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10 grandi Serie Tv che sorprendentemente (ancora oggi) non hanno mai vinto un Emmy

Ogni anno, gli Emmy Awards celebrano il meglio della televisione. Eppure, dietro le luci della ribalta ci sono serie tv che, nonostante il loro valore artistico e la fedeltà dei fan, vengono spesso trascurate. Queste gemme della televisione sono spesso caratterizzate da una creatività audace, una narrazione innovativa e performance straordinarie. Ma continuano comunque a sfuggire all’attenzione dei premi più prestigiosi.

Serie iconiche come The Wire e The Leftovers sono solo alcuni esempi di opere che, nonostante la loro eccellenza, non hanno mai ricevuto il riconoscimento che meritavano agli Emmy. Ma cosa rende queste serie così speciali? È proprio la loro capacità di sfidare le convenzioni e di offrire un’esperienza televisiva unica. The Wire ha affrontato temi sociali complessi con una profondità e una sensibilità raramente viste in televisione. The Leftovers, invece, ha esplorato il dolore e la perdita in modo crudo ed emotivamente coinvolgente. Ma c’è ancora molto altro.

Le serie tv snobbate agli Emmy sono spesso tra le più innovative e significative della nostra epoca. E nessuna assenza di premi può cambiare questa verità.

1) Star Trek

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Star Trek

Sin dalla sua prima trasmissione nel lontano 1966, la saga spaziale di Star Trek ci ha immersi in un immaginario televisivo sconosciuto e innovativo. Creata da Gene Roddenberry, Star Trek ha catturato l’immaginazione di milioni di spettatori in tutto il mondo, rendendoli membri onorari dell’equipaggio dell’Enterprise. Tutto ciò tra avventure intergalattiche ed esplorazioni entusiasmanti. Tuttavia, nonostante il suo status iconico e la sua eredità leggendaria, la serie tv non ha mai ottenuto uno dei riconoscimenti più importanti. Il franchise ha avuto un impatto profondo sulla pop culture, con strascichi evidenti ancora oggi. Tant’è vero che si è guadagnato il favore del pubblico, ma non quello della critica. Nessuna delle serie tv legate al vasto mondo di Star Trek è mai stata premiata agli Emmy. Eppure, ci sono numerosi episodi toccanti che avrebbero davvero meritato un riconoscimento per la sceneggiatura sensibile a tematiche importanti. Una serie straordinariamente innovativa per gli anni in cui andava in onda.

Non solo, anche il reparto trucchi si è dimostrato sempre molto all’avanguardia. Basti pensare alla trasformazione di Leonard Nimoy in Spock. O ancora alla presenza di numerose e variegate razze aliene nella serie tv principale così come nei suoi spin-off. Pur essendo stato inserito, nel 2016, all’interno del Guiness World Records come il franchise sci-fi più famoso di tutti i tempi, Star Trek non ha ancora ottenuto un riconoscimento effettivo che sottolineasse la sua influenza in televisione.

2) Better Call Saul

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Better Call Saul

Breaking Bad è stata una serie che ha catturato l’immaginazione di milioni di spettatori in tutto il mondo. E Better Call Saul non è stata certo da meno. Con la sua narrazione intricata e i personaggi complessi, lo spin-off creato da Vince Gilligan ha rapidamente guadagnato un posto nel cuore degli appassionati di televisione. Tuttavia, c’è una nota stonata in questa sinfonia televisiva: il fatto che non abbia mai vinto un Emmy Award. Una presa in giro bella e buona. Soprattutto se consideriamo il numero esorbitante di candidature che la serie tv ha ricevuto durante la sua messa in onda.

Come può uno spettacolo così acclamato venire costantemente trascurato quando si tratta di riconoscimenti ufficiali? Il web si è abbastanza diviso a tal proposito. C’è chi pensa che dietro ci sia un complotto alla “Di Caprio” e chi pensa la serie tv abbia subito il confronto con Breaking Bad.

