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Quella Notte Infinita – La Recensione del prison thriller di Netflix

ATTENZIONE: l’articolo che state per leggere contiene spoiler su Quella notte infinita!

Come trasformare la notte di Natale in una notte da incubo? Ne sa qualcosa John McTiernan, che negli anni Ottanta dirigeva Bruce Willis in una palpitante caccia all’uomo all’interno di un grattacielo preso d’assalto da un manipolo di terroristi. Óscar Pedraza, il regista di Sky Rojo, ha dovuto compiere qui un’impresa simile a quella di Die Hard – Trappola di cristallo: Quella notte infinita, il prison thriller disponibile su Netflix dall’8 luglio, è la lotta per la sopravvivenza di uno sparuto gruppo di guardie carcerarie nel tentativo di difendere la prigione di Monte Baruca dall’assedio di una squadra speciale di poliziotti corrotti. C’è un leggero ribaltamento dei ruoli rispetto all’iconico film di McTiernan, ma la suggestione è la stessa: abbandonare i personaggi al proprio destino in un unico grande scatolone pieno di insidie, metterli costantemente difronte al pericolo, con spari, inseguimenti, fughe, uccisioni, sangue e corse contro il tempo, ed esasperarli, condurli al punto limite. Victor Sierra e Xosé Morais hanno scritto questa serie condensando le vicende in un’unica lunga notte, che sembra contenerne altre mille.

quella notte infinita

Monte Baruca è un carcere psichiatrico apparentemente in dismissione, con poco personale, tanti detenuti e un livello di sicurezza inferiore a quello di tante altre prigioni del Paese. Perché Simon Lago, detto il Caimano, uno dei più pericolosi serial killer in circolazione, sia destinato proprio a quel penitenziario è un mistero. Ma Hugo, il direttore del carcere, non ha neppure il tempo di porsi domande, specie la notte di Natale. Accetta di ospitare il prigioniero solo temporaneamente, prima che venga trasferito ad altra sede. Ma bastano poche ore perché la situazione sfugga completamente di mano. Un gruppo di assedianti taglia la corrente e le linee telefoniche del carcere, isolandolo completamente dall’esterno. A quel punto, partono le trattative: gli assalitori chiedono la testa di Simon Lago in cambio della vita salva per tutti, guardie e detenuti. Ma il direttore, sotto pressione e sotto ricatto, non è disponibile ad accettare i termini della trattativa e dà il via alla caccia all’uomo che metterà sottosopra il penitenziario.

Quella notte infinita è un thriller asfissiante e adrenalinico, che gioca molto sulla psicologia e la manipolazione dei personaggi.

C’è un filo sottile che lega tra loro le fragilità dei vari soggetti chiamati in causa: dal direttore, colpito nei suoi affetti privati, all’ultimo dei prigionieri, impegnato a fronteggiare i mille demoni che gli infestano la testa. Questa serie sa come incastrare tra loro dubbi, menzogne e principi da difendere a fatica. Da che parte stare? Chi dice la verità? Chi sta solo manipolando il suo interlocutore? Sono domande che ci si pone lungo tutto il percorso tortuoso di Quella notte infinita. Lo scopo dei creatori della serie è quello di analizzare il concetto di malvagità da diversi punti di vista. Esiste la malvagità quasi maniaca del Caimano, serial killer senza scrupoli, enigmatico e misterioso, che uccide le sue vittime senza batter ciglio e provando un insano senso di appagamento. Ma esiste anche una cattiveria di origine diversa, meno riconoscibile, che cerca di mascherarsi di buoni propositi, ma porta al medesimo fine: la sofferenza altrui. A questa brutale analisi, nessuno può scampare.

