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Le 7 canzoni più iconiche di Romanzo Criminale

Tra i tantissimi pregi di una serie storica come Romanzo Criminale c’è sicuramente la colonna sonora, capace di accompagnare alla perfezione ogni momento della serie, regalando scene che, grazie al contesto musicale, hanno acquisito un’aura ancora più elevata e sono rimaste impresse nel cuore e nella mente degli spettatori. La colonna sonora della serie è una summa eccezionale della musica che dal finire degli anni Settanta arriva al principio dei Novanta e contribuisce a connotare con precisione il contesto entro cui si muove la narrazione, risultando pressoché sempre estremamente azzeccata e significativa in base a ciò che il racconto vuole mostrare.

Da Vasco Rossi a Iggy Pop, le firme sulla colonna sonora di Romanzo Criminale sono prestigiose e memorabili e soprattutto la scelta delle canzoni in determinati momenti della trama, oltre che estetica, finisce anche per essere concettuale, perché la musica arricchisce e completa il significato della narrazione in più di un punto. Rendiamo omaggio, dunque, alla splendida colonna sonora di Romanzo Criminale andando a ripercorrere sette canzoni iconiche che hanno accompagnato altrettante scene della serie prodotta da Sky.

Le canzoni più iconiche di Romanzo Criminale: Liberi liberi

Romanzo Criminale
Bufalo (640×360)

Partiamo dal finale, da quella che forse è la canzone più significativa di tutta quanta la serie. Nell’ultimo episodio della seconda stagione di Romanzo Criminale arriva, piano piano, l’epilogo per tutti i membri della banda e alla fine ritroviamo il flashforward di inizio serie, col Bufalo in là con gli anni che urla l’iconica frase “Io stavo col Libanese”. Sul viale dei ricordi, l’ormai anziano ex membro della banda rivede tutti i suoi ex compagni e in sottofondo suona Liberi liberi di Vasco Rossi, che oltre ad aumentare l’intensità del momento incornicia anche il significato profondo e finale dell’epilogo di Romanzo Criminale.

Liberi liberi, in fondo, i membri della banda non lo sono mai stati, perché dal momento in cui hanno cominciato la loro ascesa nel mondo criminale hanno dovuto convivere con tutte le problematiche e le conseguenze delle loro scelte. E allora, la vera libertà quando arriva? Quando si sceglie una vita del genere, arriva solo con la morte, perché prima di essa la libertà è solo una chimera. Vasco Rossi canta che non si sa da cosa si è liberi, e non lo sapevano nemmeno i membri della banda, che avevano solo trasognato quel vento di libertà, lo hanno inseguito e non lo hanno mai raggiunto. Se non alla fine, quando quella voglia, che canta sempre Vasco Rossi, che c’era allora non c’è più, e quindi rimane la finale libertà, che è più liberazione, da una vita frenetica e vorticosa, che è stata una folle corsa verso un obiettivo che, in fin dei conti, è stato sempre irraggiungibile. Liberi liberi incornicia così, in modo semplicemente magnifico, il finale perfetto di una serie strepitosa.

The Passenger

Romanzo Criminale
Scialoja (640×360)

Facciamo un bel passo indietro rispetto a Vasco Rossi e Liberi liberi e dal finale della seconda stagione di Romanzo Criminale arriviamo invece all‘inizio. Dopo quel famoso flashforward del Bufalo, piombiamo indietro nel tempo e veniamo catapultati in una Roma sul filo della tensione, con gli scontri che animano le piazze e una spaccatura sociale e politica che, di fatto, spianerà la strada all’ascesa della banda, che si consumerà davvero di lì a poco.

Nella prima puntata, a fare da sottofondo alla folle corsa di Scialoja tra la guerriglia urbana di Roma c’è Iggy Pop, con la sua The Passenger, canzone che di fatto apre Romanzo Criminale e che ne è diventata un grandissimo simbolo. Il brano risale al 1977, l’anno in cui prende il via la narrazione dell’ascesa del Libanese e compagni e rappresenta, di fatto, l’inizio del viaggio dei protagonisti della serie. Anche qui la profondità concettuale del brano è fortissima, visto che questo ruota tutto intorno al viaggio come metafora dell’esistenza umana e, in questo senso, non possiamo non riconoscere un chiaro riferimento all’inizio della parabola dei protagonisti di Romanzo Criminale.

Le canzoni più iconiche di Romanzo Criminale: Albachiara

Romanzo Criminale
Freddo (640×360)

Dopo aver parlato di Liberi liberi, ritroviamo ancora una volta Vasco Rossi, stavolta con quella che è forse la sua canzone più iconica. Albachiara accompagna uno dei momenti più intimi della prima stagione di Romanzo Criminale, la nascita dell’amore tra il Freddo e Roberta. Tra i tre grandi protagonisti della serie, il personaggio interpretato da Vinicio Marchioni è sempre stato quello più sensibile e, per certi versi, con un lato intimo più sfaccettato. Questo aspetto del Freddo viene fuori soprattutto nel suo rapporto con Roberta e in questo senso Albachiara è una canzone che accompagna alla perfezione la nascita del loro amore.

I due passano la serata insieme al luna park e da lì parte una frequentazione che si fa sempre più intensa e che, di fatto, viene descritta alla perfezione dalla canzone di Vasco Rossi. La prima parte più lenta si assimila benissimo ai primi passi di una conoscenza, sempre timidi e impacciati, poi piano piano il ritmo di Albachiara si fa più intenso, così come la passione che esplode tra il Freddo e Roberta. Nasce in questo modo un amore che per il criminale poteva davvero essere una nuova alba, chiarissima, però la discesa negli inferi nel mondo criminale era già cominciato e nemmeno questa nuova “Albachiara” poteva garantire la libertà, rimanendo su Vasco Rossi, che il Freddo sognava.