Better Call Saul rimane un diamante grezzo nel panorama televisivo. Una pietra preziosa che nessuno ha voluto certificare ma che non brilla, per questo, meno intensamente. La mancata vittoria di Bob Odenkirk per il suo straordinario lavoro pesa eccome, ma la serie stessa è una testimonianza vivente del talento mastodontico di questo artista. Durante le sei stagioni dello show, Odenkirk ha scavato nel cuore e nell’anima torbida di Jimmy McGill mentre si trasformava lentamente e inesorabilmente in quel Saul Goodman senza scrupoli. In fin dei conti non serve una statuetta per riconoscere il valore di un attore.

3) The Wire

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The Wire

Il capolavoro televisivo, creato da David Simon, ha catturato l’essenza di Baltimora e delle sue intricate dinamiche sociali, politiche e criminali. Lo ha fatto come nessun’altra serie prima o dopo di essa. Tuttavia, nonostante il suo status cult e la sua influenza duratura, la serie tv non ha mai vinto un Emmy Award. Ciò che rende ancora più sorprendente questa assenza di riconoscimento è il fatto che The Wire non si sia mai fermata a una dimensione intrattenitiva. La serie ha affrontato temi complessi come la corruzione istituzionale, il fallimento della guerra alla droga, le disuguaglianze sociali e razziali, e la fragilità della vita in molte città americane. Ha offerto una riflessione profonda e spesso scomoda sulla società contemporanea. Eppure, questo impegno artistico non è stato mai ricompensato con il premio più prestigiosi dell’industria televisiva.

Forse, proprio questa audacia nel confrontare le realtà più brutali e scomode della vita urbana ha reso The Wire troppo sfacciatamente reale. Qualunque sia la ragione, rimane che The Wire sia rimasto un esempio vivido di un’opera d’arte televisiva ignorata dai premi, ma amata e venerata dai suoi fedeli ammiratori. E forse, alla fine, è proprio questo il premio più importante di tutti.

4) Penny Dreadful

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Penny Dreadful

Nello sconfinato universo di serie tv che ci hanno fatto compagnia negli ultimi anni, ce n’è stata una che ci ha particolarmente affascinati, incantati e spaventati. Tutto allo stesso tempo. La piccola e dimenticata Penny Dreadful, un’opera gotica e oscura e un prodotto decisamente di nicchia. Creata da John Logan, Penny Dreadful è stata una serie tv di breve durata ma capace di incantare ugualmente gli spettatori con la sua miscela di horror, dramma e fascino vittoriano. Attraverso le sue tre stagioni, lo show ci ha presi fermamente per mano trascinandoci tra i vicoli oscuri di Londra e mostrandoci un mondo popolato da creature mitiche, vampiri, e demoni, insieme a personaggi complessi e avvincenti.

Nonostante il suo vasto successo di critica e l’affetto di tantissimi fan, la serie tv però non è mai stata davvero presa in considerazione per gli Emmy Awards.

Snobbata sia per i premi tecnici che per quelli principali, Penny Dreadful rimane una pietra miliare del genere horror in televisione. La sua eredità è scolpita nei cuori degli spettatori che hanno amato e temuto ogni momento trascorso nella cupa Londra vittoriana. Ma c’è una cosa che non dimenticheremo mai. La mancata statuetta a Eva Green come migliore attrice protagonista è uno degli errori più grandi che gli Emmy abbiano mai potuto compiere. La performance dell’attrice si è distinta per intensità e sentimento, riuscendo a reggere sulle proprie spalle lo show anche nei momenti più bassi. Indimenticabile il finale di serie così come l’episodio in cui la Green conduce da solo lo spettacolo dall’interno di una cella di manicomio.

5) The Haunting of Hill House

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The Haunting of Hill House

L’horror è, spesso e volentieri, un genere disprezzato, ignorato e ingenuamente considerato di serie B. Ma la storia del cinema e delle serie tv ci ha insegnato tutt’altro. Proprio per questa sua nomea sfortunata, succede che prodotti di squisita fattura ed eccellenti da ogni punto di vista non vengano nemmeno presi in considerazione. The Haunting of Hill House ha ridato dignità al genere dell’horror in televisione, dimostrando che può essere più di semplici jump scares e mostrando il potere di una storia ben raccontata. Ciò che ha reso lo show di Mike Flanagan (il primo di un’antologia) unico è stato la sua abilità nel mescolare il terrore soprannaturale con il dramma emotivo. La serie utilizza fantasmi e situazioni inquietanti come cornice narrativa per immergersi poi nelle acque profonde delle dinamiche familiari dei personaggi principali.

