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L’Ora – Inchiostro contro piombo: la Recensione del finale di serie

**Attenzione, seguono SPOILER sul finale de L’Ora – Inchiostro contro piombo, la fiction di Canale 5**

Mercoledì 6 luglio è andato in onda su Canale 5 e in streaming su Mediaset Play il quinto e ultimo appuntamento della serie tv con Claudio Santamaria, composto da due episodi conclusivi. Come sappiamo, il quarto appuntamento di mercoledì 29 giugno ci lasciava con l’improvvisa e tragica morte di Domenico Sciamma (Giovanni Alfieri). Suicidio, dicono le autorità. Nel corso delle puntate, però, abbiamo imparato a conoscere la determinazione del ragazzo, perciò neanche noi, come la redazione, possiamo accettare questa ipotesi. L’apprendista cronista si è davvero tolto la vita oppure è stato ucciso? Cosa sarà successo a casa di Olivia Butera (Selene Caramazza)? La nona e decima puntata sono interamente incentrate sullo smarrimento della redazione causato della prematura morte di un collega e amico coraggioso. La lotta alla mafia combattuta dal quotidiano palermitano ha causato una nuova vittima, ma questa volta è qualcuno di famiglia. Ispirata alla vera storia del quotidiano diretto da Vittorio Nisticò e basata sul libro di Giuseppe Sottile, Nostra Signora della Necessità, la miniserie racconta una storia verosimile, dolorosa, di denuncia e piena di coraggio. Eppure, a giudicare dagli ascolti e dal silenzio radar sui social network, la fiction è stata un flop. L’estate è un periodo notoriamente di bassi ascolti per la televisione in chiaro. Anche se lo streaming ha dimostrato l’infondatezza di questa considerazione. Basta guardare a Stranger Things, la cui seconda parte ha fatto il proverbiale botto e a una delle serie più attese dell’anno, House of the Dragon, che ci aspetta in pieno agosto. Il calo estivo è fisiologico oppure è dovuto a un’offerta insoddisfacente? La fiction Mediaset prometteva bene, eppure più di qualcosa è andato storto. Puntata dopo puntata, L’Ora – Inchiostro contro piombo ha perso sempre più ascolti, fino a scendere a soli 978.000 spettatori, cioè il 7.1% di share. Mentre su Rai 1 Piero Angela ha tenuto banco con Super Quark, sfiorando i due milioni di telespettatori. Adesso che siamo arrivati al gran finale – con grande rammarico – possiamo affermare che l’ambiziosissima proposta di Mediaset è stata un’occasione persa. Un colpo mancato, forse, a causa della troppa smania di fare bene, di risollevare le sorti della serialità Mediaset e quindi competere con la concorrenza. Un vero spreco. A partire dal cast che ha svolto un ottimo lavoro, dai nomi più illustri, come quello del bravissimo Claudio Santamaria, agli emergenti. L’Ora – Inchiostro contro piombo ha l’aria di essere un bellissimo, ma lunghissimo, spot di una nota birra sarda. Un miscuglio di territorio e modernità, di suggestioni proprie del cinema d’autore e una classica soap opera. Quel non-so-che che non riusciva a convincerci, con l’ultimo appuntamento, si è trasformato nella certezza che la fiction con Santamaria sia stata davvero un vuoto a perdere.

Episodio 9 e 10, un lungo, lunghissimo addio

L’Ora – Inchiostro contro piombo

La puntata diretta da Piero Messina riprende dall’incidente sui binari. La morte di Domenico ha scosso l’intera redazione. Antonio è svenuto dal dolore a causa della sua ulcera perforante che l’ha costretto a una degenza ospedaliera momentanea, lasciando i giornalisti de L’Ora senza un punto di riferimento. In questo clima di incertezza, Enza e Salvo si recano a Corleone per indagare sulla scomparsa di Olivia e per far luce sulla morte di Domenico. Nic (Giampiero De Concilio) e Rampulla (Francesco Colella), invece, si recano in obitorio con la speranza di verificare l’effettiva causa della morte di Sciamma, senza risultati. Sul corpo, che fotograferà Nic, non c’è nessuna traccia di omicidio. Salvo è fuori controllo. Ormai considerava Domenico un fratello ed è certo che il ragazzo sia stato spinto sotto il treno da qualcuno vicino alla mafia. Si rifiuta di scrivere che si è suicidato. Olivia non si trova e l’impertinenza di Salvo lo fa dunque arrestare. Antonio si riprende ed esce dall’ospedale, ma si sente in colpa per aver mandato dei ragazzini a sfidare la mafia, e a morire. Eppure il padre di Domenico riesce a perdonare il direttore. Preferisce che il figlio sia morto rincorrendo il suo sogno piuttosto che vederlo fare la sua stessa fine. Vorrebbe che la sua storia servisse a ispirare altri “picciotti”, nuovi giornalisti. Invece il ragazzo rischia di finire nell’oblio tanto che gli viene negato perfino un funerale, per via del suicidio.