Tutto il resto è noia

Il matrimonio di Scrocchiazeppi (640×360)

In apertura abbiamo detto che Liberi liberi è con tutta probabilità la canzone più significativa di Romanzo Criminale, ma non c’è dubbio che Tutto il resto è noia sia la più iconica. Lo storico brano di una delle voci più amate della tradizione romana, quella di Franco Califano, accompagna una delle scene più memorabili della serie, quella dell’omicidio del Terribile durante il matrimonio di Scrocchiazeppi. Come chi ha visto la serie ben saprà, mentre una parte della banda festeggia le nozze del compagno, un’altra prepara l’agguato al Terribile, mettendo la parola fine alla principale rivalità per il controllo di Roma che ha dovuto vivere la banda.

Questo straordinario momento è accompagnato da Tutto il resto è noia, con lo splendido dualismo tra i festeggiamenti al matrimonio e l’attacco al Terribile, che ben consapevole del suo destino viene ucciso con ripetute scariche di mitra e col Freddo che gli pianta nel cuore il coltello mandato dal Libanese. Una scena enorme, sicuramente tra le più famose di Romanzo Criminale, la cui riuscita è dipesa anche dalla scelta della colonna sonora, di una canzone simbolo della tradizione romana, che ben si sposa con il significato dell’azione, perché in quel momento la morte del Terribile è l’atto più importante, più eccitante, per la banda, ma poi ci saranno nuovi nemici, nuovi momenti eccitanti, al punto che tutto diventerà, irrimediabilmente, noia.

Le canzoni più iconiche di Romanzo Criminale: Figli delle stelle

Romanzo Criminale (640×360)

La morte del Terribile sancisce una sorta di consacrazione della banda, che si libera finalmente del principale avversario e si prende il definitivo controllo di Roma. Questo agguato arriva però dopo un percorso di crescita incredibile, in cui il Libanese e compagni si sono presi piano piano la città, isolando il Terribile e arrivando a giustiziarlo. Un percorso che viene descritto, nella serie, con un’altra famosissima canzone della tradizione italiana, ovvero la mitica Figli delle stelle.

Con la voce di Alan Sorrenti in sottofondo, vediamo i membri della banda minacciare, uccidere, torturare, arricchirsi e prendersi, con sempre più violenza, Roma. L’entusiasmo della canzone crea un contrasto davvero incredibile con la crudezza di determinate immagini e, oltre a questo aspetto estetico ammirevole, la scelta di Figli delle stelle risulta azzeccata anche, ancora una volta, dal punto di vista concettuale, perché quello è il momento in cui i membri della banda, prendendosi una dopo l’altra le piazze di spaccio di Roma, iniziano davvero a sentirsi dei figli delle stelle, invincibili ed estremamente potenti.

You Make Me Feel

Romanzo Criminale
Dandi, il Libanese e il Freddo (640×360)

Dopo aver parlato di tanti capisaldi della musica italiana, da Vasco Rossi e le sue Liberi liberi e Albachiara, a Franco Califano e Alan Sorrenti, torniamo sulla produzione straniera, che abbiamo finora menzionato solo con Iggy Pop. Un’altra canzone che, come The Passenger, è divenuta iconica in un passaggio di Romanzo Criminale è You Make Me Feel, brano del 1978 di Sylvester, divenuto uno dei successi più importanti della musica disco a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta.

Il brano viene messo in macchina dal Dandi mentre si trova insieme al Libanese e al Freddo in una delle loro prime avventure insieme. La canzone, a ben vedere, si sposa benissimo al carattere del Dandi e inoltre simboleggia una primigenia differenza, che poi sarebbe esplosa soprattutto nella seconda stagione, tra il personaggio interpretato da Alessandro Roja e il resto della banda. You Make Me Feel viene criticata, ovviamente in chiave scherzosa, dal Freddo e dal Libanese, ma questo scambio innocuo di battute anticipa un po’ quella che sarà l’accentuazione del lato da esteta ed egoista del Dandi, che poi lo porterà a prendere la via in solitaria nella seconda stagione. Abbiamo qui, dunque, una forte dimostrazione di quanta potenza concettuale ha la colonna sonora in Romanzo Criminale.

Le canzoni più iconiche di Romanzo Criminale: I Won’t Let You Down

Il Bufalo con la bara del Libanese (640×340)

Chiudiamo questa rassegna delle canzoni più iconiche di Romanzo Criminale con uno dei momenti più emozionanti dell’intera serie, ovvero l’ultimo giro col Libano. Sappiamo come la prima stagione della produzione Sky si chiude con la morte del Libanese e nella seconda, insieme alla sfrenata caccia agli assassini del capo, vediamo anche il furto, da parte del Bufalo, della bara del Libanese. I compagni si riuniscono intorno al feretro, dunque, e insieme fanno un banchetto in onore dell’amico, con in sottofondo la bellissima I Don’t Let You Down di PhD. Anche qui, la canzone ha una potenza concettuale incredibile, perché quel “non ti deluderò” indicato dal titolo diventa il compito del Bufalo, che non si darà mai pace per vendicare la morte del grande amico.

Terminiamo così questo viaggio nella splendida colonna sonora di Romanzo Criminale, che, tra i grandi capolavori di Vasco Rossi come Albachiara e Liberi liberi e pietre miliari della musica mondiale come The Passenger, costituisce il perfetto contorno, sia estetico che concettuale, di una serie che ha fatto letteralmente la storia della serialità italiana e ciò è avvenuto anche grazie a queste iconiche canzoni.