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Call My Agent e non solo: 5 Serie Tv francesi veramente valide che vi consigliamo di vedere

Una volta le serie tv francesi erano piuttosto modeste. Chi naviga nelle quiete acque della quarantina potrà ricordare come d’estate i canali televisivi italiani si riempissero delle repliche di quattro o cinque serie francesi, sempre le stesse, senza troppe pretese se non quella di far passare il tempo. Intento più che nobile, sia chiaro. Però… Le puntate di Joséphine, ange gardien o Il commissario Cordier, per citarne due di generi diversi, erano più o meno sempre uguali e difficilmente qualcuno potrà citare questo o quell’episodio particolare. Eppure, non annoiavano mai. Standardizzate, rassicuranti, con una forte morale: erano la vecchia via già percorsa e ripercorsa dalla quale difficilmente ci si allontanava.


Oggi, fortunatamente per tutti, non è più così. Le serie tv francesi hanno cominciato a guadagnare successo e credibilità soprattutto a livello internazionale conquistando un’ampia fetta del pubblico televisivo.

In primo luogo perché hanno saputo rinnovarsi totalmente affrontando temi complessi e provocatori, mettendo in evidenza le problematiche sociali, politiche e di costume della Francia, ma non solo, contemporanea. Hanno, cioè, puntato sull’originalità attraverso un approccio narrativo più realistico capace di catturare in pieno l’attenzione dello spettatore che, oggi, non ha più bisogno di bacchettate morali e di eccessivo buonismo.
La qualità delle produzioni, poi, è diventata stratosferica, quasi all’altezza di quelle americane. Le case di produzioni francesi investono notevoli risorse nella creazione di serie tv puntando in ogni reparto. Così abbiamo sceneggiature solide, regie brillanti, fotografie accattivanti, musiche evocative a effetto e attori e attrici di grande talento.
Come spesso accade, poi, i francesi hanno quella capacità innata di mettersi al centro dell’attenzione raccontandosi come se avessero inventato l’universo. Le location transalpine, per dire, sono perfette cornici per raccontare avventure moderne e del passato ricche di storia, di cultura, di mescolanza capaci di regalare un’esperienza televisiva molto autentica, quasi unica.
Non da ultimo non va sottovalutata la sagacia dei professionisti coinvolti capaci, in nome della sperimentazione, di superare le barriere della comfort zone televisiva. Una sperimentazione che non mai è fine a se stessa ma sempre legata al cercare di soddisfare il più possibile le esigenze del pubblico attuale.

Le serie tv francesi, in virtù di una sapiente combinazione di questi elementi, hanno compiuto un grande, grandissimo, e sorprendente, balzo in avanti diventando sinonimo di enorme qualità venendo apprezzate sempre più a livello internazionale.
Noi di Hall of Series, sfegatati fan delle produzioni francesi, ne abbiamo selezionate cinque, reperibili sui canali streaming, per farvi conoscere meglio un coté dei nostri cugini transalpini che, forse, non avreste mai immaginato avessero.
Buona visione!

1) Drôle: Comici a Parigi

serie tv francesi
Drôle: Comici a Parigi, 640×360

Ah, Parigi! I piccoli bistrot che rallegrano le vie acciottolate dei quartieri più popolari. Anche le lavanderie a gettoni non sono male, eh! In che senso? Beh, se vi state ponendo questa domanda vuol dire che non avete visto Drôle: Comici a Parigi, la serie ideata e scritta da Fanny Herrero (già autrice di Call My Agent, della quale ne hanno fatte diverse ambientazioni tra cui quella italiana), uscita su Netflix nel marzo del 2022. Sei episodi per una dramedy che racconta la vita e le aspirazioni di quattro stand up comedian, alle prese con il successo e l’insuccesso.
Ciascuno dei quattro protagonisti (alcuni dei quali alla loro prima avventura televisiva seriale) vive un dramma personale che però sfrutta a suo vantaggio, in maniera creativa, per far ridere gli altri alimentando il famoso paradosso del pagliaccio triste.

Drôle: Comici a Parigi però, non si limita a essere divertente. Offre allo spettatore, in un tourbillon di emozioni, una vasta gamma di argomenti sui quali riflettere. Dall’amore all’amicizia, dall’aborto al patriarcato in chiave ironica e irriverente Fanny Herrero è stata capace di bissare il successo della sua prima creatura, opera non sempre riuscita ad altri ben più famosi autori, regalandoci un’analisi attenta sul mondo della stand up comedy. Cosa c’è dietro questi comici sfacciati capaci di raccontare se stessi di fronte a un pubblico come fossero sdraiati sul lettino di uno psicanalista? Andate a scoprirlo su Netflix!

2) Le mille vite di Bernard Tapie

serie tv francesi
Le mille vite di Bernard Tapie, 640×360

Uscita lo scorso settembre 2023, Le mille vite di Bernard Tapie è una miniserie composta da sette puntate scritta e diretta da Tristan Séguéla (Una notte da dottore) in collaborazione con Olivier Demangel (November – I cinque giorni dopo il Bataclan).
La miniserie racconta la vita straordinaria e controversa di uno dei personaggi più influenti e discussi della Francia del XX secolo. Bernard Tapie, interpretato magistralmente da Laurent Lafitte, è un uomo dalla sconfinata ambizione, che da semplice operaio diventa un imprenditore di successo, un politico carismatico, un conduttore televisivo, un presidente di una squadra di calcio e, persino, un attore. La serie ripercorre le sue numerose sfide, le sue vittorie e le sue sconfitte, i suoi scandali e i suoi processi, in un affresco storico e sociale che non risparmia critiche né elogi al suo protagonista.

