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Le responsabilità dei padri nel dramma di Euphoria

ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler sulle prime due stagioni di Euphoria

Nella tragedia classica c’è un topos che si rincorre nelle varie opere che hanno costituito la storia della letteratura, ed è quello delle colpe dei padri che, inevitabilmente, cadono sui figli. Si tratta di un elemento che dall’antichità è poi passato alla produzione più recente, restando un riferimento fisso nei secoli. Anche nei racconti odierni troviamo molto spesso questa meccanica, che affonda le proprie radici nella tragedia classica, ma che è stata chiaramente rinnovata, rivista, rivisitata e rielaborata in una moltitudine di sfumature. Questo elemento, ad esempio, è ben rintracciabile anche in Euphoria, una delle serie tv più importanti degli ultimi anni, che in alcune delle sue storie mette in scena la più classica delle tragedie derivanti dalle colpe dei padri.

In realtà, come si può evincere dal titolo, parlando di Euphoria è il caso di rielaborare parzialmente questo assunto e più che di colpe, è lecito parlare di responsabilità, come vedremo meglio più avanti. Il punto, comunque, è che la serie tv di HBO mette in scena drammi molto profondi, diversi e complessi, ma alle volte accomunati da fili comuni e tra essi troviamo proprio questo topos della colpa dei padri, interessante e utile per inquadrare alcune delle storyline della serie. In fondo, Euphoria è un teen drama estremamente denso e una componente fondamentale in narrazioni del genere è il rapporto coi genitori, conflittuale e totalizzante per un adolescente. In quest’ottica, dunque, l’importanza data a questo tema è una conseguenza necessaria della natura stessa del racconto di Euphoria e ora ne parleremo attraverso tre casi significativi e rappresentativi.

Euphoria
Nate Jacobs (640×360)

Le responsabilità dei padri nel dramma di Euphoria: il caso Nate

Procederemo in questa analisi presentando singolarmente tre parabole, legate ad altrettanti protagonisti della serie di HBO, che affondano la propria ragion d’essere proprio in questo topos. La prima è quella legata a Nate Jacobs, uno dei personaggi più complessi e respingenti dell’intera serie. Nate è un ragazzo estremamente turbato, che vive la propria individualità in maniera decisamente contraddittoria. Esternamente, Nate è il classico atleta popolare, bello e invidiato, che ostenta una sicurezza impressionante. Dietro questa maschera, però, si cela un Nate tremendamente insicuro, dilaniato dai dubbi riguardanti la propria personalità e la propria sessualità. Le fragilità di Nate emergono nel suo sfoggio di una mascolinità violenta e dilagante, tesa a proteggere il lato più intimo e insicuro della sua personalità.

La maggior parte dei turbamenti personali di Nate viene dal rapporto con suo padre, Cal, altrettanto ambivalente e dilaniato. Cal, infatti, ha una vera e propria doppia vita, condotta in squallidi motel con giovani ragazzi e transessuali, e la scoperta di questa doppia vita del padre ha traumatizzato non poco Nate, che ha assorbito la tendenza alla censura di suo padre. Il ragazzo, come Cal, soffoca le sue tendenze omosessuali, reprime i suoi istinti più puri e lo fa soprattutto tramite esplosioni di rabbia, che si riversano sia su se stesso che sugli altri. Chiaramente, la doppia vita di Cal ha non solo traumatizzato Nate, ma ha anche inficiato sul loro rapporto, ampiamente viziato al tempo del racconto di Euphoria. La quasi totalità delle ombre del personaggio interpretato da Jacob Elordi si possono facilmente ricondurre al rapporto con suo padre, trauma originario per Nate che ha pagato aspramente le colpe del suo genitore assorbendo da lui proprio quei tratti che Cal stesso ha voluto censurare per tutta la vita, trasmettendo a suo figlio anche lo stesso atteggiamento repressivo verso la propria identità e condannandolo a un’esistenza infelice e dilaniata.