L’orrore di The Haunting of Hill House è sia fisico che psicologico. Il vero orrore, però, è questa miniesere non sia mai stata apprezzata e riconosciuta come si deve. Nessun Emmy all’orizzonte per questa serie tv horror basata sul romanzo di Shirley Jackson. Un adattamento moderno che è stato in grado di catturare l’essenza del libro originale distinguendosi, allo stesso tempo, come una storia unica e coinvolgente. Non averla mai vista nella rosa delle migliori miniserie è una mancanza grave. Ancor di più lo è il mancato riconoscimento alla sceneggiatura di Mike Flanagan, un autore degno erede di Stephen King, capace di scavare a fondo nelle tenebre dell’animo umano e di metterle per iscritto.

6) Parks and Recreation

Parks and Recreation (640x360) serie tv Emmy
Parks and Recreation

Una miscela unica di comicità surreale, personaggi indimenticabili e un messaggio di speranza e positività. Questo e molto altro è stato Parks and Recreation. Al centro della serie c’è il dipartimento dei parchi della fittizia cittadina di Pawnee, Indiana. La serie ci porta nel cuore di questa comunità, seguendo le azioni di Leslie Knope, interpretata magistralmente da Amy Poehler, una pubblica ufficiale appassionata e ambiziosa, determinata a migliorare la vita dei suoi concittadini nonostante le costanti sfide e ostacoli. Ma Leslie non è l’unico personaggio eccentrico e memorabile dello show. Da Ron Swanson, l’anarchico capo del dipartimento dei parchi, alla dolce e ingenua April Ludgate, ognuno di questi buffi protagonisti ha aggiunto un tocco unico e irripetibile alla serie, rendendola un viaggio straordinario attraverso il caos e la bellezza della vita in provincia.

Eppure, la serie tv è stata sempre particolarmente sfortunata agli Emmy.

Nonostante le numerose nomination in quasi tutte le categorie, la serie non è mai riuscita a portare a casa l’ambito premio. Una comedy diversa dal solito, spesso paragonata a The Office o Arrested Development per l’insensatezza delle situazioni e l’umorismo nero. È un vero peccato il fatto che mai, in ben sette stagioni, la serie abbia ricevuto un riconoscimento che rendesse onore al suo valore. In generale, ma soprattutto nel mondo delle comedy americane.

7) Sons of Anarchy

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Sons of Anarchy

Fin dalla prima puntata, Sons of Anarchy ha offerto una panoramica senza compromessi della vita all’interno di un club motociclistico fuorilegge, esplorando temi complessi come la famiglia, il tradimento, il potere e la redenzione. Un dramma oscuro. Un viaggio nelle tenebre dell’animo umano reso incredibilmente coinvolgente grazie all’attenzione allo show per i dettagli. Ma non solo. Anche la caratterizzazione dei personaggi e la costruzione della trama sono elementi fondamentali di Sons of Anarchy. Gli sceneggiatori hanno saputo mescolare abilmente tra loro azione, dramma, suspense e momenti emotivi. La totale assenza di una vittoria per la sceneggiatura pesa come un macigno. Specie se pensiamo a quell’incredibile finale della terza stagione, da manuale di scrittura. Abbiamo parlato qui della terza stagione di Sons of Anarchy.

Temi complessi sono stati affrontati con una profondità e una sincerità rare. La serie non ha avuto paura di mostrare i personaggi in situazioni estreme e spingendoli oltre i limiti della moralità. Questa franchezza nel trattare tematiche difficili, scomode e violente ha contribuito a rendere la serie memorabile. Per non parlare delle interpretazioni di Charlie Hunnam, Katey Sagal e Ron Perlman assolutamente ignorate agli Emmy. Da Jax Teller a Gemma Morrow, passando per Clay Morrow e Tig Trager, ogni personaggio è stato riccamente sviluppato e interpretato con maestria dagli attori. Non è una caso che questi siano diventati dei veri e propri archetipi moderni.

8) Bojack Horseman

BoJack Horseman (640x360) serie tv Emmy
BoJack Horseman

Forse non ci crederete, ma la serie tv Bojack Horseman non hai mai vinto un Emmy.

