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One Day – Dove si può vivere se non nei giorni? Recensione della serie Netflix

ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler su One Day, la serie Netflix ispirata al romanzo di David Nicholls.

One Love, One Blood, One Life, One Day. Prendere due vite, incastrarle insieme, e raccontarle un pezzettino per volta. Meglio ancora: un giorno per volta. È l’idea da cui parte il racconto di Dexter ed Emma, due giovani amici dei tempi dell’università che intrecciano le loro vite a partire da una particolare giornata di luglio. Il racconto di One Day prende forma e ha la sua genesi nell’estate del 1988. È il 15 luglio, giorno in cui in Inghilterra si ricorda il vescovo San Svitino di Winchester. Si dice che “quando piove il giorno di San Svitino, piove per quaranta giorni”. Un po’ come il nostro 4 aprile, anche se nella uggiosa Gran Bretagna le probabilità che ciò accada sono di gran lunga maggiori. La pioggia invece non cade quasi mai nella miniserie Netflix, sbarcata sulla piattaforma l’8 febbraio, a una settimana da San Valentino. One Day è una serie radiosa, piena di luce, che lascia filtrare i raggi del sole nelle scene girate di giorno e si sofferma su piani debolmente illuminati di sera. Ha una fotografia tenue, che predilige i colori delicati, senza guizzi psichedelici o immagini troppo accese. Non piove quasi mai, a parte in un episodio. C’è un 15 luglio in particolare in cui, in effetti, la pioggia viene giù abbondante. Leggera e fitta, come solo il cielo d’Inghilterra sa regalare alla terra. Improvvisa ed estemporanea, come una notizia inattesa che scardina la normale quotidianità di un individuo. Ma qui siamo già troppo oltre, alla fine del racconto, mentre One Day parte molto tempo prima e ha tanta vita da raccontare.

Nel 2009, lo scrittore britannico David Nicholls ha pubblicato un romanzo che è diventato popolare un po’ in tutto il mondo, aspirando ad essere una specie di must del genere rosa. Incuriosita dal format del racconto, due anni dopo la regista Lone Scherfig ne ha tratto un film – One Day per l’appunto – con Anne Hathaway e Jim Sturgess come protagonisti. Si tratta di una storia delicata e avvolgente, con poco miele e tanti spunti di riflessione. La versione cinematografica ha avuto un buon riscontro. A colpire lo spettatore non è solo la trama in sé, neppure troppo originale, ma la scelta narrativa che la tiene in piedi. Il 15 luglio del 1988, Dexter ed Emma passano una notte insieme a margine della loro festa di laurea. Sono due persone completamente diverse, che dalla vita hanno aspettative opposte. Dexter è un ragazzo spensierato e frivolo che vuole viaggiare, mettere da parte i soldi e diventare famoso. Emma una giovane donna molto più riservata e schiva, idealista e socialista e con uno spiccato – e sottile – senso dell’umorismo. Non hanno granché in comune, se non il percorso di studi. Compagni di università a Edimburgo, tra Dexter ed Emma scatta un’insospettabile simpatia, che spinge entrambi a continuare a cercarsi e a rimanere buoni amici mentre gli anni passano, le vite cambiano, le persone attorno a loro crescono. One Day è il racconto di un solo giorno, che cerca di riassumere nel giro di trenta minuti scarsi quello che è successo in un anno. Ogni episodio – 14 in tutto – porta le lancette del tempo avanti di un anno. I protagonisti maturano, si trasformano, soffrono e gioiscono. Vedono le proprie vite cambiate, camminano in un tempo in costante evoluzione. Si passa dalle cartoline ai telefoni cellulari, da Lady Diana alle vicende dell’Afghanistan. Ogni anno che passa Emma e Dexter si ritrovano a fare i conti con loro stessi e con lo stato del loro rapporto.

One Day

C’è una buona chimica tra i protagonisti di One Day.

