora in produzione. Anche qui politica, editoria e affari si mescolano tra loro, sovrapponendosi e facendosi la guerra, sullo sfondo delle principali emergenze dell’era contemporanea. Quando si pensa ai political drama, si va immediatamente con la testa a House of Cards o The West Wing, ma in realtà i drammi europei riescono a raccontare una realtà che, per cultura, per tradizione istituzionale e per sensibilità verso determinati temi, è molto più vicina a noi rispetto a quanto non lo siano gli show d’oltreoceano. Motivo per cui Borgen è una serie che andrebbe vista di corsa. E che ci aiuta a capire anche le dinamiche del potere di una certa Europa che appare distante, ma che è invece molto più vicina di quanto pensiamo.

Estonia – Ohtlik Lend

Ohtlik Lend
Ohtlik Lend (640×360)

Ci spostiamo adesso nei lembi più estremi dell’Unione Europea per imbatterci in una serie che in Italia non è mai arrivata e che sarebbe complesso poter guardare sulle nostre piattaforme. Si tratta di una serie crime, dal titolo inglese Dangerous Flight, apparsa sulla tv estone nel 2006. Lo show conta due stagioni e ha per protagonisti due detective, Andres e Rita, che hanno il compito di risolvere una serie di casi di omicidi e altri crimini. Ohtlik Lend è ambientata a Pärnu e a Tallinn, le due principali città dell’Estonia e riesce a ricreare le atmosfere e gli ambienti estoni meglio di tanti altri prodotti televisivi e cinematografici attualmente in circolazione. Peccato non poterne avere neppure un assaggio.

Finalndia – Bordertown

Bordertown (640×360)

Tutt’altro discorso invece per Bordertown, che è sempre un poliziesco ma molto più conosciuto rispetto alla serie estone. Su Netflix sono andate in onda le tre stagioni dello show, a partire dal 2018. Il titolo originale è Sorjonen, dal nome del protagonista – Kari Sorjonen, appunto – che è un agente federale del Bureau finlandese che, dopo la malattia della moglie, decide di abbandonare il suo lavoro per diventare ispettore di polizia in una cittadina al confine con la Russia. È una serie cupa, intrigante, perfettamente in linea con i colori e le atmosfere nordiche e che possiamo vedere anche in Italia proprio sulla piattaforma di streaming.

Francia – Il commissario Maigret

Il Commissario Maigret (640×360)

E veniamo alla Francia, le cui produzioni televisive si sono ormai incamminate da tempo sul sentiero dell’alta qualità. Sulle migliori piattaforme troviamo sempre più spesso una vasta gamma di show francesi da guardare, a dimostrazione di come la televisione d’oltralpe stia diventando sempre più competitiva a livello internazionale. Ovviamente, l’offerta della Francia non è come quella di Cipro, per cui selezionare una sola serie tv che funga da rappresentante del Paese non è semplice e può essere limitante. Tuttavia, a doverne scegliere una, puntiamo tutto su Il Commissario Maigret, sia perché Simenon ha reso il personaggio celebre in tutto il mondo, una specie di figura iconica in rappresentanza della Francia, sia perché stiamo parlando di una serie piuttosto longeva, che ha esordito nel 1991 con la prima stagione ed è andata avanti fino ai primi anni Duemila, per un totale di quindici stagioni. Si tratta di una produzione che riconduciamo automaticamente alla Francia, ma è stata coprodotta anche da una casa di produzione svizzera e belga. Gli episodi de Il Commissario Maigret sono andati in onda anche in Italia, sempre sulla Rai, ma la fama del personaggio si era già affermata nel Novecento grazie naturalmente alla penna di Georges Simenon.

Germania – Dark

Dalla Francia passiamo invece alla Germania, che pure ha messo in cantiere nell’ultimo decennio varie produzioni degne di nota. Netflix ha ospitato show di successo come Come vendere droga online (in fretta) o la più recente King of Stonks, ma anche il dramma storico Barbari e titoli di cui si è parlato un po’ meno come Biohacker o Dogs of Berlin. Anche Das Boot sta riscontrando pareri positivi, così come è stato per Babylon Berlin, Deutschland 83 o Kebab for Breakfast. La serie però più rappresentativa della Germania è attualmente Dark, trasmessa su Netflix e diventata in breve un caso mondiale. Dark è uno di quegli show per i quali è difficile trovare un difetto e, malgrado la complessità della trama, il ginepraio di parentele e l’aggrovigliata costruzione della storia, si finisce per apprezzarla in tutte le sue componenti. Con Dark un pubblico più variegato ha iniziato ad interessarsi di più alle produzioni tedesche, invogliando anche i canali di distribuzione a spingere per nuovi prodotti.