Euphoria
Cassie Howard (640×360)

Il caso Cassie

Il secondo personaggi di Euphoria su cui poggiamo lo sguardo è Cassie Howard, una delle protagoniste con la metamorfosi più straziante dell’intero teen drama. All’inizio, Cassie viene presentata come una ragazza dolce e gentile, ma molto presto s’iniziano a intravedere le sue fragilità, che esplodono letteralmente nella seconda stagione con la relazione con Nate. Il personaggio di Sydney Sweeney svela progressivamente le sue fragilità, riconducibili soprattutto a una dipendenza affettiva capace di raggiungere livelli estremi. Cassie, come spiega anche Rue in una delle sue narrazioni, non sopporta la solitudine, vuole sempre accompagnarsi e innamorarsi dei ragazzi con cui esce. La giovane ha una chiara visione distorta dei legami sentimentali, costantemente sovrastimati proprio a causa di questa esigenza che ha di amare e soprattutto di essere amata.

Questa dipendenza affettiva di Cassie dalle relazioni sentimentali esprime una chiara mancanza di affetto, che risale proprio al rapporto con suo padre. Gus, il papà di Cassie e Lexi, dopo il divorzio dalla moglie si è allontanato dalle sue figlie, riprendendo a frequentarle solo dopo aver avuto un brutto incidente stradale, che però, a causa delle medicine assunte per il dolore, lo ha portato sulla via della dipendenza e del definitivo addio alle sue figlie. Nonostante i continui allontanamenti, Cassie non ha mai smesso di anelare all’amore del padre, non ha mai smesso di richiedere le sue attenzioni e di sperare in suoi slanci di affetto. Il comportamento di Gus, però, specialmente quello dopo l’incidente, ha ferito enormemente Cassie, il cui bisogno di affetto paterno è rimasto sempre vivo e sempre più insoddisfatto e questa mancanza è stata riversata proprio sui ragazzi che lei frequentava. Anche in questo caso, dunque, come in quello di Nate, è evidente la colpa del padre nei tormenti emotivi e personali di Cassie.

Serie più cercate su Google, Euphoria
Rue Bennett (640×360)

Il caso Rue

Andiamo a chiudere, ora, con l’ultimo caso di quest’analisi, che ha comportato anche il citato cambiamento del titolo. Se per Nate e Cassie si può parlare apertamente di colpe dei padri, per Rue è diverso, perché è vero che i suoi traumi derivano dal rapporto con suo padre, ma è anche vero che provengono dalla sua morte in seguito a una malattia, per cui parlare di colpe è poco calzante e anche indelicato. Tuttavia, questo topos già in età classica conteneva anche un elemento d’inconsapevolezza, che negli anni si è sempre più accentuato, e per questo motivo possiamo riferirlo con criterio alla storia di Rue, perché anche per lei le responsabilità, pur se non colpe, del padre sono evidenti negli sviluppi che ha preso la sua vita.

La tossicodipendenza di Rue affonda le proprie radici nel trauma, mai elaborato, della morte di suo padre. Questo lutto ha letteralmente dilaniato la ragazza, che non ha avuto la forza di reagire e si è arresa alla debolezza, alle droghe, al lasciarsi trasportare dalle onde senza nemmeno provare a rimanere a galla. Tutti gli altri problemi, dai rapporti d’amicizia a quello con sua madre, derivano dalla tossicodipendenza, che deriva dalla morte di suo padre. Qui si rintraccia facilmente l’origine della frattura dell’io di Rue, la cui vita senza quella tragedia sarebbe stata decisamente diversa.

Euphoria, il teen drama per eccellenza degli ultimi anni, ha saputo mettere in scena storie grandiose di personaggi curati alla perfezione. Concorre alla riuscita di questa eccezionale serie tv anche quest’elemento classico, che sottolinea tutto il comparto drammatico e tragico che avvolge la vicenda e connette Euphoria alle grandi narrazioni della classicità. Come le grandi opere, la produzione HBO possiede strati su strati di analisi e quello che abbiamo presentato è solo uno, seppur sicuramente tra i più interessanti per inquadrare, e accomunare, alcune storie che popolano il dramma di Euphoria.