2) Sherlock
Inutili sarebbero le presentazioni con una delle serie più apprezzate dell’ultimo ventennio. Sherlock ha la sua forza nella riattualizzazione del racconto di Doyle e nell’incredibile sintonia degli interpreti. Un magistrale Benedict Cumbebatch affiancato dalla spalla perfetta, Martin Freeman. Le atmosfere, il magnetismo del protagonista, il coinvolgimento dei racconti: difficile trovare un punto debole. Soltanto il finale, probabilmente, non risulta completamente all’altezza ma non compromette una delle pietre miliari della televisione.
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3) Dollhouse
Poco nota anche al momento della messa in onda, Dollhouse è una vera chicca per intenditori. Vuoi per l’intreccio, vuoi per le profondissime questioni etiche sollevate molto prima di serie come Westworld, Dollhouse si configura come un prodotto da recuperare senza esitazione.
La storia è quella di un’organizzazione che controlla una serie di “doll“, giovani prestanti e fascinose che si sono fatti cancellare i ricordi. Ne consegue una personalità “zero”, infantile e priva di esperienza empirica, modellabile con personalità impiantabili. Il tutto per il piacere (a volte perverso) e il beneficio di ricchi uomini o aziende che “noleggiano” le “doll“. Protagonista una di loro, Echo. Aspettatevi colpi di scena e rivolgimenti che vi lasceranno a bocca aperta.