Grecia – To Nisi (The Island)

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To Nisi (640×360)

La serie della Grecia è invece To Nisi, che si sarebbe potuta effettivamente chiamare The Island e basta, perché Hollywood si era proposta di acquisire i diritti del romanzo da cui è tratta per ricavarne un film. L’autrice del libro, Victoria Hislop, preferì invece vendere a una casa di produzione greca, che le ha consentito anche una certa licenza artistica sul prodotto finale. Di To Nisi doveva essere fatto un film, poi si optò invece per una serie tv, motivo per cui molte parti dello show televisivo non esistono invece nel romanzo. Hislop, come dicevamo, ha collaborato attivamente al progetto, da cui è venuta fuori la produzione più costosa della televisione greca, ben quattro milioni di dollari per ventisei episodi. Non sarà certo La Casa de Papel, ma il suo impatto sul pubblico greco è stato clamoroso. In Italia, To Nisi non è mai arrivata.

Irlanda – Derry Girls

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Derry Girls (640×360)

Anche per l’Irlanda la scelta sarebbe stata vasta, ma a restringere il cerchio il titolo più rappresentativo potrebbe essere Derry Girls, che dell’Irlanda degli anni Novanta racconta parecchio. Non stiamo parlando di un dramma storico come Rebellion, che pure meriterebbe una menzione speciale. Ma la commedia adolescenziale, andata in onda per la prima volta su Channel 4 e distribuita poi da Netflix, seppur concentrandosi sulle vicende delle sue protagoniste, lascia scorrere sullo sfondo gli eventi principali degli infuocati anni Novanta, cercando di ricostruire e riproporre le stesse tensioni, le stesse atmosfere e lo stesso clima concitato di quel frangente storico. Derry Girls si è conclusa dopo tre stagioni, ed è una delle produzioni irlandesi più acclamate dalla critica.

Lettonia – Markus

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Markus (640×360)

Altro estremo dell’Unione Europea per Markus, una serie tv che è frutto di una collaborazione tra Ucraina e Lettonia. La vicenda si svolge a Riga e vede protagonista una semplice insegnante, Polina Klochko, la cui vita viene sconvolta quando rapiscono suo figlio Markus all’asilo. La serie conta otto episodi e cerca di darsi un respiro internazionale, per intercettare i gusti del pubblico lettone e di quello ucraino e per dare sempre maggiore impulso alle co-produzioni tra i due Paesi che, secondo gli addetti ai lavori, hanno funzionato sia da una parte che dall’altra.

Lituania – Farai

Farai (640×360)

Accanto a Gedimino, 11 e 42, la serie tv più rappresentativa della Lituania è invece Farai, che è una docu-serie ispirata a Cops, il reality prodotto negli Stati Uniti a partire dal 1989 e arrivato alla sua trentatreesima edizione, che segue le operazioni di pattugliamento delle strade di alcuni agenti americani. Farai si potrebbe definire la sua versione lituana, ovviamente meno celebre, ma impostata sullo stesso format. Protagonisti dello show sono in questo caso agenti lituani che pattugliano le strade ai confini estremi dell’Unione Europea e che si imbattono in una serie di crimini che si consumano nelle strade delle principali città del Paese.

Lussemburgo – Capitani

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Capitani (640×360)

Basta invece spulciare il catalogo Netflix per gustarsi Capitani, la serie lussemburghese che ha avuto un successo mondiale e di cui tutti hanno parlato al momento della sua uscita. La piattaforma le ha garantito quella visibilità internazionale che altrimenti non avrebbe avuto, ma secondo la critica il successo finora riscosso è ben meritato. Stiamo parlando di un poliziesco di cui per ora sono uscite due stagioni. Non presenta grandi elementi di novità rispetto ad altri prodotti dello stesso genere, eppure la scelta degli interpreti e la trama comunque avvincente sono riuscite a far sì che la serie venisse confermata anche per una seconda stagione. Luc Capitani è il protagonista della serie, un investigatore un po’ burbero di un paesino del Lussemburgo che deve indagare sulla scomparsa misteriosa di una quindicenne. Tra le serie tv prodotte in Lussemburgo, questa è quella che ha avuto finora maggiore visibilità.

Malta – Merjen

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Merjen (640×360)

La prima serie tv maltese ad essere trasmessa in streaming negli Stati Uniti – e di conseguenza, anche la più popolare del Paese – è Merjen, una storia oscura e claustrofobica, che parla di violenza e omicidi. Circa quindici anni fa, Salvu Mallia provò a farne un’opera teatrale, ma il progetto non andò in porto. Ci ha riprovato, a distanza di anni, sua figlia Abigail, che ha ripreso quel lavoro e lo ha adattato per il piccolo schermo. La storia prende spunto da un fatto di cronaca realmente accaduto: il femminicidio di una giovane donna uccisa a La Valletta dal marito geloso nel 1889. Si tratta di una produzione intensa, alla quale la sua autrice è profondamente legata, ed è stata presentata al pubblico statunitense tramite una sottopiattaforma di Amazon Prime Video che scova le proposte internazionali da sottoporre agli americani. Così Merjen è divenuta nota anche oltre confine.

