L’avvento delle piattaforme streaming ha rivoluzionato la fruizioni dei prodotti seriali, inaugurando per il pubblico l’era del binge watching. L’espressione inglese, composta dall’accoppiata di termini binge (“gozzoviglia”) e watching (“osservazione, visione”), risulta ad oggi talmente sdoganata da essere finire tra i neologismi del dizionario Treccani, che ne fornisce la seguente definizione.
Visione ininterrotta di una grande quantità di episodi appartenenti a una serie televisiva, che è interamente disponibile in rete o in cofanetti di dvd.
È questo il presupposto ad aver reso possibile la pratica: il rilascio in blocco degli episodi della nuova uscita di turno. Quando si trova davanti a una tavola così riccamente imbandita, il serializzato si scopre incapace di controllarsi e si lancia in una scorpacciata tale da procurargli indigestione, passando dall’inizio alla fine della stagione in una manciata di ore. Il binge watching è questo: un’esperienza immersiva e totalizzante che porta a mettere in standby la propria vita in favore di una visione compulsiva e senza interruzioni.
Il rilascio in blocco sembrava destinata a relegare quello settimanale alla programmazione dei palinsesti televisivi; eppure a un certo punto da parte delle piattaforme streaming si è verificata un’inversione di tendenza.
Alcuni casi, isolati ma rilevanti, hanno sancito l’inaspettato passo indietro. Si pensi alla seconda stagione di The Boys (Amazon Prime) o alla quarta di The Handmaid’s tale (TimVision), entrambe partite da un antipasto di tre episodi rilasciati in simultanea per poi passare a un appuntamento settimanale. E poi c’è Disney+, che ha abbracciato in toto questo moto di ritorno al passato: le produzioni originali della casa di Topolino vengono recapitate al pubblico a cadenza rigorosamente settimanale.
Come ha preso il pubblico questo cambio di rotta?
Inizialmente con indubbio malcontento. Insofferenti rispetto all’idea di un’attesa a cui non erano più abituati e timorosi di incappare negli spoiler di cui la rete si riempie in un nonnulla, gli spettatori hanno criticato la scelta e reclamato a gran voce il ritorno al rilascio in blocco.
Ma come ogni medaglia, anche quella legata alle modalità di distribuzione possiede due facce, ed evidentemente le piattaforme streaming hanno ritenuto di poter trarre dei vantaggi da quella legata al rilascio settimanale.
Ed effettivamente dei vantaggi ci sono. Esso consente di mantenere alta l’attenzione sul prodotto per una quantità di tempo diluita e conseguenzialmente maggiore, nonché di aumentare l’engagement che scaturisce dall’interessamento del pubblico. L’attesa tra un episodio e l’altro è scandita da opinioni, analisi e teorie che si moltiplicano di settimana in settimana, animando profili, pagine e gruppi social. A crescere gradualmente è anche l’hype, che diventa più alto a mano a mano che ci si avvicina a uno snodo cruciale della trama oppure alla conclusione della storia.
A questi benefici possono corrispondere delle controindicazioni.
Fantasie e supposizioni che si sviluppano nel tempo hanno maggiori possibilità di andare incontro a una delusione. Lasciar sedimentare nella propria mente uno scenario e poi vederlo demolito da risvolti completamente differenti da ciò che ci si era immaginati può essere decisamente traumatico per uno spettatore. Come alcuni show sanno fin troppo bene, le aspettative dei fan sono spesso le più grandi nemiche della buona riuscita di una serie.
Se per alcuni l’attesa è vissuta come qualcosa di snervante e rischioso, per altri è parte integrante del divertimento. Commentare ciò che è successo in un episodio e speculare su quel che accadrà in quello successivo sono spesso considerate attività complementari alla visione, passatempi in cui è bello indulgere in compagnia degli altri appassionati. Dall’altra parte i sostenitori del binge watching godono della curiosità immediatamente soddisfatta, della visione di insieme nitida e compatta che una stagione mandata giù tutta d’un fiato fornisce, dell’effetto adrenalinico scatenato dagli eventi che si susseguono senza pause.
La verità è che tanto il rilascio in blocco quanto quello settimanale hanno potenziali pro e contro. Immergersi in una serie può essere bello tanto quanto assaporarla a piccole dosi. Tutto dipende da quelle che sono le nostre preferenze e, diciamocelo, dalla capacità di farsi apprezzare della serie in questione.
Il punto è: qual è la modalità che alla lunga le piattaforme streaming troveranno più conveniente da adottare?
È la risposta a questa domanda che farà pendere l’ago della bilancia da una parte o dall’altra, l’elemento destinato a dirimere la questione.
E voi da che parte state? Quando arriva la nuova stagione di quella serie che tanto aspettavate preferite divorarla in un colpo solo o gustarvi l’attesa tra un episodio e l’altro?
