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Che futuro hanno i talent show sulle piattaforme di streaming? 

Nell’ultimo periodo, in Italia, abbiamo assistito a un fenomeno senza precedenti. Sia Netflix che Prime Video hanno aperto le porte ai talent show, dando il via a una vera e propria migrazione dal lineare alle piattaforme. Già Disney+ con Italia’s Got Talent aveva cominciato questa particolare crociata, ma il successo di LOL Talent Show e soprattutto di Nuova Scena merita di essere argomento di discussione. Da un po’ di anni i talent show italiani non godono proprio di ottima salute, nonostante le reti stiano provando ad aggiustare il tiro in diversi modi. Le piattaforme hanno fiutato l’occasione e hanno provato a riscrivere le regole del gioco, con tutti i difetti e i pregi del caso. Nell’articolo di oggi vogliamo analizzare quelli che sono i pro e i contro dei talent show in streaming, interrogandoci così sul loro futuro.

Uno dei principali plus che le piattaforme streaming concedono ai talent show è una maggiore libertà di espressione

Lol Talent Show (640x360)
LOL Talent Show

Tra i tanti pro della migrazione dei talent verso le piattaforme di streaming, è sicuramente da registrare una maggiore libertà espressiva. Nuova Scena è l’esempio perfetto di ciò che intendiamo: il talent rap di Netflix non avrebbe potuto garantire lo stesso tono di voce su un canale lineare. È anche vero che si tratta di un discorso molto specifico, dato che il rap è un genere musicale che stona parecchio con il politicamente corretto. Ma questo discorso vale per qualsiasi altro format che, se posizionato su una piattaforma, garantisce la possibilità di utilizzare un linguaggio molto più liberale. I tempi sono cambiati dall’ultimo MTV Spit, e oggi sarebbe pressoché impossibile immaginarsi una battaglia di freestyle su un canale in chiaro, o quanto meno non avrebbe la stessa resa che un talent show come Nuova Scena può permettersi.

Un altro aspetto importante riguarda le differenti modalità di fruizione. Le piattaforme sono un habitat in cui il pubblico percepisce la visione in maniera totalmente differente rispetto alla televisione lineare. Netflix e Prime, ma ancora prima Disney+ con l’ultima edizione di Italia’s Got Talent, hanno comunque optato per un rilascio settimanale, andando a emulare la classica struttura dei network. Tuttavia, il pubblico delle piattaforme ha la piena consapevolezza di poter recuperare le puntate in blocco, qualora lo preferisse, cosa che non è del tutto scontata invece per i network. È vero che gli on demand funzionano bene, ma per chi non è abituato a questo tipo di fruizione non è un ragionamento scontato, oltre al fatto che un rilascio prolungato nel tempo, rispetto alle poche settimane di programmazione delle piattaforme, tende a far stancare il pubblico molto prima.

La fruizione sulle piattaforme agevola il pubblico. E se coadiuvata da un tipo di narrazione più attenta a storie e personaggi, funziona quasi come una serie tv

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I tre giudici di Nuova Scena

Diversi talent show italiani, nell’ultimo periodo, hanno ripreso a dare maggiore importanza al racconto dei personaggi e delle loro storie. Si tratta di un elemento fondamentale per il pubblico italiano (come l’antico detto: la tragedia funziona sempre), e le piattaforme hanno dimostrato saperlo gestire alla grande. Sia Nuova Scena che LOL Talent Show hanno sfornato personaggi che stanno cavalcando l’onda del successo, inaspettato quanto indicativo. Con un raggio d’azione circoscritto a poche settimane (contro i mesi di programmazione dei talent show classici), il dibattito che si genera attorno ai protagonisti dei programmi acquisisce maggiore enfasi. Gli stessi personaggi entrano a far parte dell’immaginario collettivo con molta più influenza rispetto a chi svolge un percorso più dilatato nel tempo.

Certo, è anche vero che con più tempo a disposizione per raccontarsi, i protagonisti dei talent show lineari hanno un vantaggio non da poco. Ma nonostante ciò sembra quasi che il pubblico preferisca un “tutto e subito”, e che questo porti i personaggi a restare impressi nella memoria collettiva molto più di tanti vincitori di talent che, dopo poco, finiscono nel dimenticatoio. È forse proprio la narrazione dei personaggi, dunque, l’aspetto più importante perché si parli del programma. A discapito dei vari tecnicismi di cui il pubblico sembra essersi abbondantemente stufato.

Bisogna anche tenere in considerazione la specificità di questi nuovi format. Da una parte LOL Talent Show ha fidelizzato ulteriormente il proprio pubblico, agendo in funzione del programma principale, rendendolo ancora di più un “evento”. D’altra parte Nuova Scena, invece, si rivolge a un pubblico molto specifico, ma allo stesso tempo molto pretenzioso. L’engagement che si crea riempiendo la pancia delle nicchie è tanto prezioso per la serialità quanto per i format.

Veniamo ora ai contro, quasi tutti risolvibili, ma che rendono l’idea di quanto le piattaforme debbano ancora lavorare in ottica talent show

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Khaby Lame a Italia’s Got Talent

Il più grosso punto interrogativo dei talent show sulle piattaforme di streaming è rappresentato da una grave mancanza: l’interazione con il pubblico. Manca la democrazia, in un certo senso, dato che il popolo non ha alcun potere sul risultato finale del programma, né sulle sue evoluzioni. Questo rende i prodotti sicuramente meno interattivi e riduce il “senso di appartenenza” che solitamente si crea tra spettatore e concorrente. Ma non tutti i mali vengono per nuocere. Infatti, tutta la responsabilità va così sulle spalle dei giudici, che negli ultimi anni sono stati spesso messi in discussione. Sulle piattaforme, in assenza del potere del live, sono i giudici a dover decidere chi vale davvero e chi invece deve andare a casa. È qui che entra in gioco la bravura di chi giudica, la cui opinione resta soggettiva ma è molto più autoritaria e importante rispetto a qualsiasi votazione. 

Il tema più problematico riguarda il pathos, elemento che senza l’ebrezza del live toglie tantissimo ai talent show. Questo discorso vale soprattutto per Nuova Scena, il cui finale è stato piuttosto sbrigativo e non soddisfacente rispetto a quanto mostrato fino a quel momento. L’energia e la frenesia del finale live non può essere replicata in alcun modo, motivo per cui i talent show sulle piattaforme devono concentrarsi su altri aspetti. Si tratta di un vuoto sostanzioso, ma comunque colmabile con una maggiore attenzione ad altri dettagli che sono il cavallo di battaglia di questo tipo di prodotti.