Paesi Bassi – The Letter for the King

Unione Europea e serie tv
The Letter for The King (640×360)

Su Netflix troviamo invece una delle serie tv più rappresentative dei Paesi Bassi. The Letter for the King è un fantasy medievale adattato al romanzo della scrittrice olandese Tonke Dragt. Nel cast troviamo Amir Wilson, già visto in His Dark Materials, che interpreta qui un giovane aspirante cavaliere di nome Dagonaut, che riceve in consegna un’importantissima missiva da consegnare nelle mani del re di Unauwen, uno dei due regni tra cui sta per scoppiare una terribile guerra. La serie conta solo sei episodi ed è una specie di teen drama ambientato in un mondo fantastico popolato da cavalieri, guerrieri e cortigiani. Una certa influenza nordica è ben rappresentata nella serie, soprattutto nelle atmosfere e nella fotografia, lontane dall’immagine moderna dei Paesi Bassi, ma in qualche modo comunque rappresentative di quel tipo di cultura.

Polonia – The Mire

The Mire (640×360)

Sempre su Netflix troviamo anche un serie thriller polacca che riprende le atmosfere di True Detective e le inserisce in una cornice più europea. The Mire – in italiano Pantano – è divisa in due stagioni, entrambe con al centro dei misteriosi casi di omicidi e sparizioni. Nella prima stagione siamo alla fine degli anni Ottanta: due giornalisti indagano sulla morte di un esponente del partito comunista e di una prostituta, portando a galla segreti e verità inabissate. Nella seconda stagione ci spostiamo invece avanti di qualche anno: è il 1997 e una terribile alluvione colpisce la Polonia. Anche in questo caso, la strana coppia di investigatori si imbatte in una serie di oscuri casi di scomparsa. The Mire è una serie cupa che ci riporta indietro negli anni Ottanta e ci fa rivivere il clima che respirava in Polonia in un decennio di grandi trasformazioni ma anche grandi contraddizioni.

Portogallo – Gloria

Gloria (640×360)

Se per la Spagna è inevitabile un collegamento con La Casa de Papel, per il Portogallo invece cambiamo completamente genere, andando a scovare una serie che è riuscita ad accaparrarsi una fetta di pubblico internazionale, ma è ancora semisconosciuta ai più. La prima produzione lusitana sbarcata su Netflix è una spy story che, guardata oggi, sembra drammaticamente attuale, pur essendo ambientata alla fine degli anni Sessanta. Gloria è uno show in dieci episodi che ci riporta nel Portogallo del 1968, in piena Guerra Fredda. João Vidal è un ingegnere assoldato dal KGB per compiere operazioni di spionaggio all’interno della RARET, un’emittente finanziata dalla CIA, e spingere contenuti di propaganda anti-americana. Si tratta di un thriller di spionaggio, dove il ritmo è palpitante e le storie si intrecciano tra loro aggrovigliando sempre di più la trama. La spy fiction prodotta in Portogallo si basa su una storia vera, che viene poi romanzata ed elaborata in salsa fiction. Gloria è quindi un’occasione per fare un viaggio nella storia dei Paesi europei prima che l’Unione Europea vedesse la luce.

Repubblica Ceca – Cirkus Bukowsky

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Cirkus Bukowsky (640×360)

Del 2013 è invece la serie più rappresentativa della Repubblica Ceca, Cirkus Bukowsky. Pavel Reznícek è il protagonista di questo thriller che mischia psicologia e crime ed è ambientato nel cuore della Repubblica Ceca. Il suo personaggio si chiama Nestor Bukowsky ed è un insegnante di psicologia che vuole lasciarsi alla spalle il passato e viversi la vita accanto alla nuova fidanzata. Il passato però non lo abbandona mai e allora il professore, invece di andare avanti, è costretto a tornare indietro nel tentativo di far luce sulla scomparsa di Edita e su tutto ciò che non gli torna dei suoi giorni passati. La serie ebbe grande successo in Repubblica Ceca e contribuì alla fama in patria di Reznícek.

Romania – Hackerville

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Hackerville (640×360)

Ci spostiamo di poco per raggiungere invece la Romania, la cui serie più rappresentativa è forse proprio Hackerville, una produzione che condivide con la Germania. Se il grande pubblico ha imparato ad apprezzare le serie tedesche dopo aver visto Dark, qualcosa di simile potrebbe accadere per le produzioni rumene. Niente a che vedere con l’impatto di Dark chiaramente, ma Hackerville, che è una storia di attacchi informatici e guerre telematiche, ha avuto grande risonanza all’estero. È andata in onda prima su HBO Europe e TNT Serie, poi è stata trasmessa anche sulle emittenti locali di altri Paesi dell’Unione Europea. In Italia è disponibile dal 2019 sulla piattaforma TIMvision.