Ambika Mod e Leo Woodall sono gli attori scelti per dare il volto a Emma e Dexter. Entrambi sono stati chiamati a fare uno sforzo suppletivo nell’interpretazione dei protagonisti di questa serie. Ogni episodio girato si carica sulle spalle 364 giorni in cui noi spettatori abbiamo perso le loro tracce. Se nelle primissime puntate Dex è un ragazzo solare e allegro, le espressioni di sofferenza sul suo volto si faranno più nette nelle puntate successive, come conseguenza di una serie di eventi giunti a sconvolgergli la vita e la tranquillità. Stesso discorso per Emma, che conosciamo come una ragazza insicura che cerca se stessa e ritroviamo un po’ più avanti come una donna affermata che ha imparato ad accettarsi per quel che è. Niente è scontato in One Day e tutto è molto naturale. I personaggi della serie sono due individui qualunque pescati a caso nel caos delle vite moderne. Ragazzi impacciati, a volte insicuri e disinteressati, altre volte intraprendenti e coraggiosi. One Day non è il racconto esaltante di una storia d’amore lineare. Al contrario, è la narrazione della vita reale, l’esaltazione della quotidianità, con tutte le banalità del caso, quelle che accompagnano i nostri giorni e ci rendono simili. È facile identificarsi nei protagonisti di One Day. È facile attraversare insieme a loro i momenti di sconforto e di incertezza, proprio perché la serie parla di sconforti e incertezze che, in generale, hanno accompagnato l’esistenza di tanti giovani di quella generazione. One Day è una serie autentica e un bel po’ nostalgica, che usa il tempo come strumento per snocciolare la trama, un pizzico per volta.

D’altronde, dove si può vivere se non nei giorni?

One Day

Le parabole di Emma e Dexter si intrecciano il 15 luglio di ogni anno e portano con sé il bilancio della vita che intanto scorre. C’è chi resta fermo, chi compie passi da gigante, chi va incontro a sbocchi professionali imprevisti, chi è costretto a reinventarsi costantemente, chi soffre e si perde, chi festeggia e si ritrova. Malgrado i quattordici episodi, One Day è una serie che scorre fluida e veloce. Il titolo è già entrato in Top10 e nel weekend potrebbe essere tra i più cliccati della piattaforma, perché si presta alla visione in modalità binge-watching, al contrario di altre serie tv famose. È una serie che non annoia, sebbene non racconti niente di esaltante. Esiste una trama orizzontale che va avanti a singhiozzi, un anno dopo l’altro. È come prendere una linea del tempo, scegliere un segmento – sempre lo stesso – e piazzarci sopra il microscopio per analizzare nel dettaglio quello che si agita nel mondo invisibile dei suoi protagonisti. Il 15 luglio è la genesi e la fine, un tratto indelebile scolpito nella vita di Emma e Dexter. Il giorno che li ha uniti, ma che ha anche portato via qualcosa di importante.

Quello fu, per me, un giorno memorabile, gravido di profondi cambiamenti nella mia vita. Ma succede così per qualunque vita. Immaginate di eliminare dalla vita un certo giorno e pensate un po’ come il suo corso sarebbe stato diverso! Fermati, tu che leggi, e pensa per un attimo alla lunga catena di ferro o d’oro, di spine o di fiori, che mai ti avrebbe legato a sé se, in quel solo memorabile giorno, non se ne fosse costruito il primo anello.

Charles Dickens, Grandi Speranze

Gli amanti del romanzo potranno trovare dei difetti nella resa televisiva di One Day. Come pure chi ha visto il film con Anne Hathaway è portato a fare un inevitabile confronto tra i due prodotti. Ma guardata senza l’ingombro dei parallelismi, la serie Netflix è un titolo che funziona a sé, che ha indovinato il periodo dell’anno in cui andare in onda e che troverà la sponda in quella fetta di pubblico alla ricerca di materiale leggero per le sue maratone. Anche se così leggera One Day non lo è… Guardare il finale per credere!