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La Casa di Carta è tratta da una storia vera?

Dietro La casa di carta, forse il più redditizio investimento mai fatto da Netflix nella sua storia, c’è una vicenda realmente accaduta? Gli autori non hanno mai confermato eppure, prima che tutto iniziasse, a molti, molti km da qui è successo qualcosa di tremendamente simile alle vicende del Professore, di Tokyo e dei loro compagni. Benvenuti nella Rapina del Secolo.

Circa 10 anni prima dell’uscita della serie, La casa di carta ebbe, a quanto pare, un progenitore reale. Bisogna tornare al 2006 e trasferirci tutti a Buenos Aires. Al posto del nostro Professore, abbiamo Fernando Araujo, che per l’impresa si farà chiamare El Maestro.

il professore breaking bad

Le dinamiche sono estremamente simili a quelle della prima stagione de La casa di carta, ma la realtà, come spesso capita, supera ogni fantasia. L’animo di Sebastian è simile a quello del nostro Professore, che vuole rubare quasi per riscatto ed equità sociale. Ed è simile anche la costruzione della banda.

Al posto dei nostri protagonisti però abbiamo uomini diversi. E no, la trovata di chiamarli con nomi di città appartiene solo alla serie. Abbiamo Sebastian, che con le sue mani sa progettare e riparare qualunque motore, poi “Doc”, “Beto” e poi Luis Mario Vitette, uno dei ladri più famosi dell’Argentina, ormai in pensione ma arruolato per l’ultimo colpo. Lui ne è convinto: il piano di Fernando è tanto perfetto quanto geniale. A loro si uniranno anche un autista e un tuttofare dall’Uruguay.

L’idea è semplice: rapinare il Banco Rio, una delle più grandi banche della città. E riesce, in una data che in Argentina si ricorda ancora, il 13 gennaio 2006.

Beto è il primo a entrare, Vitette, elegantissimo nel suo completo grigio, dovrà parlare con gli agenti e tenerli a bada mentre tutti gli altri terranno in ostaggio 26 persone che saranno progressivamente rilasciate. Fernando è l’ultimo a entrare, la sua auto (rubata e lasciata con il motore acceso) sarà l’esca perfetta per i poliziotti che considereranno quello come il punto di stallo dove intavolare le trattative.

In realtà Vitette vuole solo perdere tempo: Fernando, con la strumentazione costruita da Sebastian, ha fatto saltare un terzo delle cassette di sicurezza della banca, rubando tutto ciò che contenevano.

Quando gli agenti decideranno di forzare lo stallo ed irrompere nella banca, i ladri saranno già andati via, scappando da un tunnel appositamente scavato e portandosi dietro 15 milioni di dollari.

La casa di carta ha concesso però ai suoi protagonisti una fine migliore. Poco dopo il colpo, infatti, quasi tutti i componenti della banda vennero arrestati (la moglie di uno di loro, temendo che il marito la lasciasse, aveva raccontato tutto alla polizia). Vitette scrisse un libro su quella storia mentre a Fernando restava un’ultima amara sorpresa: vedere la sua impresa sullo schermo, senza alcuna menzione a ciò che lui aveva fatto.

Alcune fonti dicono che abbia intenzione di fare causa a Netflix per avere i soldi dei diritti d’autore, eppure nulla si è mosso ancora in questo senso.

Segno che c’è un ultimo segreto, noto solo a pochissimi, che deve essere ancora svelato: dei 15 milioni trafugati dalla rapina, ne è stato ritrovato solo uno. La fine che hanno fatto gli altri 14, a quanto pare, è un segreto per lo stesso Fernando…

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