Slovacchia – Za Sklom

Za Sklom (640×360)

E restiamo sempre nell’Europa dell’est per un’altra serie che in Italia non è mai arrivata, ma che in patria ha riscosso grande successo. Za Sklom è un poliziesco ambientato in Slovacchia, che ha per protagonisti due agenti che si collocano agli antipodi della legge. Lo show, che conta tre stagioni e ventisei episodi totali, è stato apprezzato dalla critica slovacca, che lo ha definito il miglior crime della storia della televisione della Slovacchia. Al successo internazionale la serie non è mai arrivata e difficilmente potrebbe arrivarci considerando come il mercato sia saturo di prodotti di questo tipo, ma non c’è uno slovacco che non abbia sentito parlare di Za Sklom, per cui possiamo definirla senza problemi una delle serie tv più celebri del Paese.

Slovenia – Jezero (The Lake)

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Jezero (640×360)

E a dimostrazione di come il genere noir-poliziesco sia uno dei più apprezzati nell’est dell’Europa, ecco arrivare un’altra serie che in Slovenia è stata pubblicizzata molto prima del suo rilascio e che, nelle intenzioni dei produttori, doveva essere un evento televisivo nazionale di riferimento. La serie è ambientata nella spettacolare cornice del Lago di Bohinj, in Slovenia appunto, attorno al quale si consumano una serie di delitti che il protagonista, Jezero, è costretto suo malgrado a risolvere. La serie è ben fatta, la fotografia non potrebbe non essere spettacolare considerando la location in cui lo show è girato e la trama non si discosta troppo dai soliti cliché del genere, anche se al pubblico non sembra pesare più del dovuto.

Spagna – La Casa de Papel

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La Casa de Papel (640×360)

La Casa de Papel è invece la serie tv più rappresentativa della Spagna. Non potrebbe essere altrimenti, considerando il successo planetario avuto dal Professore e dalla sua banda dal momento dell’uscita su Netflix dello show. Ora, quando si predispone il piano per la visita guidata di Madrid, una capatina alla Zecca di Stato la si fa per forza, se non altro per il gusto di intonare Bella Ciao davanti ai cancelli di quella che sarebbe dovuta essere la roccaforte di Arturito. Le produzioni spagnole hanno avuto negli ultimi anni una forte spinta e molte di queste sono riuscite a diventare dei veri e propri fenomeni globali. La Casa de Papel resta però al momento l’unica che sia stata davvero in grado di imporsi con una tale potenza sul mercato internazionale.

Svezia – The Bridge

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The Bridge (640×360)

Altra serie che merita attenzione e che è stata promossa a pieni voti dalla critica è The Bridge, una produzione svedese realizzata in collaborazione con la Danimarca. In Italia è andata in onda a partire dal 2014 su Sky Atlantic e sono stati prodotti finora cinque remake dell’originale. The Bridge, il ponte, è quello di Øresund, il tratto che collega Danimarca e Svezia e sul quale, nella prima stagione della serie, esattamente sulla linea di confine tra i due Paesi, vengono ritrovati i resti di una politica svedese e di una prostituta danese. Le indagini vengono seguite in collaborazione dagli agenti alle due opposte frontiere e quella che sembra apparentemente una semplice storia poliziesca, si infittisce di particolari e di misteri, rendendo la trama molto più accattivante del previsto. Se mai doveste andare in Svezia via strada, passando sul ponte Øresund, non potreste fare a meno di pensare a The Bridge e all’impatto che la serie ha avuto nel resto dell’Unione Europea e oltreoceano.

Ungheria – Our little village

A Mi Kis Falunk
A Mi Kis Falunk (640×360)

Il nostro viaggio nell’offerta televisiva dei Paesi dell’Unione Europea termina con Our Little Village, una comedy ungherese uscita nel 2017, che ha fatto registrare buone valutazioni da parte di critica e pubblico A Mi Kis Falunk è il titolo originale della commedia, che è ambientata in un villaggio rurale dell’Ungheria e ha per protagonisti una serie di personaggi strambi, la cui convivenza genera equivoci e situazioni grottesche. Ci sono il sindaco del villaggio, l’allenatore di football, un prete bodybuilder, un barista sexy, un poliziotto svogliato e una guardia del corpo. Nella quotidianità del villaggio si presentano costantemente situazioni esilaranti, nelle quali il pubblico riesce a ritrovarsi e ad immedesimarsi.

Tra i Paesi dell’Unione Europea presi in esame manca solo l’Italia, che abbiamo escluso dalla selezione ma per la quale potreste suggerirci nei commenti quella che secondo voi potrebbe essere la sua serie tv più rappresentativa.

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