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Le 15 migliori miniserie nella storia delle Serie Tv

Sono più brevi, durano solo il tempo di una stagione, ma a volte sanno fare male più di una Serie Tv lunga. Stiamo parlando delle migliori miniserie nella storia delle Serie Tv, dei tocca e fuggi veloci ma intensi che, servendosi di un tempo ridotto, ci dicono quel che vogliono dirci per poi andare via in un soffio. Che dolore e che male che ci ha fatto Chernobyl, e quanta angoscia che ci ha fatto sentire The Act. Sono storie complicate, sono storie così difficili, ma sono dei veri e propri pezzi da novanta, delle produzioni seriali di cui nessuno dovrebbe mai privarsi. Ma quali sono, con esattezza, le migliori miniserie nella storia delle Serie Tv? Il momento di rispondere a questa domanda è giunto, ma è bene fare delle precisazioni. All’interno di questa lista non troverete produzioni come The Haunting Of (che ha dato vita a Hill House e Bly Manor) e Monster (che nel suo primo capitolo ci ha raccontato la storia di Jeffrey Dahmer). Queste due, infatti, non fanno parte del filone delle miniserie, ma delle Serie Tv antologiche, un po’ come American Horror Story che, attraverso questo espediente narrativo, alla fine è arrivata a ben 12 stagioni. Nello stesso modo, non troverete Beef. La nuova Serie Tv vincitrice agli Emmy è infatti stata scartata da questa lista per via del suo ormai molto probabile ritorno. Dato il successo, infatti, il creatore della serie ha deciso di tornare su Netflix con una seconda stagione, trasformando così Beef da miniserie a Serie Tv. Fatte queste premesse, possiamo cominciare il nostro viaggio tra le migliori Miniserie di tutti i tempi! Pronti?

Da When They See Us a 22.11.63: ecco le 15 migliori Miniserie nella storia delle Serie Tv

1) The Act

The Act
The Act – Una delle migliori miniserie biografiche (640×360)

In questi giorni è ritornata sulla cresta dell’onda per via dei nuovi sviluppi che la storia da cui è tratta ha avuto. The Act non è infatti soltanto una miniserie. Per prima cosa, è infatti una produzione biografica tagliente e angosciante. Composta da otto puntate, racconta l’orribile storia di Gipsy e Dee Dee, una figlia di 15 anni e una madre che sembrano unite da un rapporto totalmente ossessivo e disfunzionale. Fin da quando è nata, Gipsy non sta bene. Malata, sulla sedia a rotelle e bisognosa della madre per far qualsiasi movimento. Fin qui, nonostante la tristezza, nulla di strano. Ma la realtà è purtroppo molto diversa da quella che Gipsy conosce. La ragazza non ha infatti 15 anni ma ben più di 20, e non presenta alcuna malattia. Dee Dee, affetta da Sindrome di Münchhausen per procura, ha sempre fatto credere questo alla figlia per impedirle di poter andare via e, al tempo stesso, per lucrare sulle sue condizioni fisiche ottenendo fondi da associazioni benefiche e non solo.

Da questo momento The Act dà vita a una narrazione che si farà presto cruda e fuori da qualsiasi limite. Mantenedo una grossa fedeltà nei confronti della storia originale, questa miniserie centra il bersagio dimostrando quanto quel che vediamo attorno a noi a volte non sia altro che una finzione, una simulazione nel senso più vero del termine. Analizzando tutti i personaggi in modo estremamente accurato, The Act ci restituisce una storia in cui ognuno ha la sua parte, soprattutto Gipsy che cerca di riprendere in mano la propria vita diventando esattamente quel che aveva subito. Nonostante l’appetitoso genere thriller, che è sempre fonte di grande intrattenimento, The Act non è una Serie Tv semplice: è una Serie Tv estremamente dolorosa e angosciante, impossibile da guardare a cuor leggero. Candidata e vincitrice sia agli Emmy che ai Golden Globe, questa miniserie biografica è davvero una delle produzioni migliori degli ultimi anni.

2) When They See Us

When They See Us (640×360)

C’è una cosa che, se non vi siete ancora approcciati a When They See Us, dovreste sapere: dell’epilogo non ve ne fregherà niente. Dei soldi che i ragazzi hanno ottenuto come risarcimento, degli applausi, dei premi. Non vi importerà niente. Perchè sarà sempre troppo poco. Perché non stiamo parlando di un dolore fittizio, di una storia che non esiste se non nella mente di uno sceneggiatore: stiamo parlando di una verità, di una realtà che ha privato un gruppo di adolescenti della propria vita. Considerati colpevoli di aver violentato e mandato in coma una ragazza, un gruppo di ragazzi afrodiscendenti vengono arrestati e costretti a confessare un crimine che non hanno mai commesso. Senza prove, moventi o indizi. L’America aveva bisogno di un colpevole, di un capro espiatorio, e lo avevano trovato. Una volta passato insieme a loro questo inferno, scoprirete che non importa come li abbiano premiati e come la verità sia venuta fuori, perché lo sviluppo sarà troppo doloroso per essere accettato e dimenticato con un bel lieto fine.

Ed è d’altronde questo ciò che fa When They See Us: cerca di non far dimenticare richiamando all’ordine, durante il finale, il vero volto dei protagonisti. Ce li mostra attraverso un primo piano che non cade mai nel pietismo. Insignita di ben 11 candidature agli Emmy, When They See Us è presto diventata la miniserie Netflix per eccellenza, uno spaccato di storia drammatico e indimenticabile, insopportabile ma di cui era necessario parlare. Come spiega la serie, l’unico modo per evitare che tutto questo riaccada, è guardare al passato e osservare le sue conseguenze distruttive. Con interpretazioni di livello, dialoghi mastodontici e grandissima fedeltà e rispetto alla storia reale, When They See Us scrive una delle pagine più importanti della serialità degli ultimi anni diventando anche un manifesto di questo genere sulla piattaforma Netflix.

3) Band of Brothers

Band of Brothers (640×360)

Band of Brothers probabilmente potrebbe essere considerata come la miniserie per antonomasia, l’apertura del sipario sul questo genere. Con un regia corale di altissimo livello, Band of Brothers racconta la guerra come mai nessuno l’aveva fatto prima del 2001. Prodotta da Spielberg e Tom Hanks, questa miniserie cerca di restituire al telespettatore il caos di questo cancro mondiale, ma anche l’umanità che si nasconde dietro chi deve prenderne parte. I soldati, perfino quelli nemici, non vengono infatti utilizzati come delle macchine senza anima costrette a sparare e bombardare. Per prima cosa, infatti, sono uomini con paure e debolezze. Le loro pecualiarità, unite al continuo timore di avvertire il suono di una bomba, hanno permesso a Band of Brothers di fare un grandissimo lavoro sulla profondità psicologica dei protagonisti, una carattestica che rivedremo ancor più potenziata nella Serie Tv gemella The Pacific. Senza mai diventare didascalica, questa miniserie ha saputo raccontare davvero quel che accadeva in quel momento storico. Per cercare di portare in prima linea il concetto di realtà, infatti, Band of Brothers anticipa ogni suo episodio attraverso delle mini interviste fatte ai protagonisti reali della storia. Utilizzando questo mezzo, la miniserie HBO anticipa gli eventi che vedremo in puntata attraverso le parole di chi li ha vissuti davvero. Premiata ai Golden Globe come Miglior produzione drammatica, Band of Brothers ha trionfato anche agli Emmy conquistando ben 6 vittorie sulle sue 19 candidature.

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