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Insatiable, definita da Rolling Stone come “la peggior serie di Netflix“, è stata sommersa dalle critiche.

La cancellazione non è stata un fulmine a ciel sereno. Netflix poteva immaginarselo, visto che 230 mila persone avevano firmato la petizione per bloccare la messa in onda. La serie tratta le vicende di Patty, una giovane in sovrappeso che dopo un “incidente” con un senzatetto ubriaco perde 30kg in tre mesi, diventando una reginetta di bellezza disposta a tutto per vincere.

La trama di base, per chi non ha visto la serie, non desterebbe critiche. Tuttavia, le vicende trattate mostrano temi delicati affrontati nel peggiore dei modi, con superficialità e fornendo pessimi spunti per chi soffre della stessa malattia della protagonista.

Vediamo le 5 cose imperdonabili di Insatiable

1) Magro vuol dire bello

Insatiable

Un’affermazione del genere, nel ventunesimo secolo, fa venire i brividi. Purtroppo Insatiable ci mostra questo più volte, sottolineandolo e sbattendoci in faccia un messaggio totalmente in contrasto con il body positive in risalto in questi anni.

Quando Patty dimagrisce tutti la amano, tutti la vogliono e tutto le è concesso. Addirittura si sente una persona migliore senza qualche chilo in più. Al tempo stesso, però, le immagini ci mostrano una persona che di migliore non ha nulla, anzi la magrezza le dà alla testa e diventa spietata.

Tutti intorno a lei sembrano remare in quella direzione, normalmente le persone a noi care tentano di indicarci la strada giusta, al contrario gli amici e la famiglia di Patty sembrano spingerla verso il baratro, alimentando il concetto di “magro è bello” piuttosto che farla aiutare o farle capire che l’importante è stare bene con se stessi. La stessa petizione che ha messo i bastoni fra le ruote allo show ha sottolineato come sia vergognoso che alle ragazze venga suggerito che “per essere popolari, avere amici, rendersi desiderabili allo sguardo maschile e in qualche modo essere una persona degna, si debba essere magre“.

La protagonista Debby Ryan ha tentato di ribattere sostenendo la volontà di “far vedere attraverso la satira quanto difficile e spaventoso possa essere muoversi nel mondo dentro a un corpo, sia che si venga elogiati sia che si venga criticati per la propria taglia“.

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