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3) Perdita della coralità

Ciò che piace e funziona nelle prime stagioni di Once Upon a Time è l’impianto corale che si costruisce tra i vari protagonisti delle fiabe. Nelle prime stagioni, ogni personaggio ha una serie di episodi dedicati alla propria storia. Si tratta perciò di personaggi che si delineano e si evolvono in modo graduale. Ognuno di loro ha poi un ruolo preciso che si interseca alla perfezione con quello degli altri. All’inizio, la Serie si propone quindi come una sorta di grande macchina all’interno della quale ogni personaggio rappresenta un ingranaggio vitale per il suo funzionamento. Storie, più o meno avvincenti, si intrecciano, creando nuove dinamiche e rapporti inusuali nella trama. Un elemento vincente quindi che già con la mezza stagione dedicata a Peter Pan inizia a venir meno, prediligendo la storia di pochi e relegando gli altri personaggi a mere comparse o a banali individui di contorno.

Una situazione che raggiunge il suo apice nella prima metà della quinta stagione, quando la Serie si trasforma ne “Le mirabolanti avventure di Emma e Hook”, lasciando personaggi come Regina a reggere la candela. Seriamente, un mobile Ikea è molto più utile in queste situazioni.

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