Il disclaimer iniziale avvisa che alcuni fatti e personaggi sono stati modificati o inventati per esigenze narrative. Ciononostante la famiglia Tapie è insorta nei confronti del prodotto mandato in onda da Netflix accusando gli autori di aver tradito la fiducia del capofamiglia (morto nel 2021). La miniserie, comunque, non si limita a raccontare la biografia di un uomo complesso e contraddittorio ma offre anche una riflessione sul potere, sulla corruzione, sulla giustizia e sui media incapaci di subire il fascino ambiguo di Bernard Tapie.
Al di là dell’eccelsa capacità di Laurent Lafitte di trasmettere l’energia e il carisma di Tapie, la miniserie, ambientata tra gli anni Settanta e gli anni Novanta, merita di essere vista per conoscere meglio la Francia di quegli anni, non così lontana dalla nostra Italia.

3) Candidato unico

serie tv francesi
Candidato unico, 640×360

Uscita nel dicembre del 2022 (la trovate su Netflix), Candidato unico è un’altra miniserie a sfondo politico. A differenza de Le mille vite di Bernard Tapie, però, in questa produzione creata da François Uzan e Jean-Pascal Zadie, quest’ultimo anche regista delle sei puntate andate in onda, si punta di più sull’ironia e sulla satira regalando allo spettatore contemporaneamente risate e spunti di riflessione.
Nella disastrata periferia di Parigi, là dove ci si arrangia come si riesce per poter sopravvivere, Stéphane Blé (Jean-Pascal Zadi) è un normalissimo educatore che, grazie a una comparsata durante un’intervista di un politico, diventa improvvisamente famoso. Per una serie di eventi fortunati Stéphane viene candidato alle elezioni presidenziali e si ritrova a essere l’outsider sul quale la gente comune punta speranzosa. La domanda che gli analisti e i giornalisti francesi si pongono, però, è la seguente: la Francia è pronta ad avere un presidente nero?

Come spesso accade (da Giù al Nord a Quasi Amici, per citare le pellicole più recenti ma la cinematografia francese ne è piena) le produzioni francesi conoscono perfettamente vizi e virtù del proprio pubblico. Questo permette loro di pescare a piene mani nei luoghi comuni e negli stereotipi più beceri al fine di rovesciarli per neutralizzarne, attraverso l’ironia sottile, l’influenza negativa che possono avere. In una società con mille sfaccettature sociali, etniche e religiose, spesso in violento contrasto tra loro, utilizzare l’umorismo può essere quell’unico trucco capace di mantenere vivi i tre grandi valori rivoluzionari: Liberté, Égalité, Fraternité.
Non vi diremo se Stéphane Blé diventerà il primo presidente francese nero. Vi diciamo però che vale la pena di guardarla per comprendere quanto possa essere forte, rivoluzionario e interessante il coté parodistico di questa serie francese che racconta, di fatto, semplici vicende umane che ci toccano tutti, da vicino.

4) Irma Vep

Irma Vep, 640×360

Irma Vep è un anagramma ma non vi diremo quale. La mini serie di cui vi parliamo è scritta e diretta da Olivier Assayas, uscita nel luglio del 2022 e reperibile su Now.
Si tratta di una adattamento dell’omonimo film anch’esso scritto e diretto da Olivier Assayas ma uscito nelle sale cinematografiche nel 1996.
A distanza di oltre venticinque anni il regista ha sentito il bisogno di rifare per la televisione quella che è considerata, finora, la sua più celebre opera: “ho sentito il bisogno di approfondire, ancora, la storia di Irma Vep, quasi come una sorta di maledizione“.

Le otto puntate che compongono questa miniserie prodotta da HBO raccontano la storia di Mira, star del cinema americano disillusa dalla sua carriera, che si ritrova in Francia a interpretare un remake televisivo della celebre pellicola Les Vampires del 1915.
In Irma Vep gli spettatori accompagnano la protagonista, interpretata da Alicia Vikander, in un’avventura dalle fosche tinte nella quale realtà e finzione perdono di chiarezza andando a fondersi insieme.

5) Maria Antonietta

Nel panorama delle serie tv francesi non poteva mancarne una storica. Uscita nel febbraio del 2023 (su Now) Maria Antonietta è il racconto del dietro le quinte dell’ultima regina di Francia, ghigliottinata (non è spoiler, se siete andati a scuola) il 16 ottobre del 1793, in Place de la Concorde, a Parigi.
Nelle otto puntate finora andate in onda (una seconda e ultima stagione è stata già confermata) ci viene raccontato il suo arrivo a Versailles e le difficoltà avute, essendo austriaca, nell’essere accettata dalla corte francese. Con un marito che pare più intenzionato a occuparsi di cavalli e piccioni, Maria Antonietta è costretta a farsi largo a suon di gomitate per poter rivendicare un ruolo che non voleva assolutamente.

La serie è sontuosa e affascinante. Cattura il pubblico per i suoi barocchismi senza risultare vuota né superficiale. Lenta come una sarabanda, avanza gravemente verso il suo epilogo già conosciuto. Non c’è nulla di particolarmente nuovo se non la violenza psicologica alla quale la giovane regina, interpretata da una maestosa (è proprio il caso di dirlo) Emilia Schüle, è sottoposta. Deborah Davis, insieme a Louise Ironside, Chloe Moss e Avril E. Russell hanno voluto dare a questa serie tv francese una lettura che andasse oltre il tempo affrontando, come in un romanzo di formazione, la crescita e lo sviluppo di una ragazzina sradicata dalle sue origini e condannata a morte ben prima della sua reale fine. Adattarsi, e quindi crescere, o soccombere: quale delle due strade avrà intrapreso la nostra eroina?