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C’è una ragione per la quale ciascun personaggio viene costantemente messo sotto pressione: da una situazione di forte stress, possono emergere gli istinti più nascosti. Anche gli individui più irreprensibili, quelli col camice bianco e un sacco di responsabilità sulle spalle, conservano un lato più fosco e torbido. Un punto scuro insabbiato sul fondo della coscienza, lontano da occhi indiscreti. La guardia carceraria che ha il vizio di picchiare i detenuti fino a mandarli in coma, dà sfogo alla sua rabbia contravvenendo a leggi scritte e morali che dovrebbero essere il suo faro e invece vengono calpestate senza ritegno. Lo psichiatra che segue i detenuti affetti da gravi problemi mentali e comportamentali si approfitta di una paziente debole e instabile per saziare i suoi viscidi appetiti d’uomo. I detenuti più violenti che sfruttano il caos per mettere in atto le proprie vendette personali, fanno un enorme balzo indietro rispetto ai progressi fatti. Hugo, il direttore del carcere, pur di mettere in salvo la sua figlia maggiore, è disposto a uccidere, persino i suoi compagni.

Ogni scelta davanti alla quale i personaggi di Quella notte infinita sono posti, è una scelta che conduce a conseguenze disastrose.

Il carcere di Monte Baruca sembra un po’ un grande labirinto mentale nel quale ciascun individuo cerca di scorgere dei margini di razionalità, una via d’uscita tutto sommato accettabile. Manipolazione e dubbio sono gli strumenti con cui Quella notte infinita scava nelle nostre coscienze, gli arnesi con cui vengono incisi i nostri giudizi, le nostre posizioni sulle scelte e i comportamenti di ogni personaggio. Sebbene l’assedio diventi una questione personale tra il direttore del carcere, gli assedianti e l’impenetrabile Caimano, la serie si concentra su diversi gruppi di personaggi e sulle loro relazioni interpersonali: ci sono le guardie con il loro carico di paure e insicurezze; ci sono i detenuti, ciascuno alle prese con le proprie grane e i propri grattacapi; i poliziotti corrotti che vogliono mettere le mani sul Caimano per impedirgli di testimoniare davanti al giudice; Hugo e la sua famiglia e infine lui, il serial killer attorno al quale tutto sembra ruotare. Di chi si tratta? Quante vittime ha ucciso? Da quanto tempo la polizia era sulle sue tracce? Perché dei poliziotti vorrebbero strapparlo via da una prigione e impedirgli di parlare?

Quale oscuro segreto si cela dietro i misfatti di Simon Lago?

Quella notte infinita, composta da un totale di sei episodi, lascia tutte queste domande volutamente senza risposta. Il finale di stagione chiarisce solo una minima parte dei dubbi che iniziano ad affollarsi nella testa dello spettatore ed è per questo che si attende già la produzione di un secondo capitolo di episodi, incentrato probabilmente sulla fine dell’assalto e le terribili implicazioni dietro l’arresto del pericolosissimo assassino seriale.
Questi primi sei episodi bilanciano bene suspence e approfondimento psicologico dei personaggi – molto spesso chiarito attraverso il ricorso ai flashback -, riuscendo a calamitare l’attenzione dello spettatore sulle vicende che riguardano ciascuno di loro. L’ambientazione contribuisce ad alimentare il senso di estraniamento del pubblico, che finisce per immergersi completamente nelle tortuosità labirintiche di un prison thriller che condensa l’adrenalina sia nelle scene d’azione, sia nei risvolti psicologici di ogni scelta riservata ai personaggi.

Gli spagnoli hanno dimostrato di recente di saper intrattenere il pubblico, dandogli in pasto prodotti da immediato consumo, che sappiano far divertire e tenere sulle spine chi guarda. Ma in questo caso, la scrittura non è finalizzata solo al divertimento del pubblico. C’è un grosso spazio riservato a una riflessione psicologica e morale più approfondita, che non è solo cornice ma il cuore stesso dello show. E Luis Callejo e Alberto Ammann (il don Pacho Herrera di Narcos) hanno saputo renderla viva e penetrante grazie alle loro interpretazioni assolutamente convincenti. Oltre alla coppia di protagonisti – Callejo è il Caimano, Ammann il direttore Hugo -, in Quella notte infinita compaiono come interpreti anche Barbara Goenaga, José Luis-Pérez, Roberto Alamo, Daniel Albaladejo e Cecilia Freire.
Se avete voglia di movimentare la vostra estate con un po’ di sana tensione, questo prison drama potrebbe fare al caso vostro.

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