Già, la serie animata che si è distinta subito come tutto fuorché un cartone animato qualunque, non è riuscito a portare a casa l’ambita statuetta. Creata da Raphael Bob-Waksberg, Bojack Horseman è un’esplorazione cruda e profonda della condizione umana, raccontata con l’uso di una satira intelligente e tanto anzi tantissimo humour nero. Ciò che ha reso iconica la serie animata è stata la sua capacità di affrontare temi complessi come la depressione, l’ansia, la solitudine e l’alienazione in un modo che è allo stesso tempo commovente e reale. La narrazione si sviluppa attraverso personaggi ben sviluppati e relazioni interpersonali intricate, offrendo uno sguardo sincero e spesso struggente sulla natura umana.

Battuta nel 2019 dai Simpsons e nel 2020 da Rick & Morty, c’è da dire che lo show ha dovuto vedersela con dei giganti dell’animazione. E anche se la statuetta come miglior serie d’animazione manca e ci starebbe senz’altro, per molti fan e critici, questo non ha scalfito il valore intrinseco di BoJack Horseman. La serie ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama televisivo grazie alla sua originalità, profondità emotiva e impegno nel trattare argomenti difficili con sensibilità e umorismo.

9) The Leftovers

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The Leftovers

Una solo nomination agli Emmy per Ann Dowd come miglior guest star in una serie tv drammatica e poi il nulla. Nessuna traccia di The Leftovers agli Emmy, nomination svanite nel nulla proprio come quella percentuale della popolazione globale. Creata da Damon Lindelof e Tom Perrotta, la serie tv è ambientata in un mondo post-apocalittico dove, in maniera inspiegabile e sovrannaturale, il 2% degli abitanti del pianeta scompare. Le conseguenze emotive e psicologiche di coloro che sono stati lasciati alle spalle sono il vero fulcro della serie tv. Uno show che racconta di un’apocalisse ma solo per usarla come cornice di un racconto che esplora l’essere umano nelle sue mille sfaccettature.

E per narrare la sua storia, The Leftovers ha sempre optato per l’originalità e l’imprevedibile. La serie sfida, infatti, le scelte narrative tradizionali utilizzando trame non lineari e colpi di scena sorprendenti mentre. In questo modo, lo show si spinge oltre i confini del genere drammatico per esplorare temi esistenziali e filosofici più ampi. Forse troppo complessi per un pubblico medio e, soprattutto, per una realtà, che non ha mai davvero apprezzato i prodotti outisder e anticonvenzionali. Come Penny Dreadul o Black Sails, The Leftovers è sempre rimasta una serie di nicchia, alla quale non è mai stato riconosciuto il giusto merito. A farne le spese sono state soprattutto la sceneggiatura e i suoi grandi interpreti come la brillante Carrie Coon.

10) Hannibal

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Hannibal

Basta l’immagine che abbiamo scelto per spiegare da sé quale sia stato il grande Emmy mancato di Hannibal. Passi l’assenza di un premio come miglior serie drammatica, passi anche quello come miglior attore a Hugh Dancy e Mads Mikkelsen. Ma non possiamo certo accettare l’assenza di un premio alla fotografia. Maestosamente diretta da Bryan Fuller, la serie ci ha immersi nella mente di Hannibal Lecter e dell’investigatore Will Graham offrendoci un’esperienza visiva e narrativa senza precedenti.

Ogni fotogramma è stato un capolavoro visivo, una tela su cui venivano dipinte le emozioni oscure e contorte dei suoi protagonisti. Le cene a casa di Hannibal diventavano opere d’arte, sebbene fossero intrise di un’oscurità inquietante. Immagini, simboli, visioni. La serie si è distinta come una vera e propria opera d’arte visiva, ricca di simbolismo e allegorie, trascinando lo spettatore in un universo di macabra bellezza. Mai completamente compreso e apprezzato in pieno. La serie tv è stata inspiegabilmente ignorata quando, invece, un Emmy tecnico sarebbe stato d’obbligo. Hannibal, infatti, rimane una pietra miliare nella storia della televisione, capace di alzare l’asticella dell’estetica televisiva e della narrazione per immagini.