L’Ora – Inchiostro contro piombo

Tornato in redazione, Antonio trova i suoi ragazzi scoraggiati dagli accaduti. Anche se non ci sono notizie, il direttore è intenzionato a trasformare la loro rabbia in notizia. La nona puntata è dunque un lunghissimo momento carico di dolore. 42 minuti in cui tutto è immobile. Nell’ultima puntata, rincuorati dal discorso di Nicastro, L’Ora si rimette finalmente all’opera. La guerra tra Ligio e Navarra è in corso e Antonio decide di metterli in prima pagina, uno contro l’altro. Per sapere cosa sia successo a Olivia, Nicastro va da Navarra in persona, colui che sa tutto a Corleone. Là, invece, assisteranno a un’esecuzione: Navarra è stata ucciso. Al suo funerale, mentre in terra sconsacrata si svolge quello di Domenico, il prete ricorda ai fedeli che la “mafia è solo un’invenzione della stampa, per vendere qualche copia in più.”

Finalmente, dopo infiniti vicoli ciechi, Salvo e Antonio, su indicazione del padre di Domenico, trovano Olivia ai silos. Non è la famiglia di Olivia a tenerla rinchiusa: è Liggio (Lino Musella) stesso, con il quale la ragazza ha una relazione. Sciamma, dunque, non si è suicidato, ma è stato eliminato. La polizia finalmente può arrestare il mafioso. Non solo, ma L’Ora ce l’ha fatta anche a restare aperta. L’editore, ormai dalla loro parte, è riuscito a salvare il giornale con una piccola bugia detta a fin di bene. C’è aria di festa in redazione. Così, purtroppo, torniamo alla serata dell’esplosione, quella che ci accoglieva all’inizio della serie. Due uomini hanno lasciato due valigie cariche di esplosivo. Poi, il fuoco.

A me interessa solo verità.

Con la voce fuori capo di Antonio Nicastro, ispirato al vero Vittorio Nisticò, e una sequenza di immagini avvolte dalle fiamme si conclude questa nuova e coraggiosa fiction di casa Mediaset. La sua missione, quella che l’ha portato a Palermo, è sempre stata questa e i suoi giornalisti sono sempre stati pronti a tutto pur di raccontare le verità, fino al punto di farsi saltare in aria. L’ultimo appuntamento però è cupo, quasi senza speranza. L‘esplosione finale, infatti, più che aiutarci a ricordare di non arrendersi mai, ci lascia intendere che, forse, è inutile lottare. Che storia racconta L’Ora – Inchiostro contro piombo? Quel è il messaggio finale? L’ultimo appuntamento è denso di pessimismo e di dolore. Non si tratta, però, di un dolore che sfocia in una tensione narrativa elettrica, capace di trascinarci scena dopo scena con la voglia di sapere di più. Come ha saputo fare Solo per passione – Letizia Battaglia fotografa della Rai, che racconta una storia di coraggio, ma fedele ai fatti. Si tratta più di lentezza fatta di momenti stracarichi di pathos alternati a momenti di vuoto assoluto.

Fiction Mediaset

L’Ora – Inchiostro contro piombo è solo liberamente ispirata ai fatti reali, ha cambiato diversi nomi e ha volutamente romanzato diverse vicende. Inoltre, la lentezza narrativa non aiuta a entrare nel vivo della storia. Anche questi due episodi scorrono lenti, senza pause o parentesi distensive. Primi piani lunghissimi. Silenzi. Dialoghi pieni di retorica. Gesti lenti, sussurri ed estenuanti giochi di sguardi. L’ultimo appuntamento è un lungo primo piano di dolore e disperazione in cui fatichiamo a connetterci con i personaggi, seppur ben interpretati. Le circostanze narrate sono funeste, non c’è dubbio, ma la retorica, le soluzioni registiche manieristiche e la colonna sonora imponente appesantiscono una storia già pesante. Per fare colpo sullo spettatore, la nuova fiction Mediaset ha finito per fare un buco nell’acqua. E pensare che aveva in mano tutti gli elementi per fare una miniserie memorabile.

L’Ora – Inchiostro contro piombo nasce come miniserie e, al momento, non si parla di rinnovo. Considerando anche i bassi ascolti, possiamo quindi ritenere concluso questo progetto ambizioso. Forse troppo.

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