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Doctor Who 11×09 – La solitudine di un’altra dimensione

Attenzione! Se non avete visto la 11×09 di Doctor Who troverete degli spoiler!

It Takes You Away, nono e penultimo episodio di questa stagione di Doctor Who, si svolge ai giorni nostri, in Norvegia. Rimaniamo dunque sul nostro pianeta come nella scorsa puntata. Le somiglianze però finiscono qui, perché questa volta tutto è stato gestito in maniera differente. E il risultato è stato un episodio decisamente migliore.

Poco dopo essere arrivati nei fiordi norvegesi – ed essersi assicurati di non trovarsi nel bel mezzo di una sanguinosa ribellione ovina – il Dottore, Ryan, Graham e Yaz trovano una ragazzina, Hanne, barricata in un cottage. È sola e terrorizzata perché suo padre è sparito da qualche giorno e fuori c’è un mostro che lo ha portato via. Presto però scopriremo che il vero problema si nasconde in casa. Nella camera di suo padre si trova un portale per un’altra dimensione, attraversandolo si incappa in un pericolo dopo l’altro. E non tutti sono rappresentati da agenti esterni.

Questo episodio di Doctor Who ci mette davanti al pericolo che, in determinate situazioni, potremmo rappresentare per noi stessi.

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Nel momento in cui il Dottore, Yaz e Graham attraversano il portale che si trova nello specchio per cercare il padre di Hanne, Erik, si trovano in un luogo buio e ostile. Una strana creatura cerca di ingannarli quando chiedono informazioni su Erik, e tenta di usarli come esche per salvarsi dalle enormi falene carnivore che infestano quella dimensione. Grande episodio per i mottefobici.

Il vero pericolo però è un altro. Il luogo in cui si trovano è un’antizona, una sorta di dimensione cuscinetto che l’universo crea quando il tessuto dello spaziotempo è minacciato. Quando attraversano nuovamente lo specchio per tornare indietro si accorgono di non aver varcato lo stesso portale e di trovarsi in un’altra versione della Norvegia che hanno lasciato. La stessa stanza, nella stessa casa, ma in un’altra dimensione ancora.

È qui che trovano Erik, ma non solo. Trovano anche Trine, la madre di Hanne morta anni prima. Facendole credere che fuori casa ci fosse un mostro per assicurarsi che fosse al sicuro, Erik ha lasciato sua figlia indietro per stare con sua moglie. Ma le sorprese per il Dottore, Yaz e Graham non finiscono qui, perché nel momento in cui mettono piede in quella dimensione alternativa, appare una loro vecchia conoscenza. Grace, ovvero Nan, nonna di Ryan e moglie di Graham, morta alla fine del primo episodio di questa stagione.

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È questo il vero pericolo. La mancanza della persona amata, la paura della solitudine, hanno spinto Erik a vivere una menzogna, e ora lo stesso sta succedendo a Graham. Perché quelle che hanno trovato non sono le vere Trine e Grace. Sono copie create dal Solitract con il solo scopo di trattenerli una volta arrivati.

Il Solitract è un’entità di cui il Dottore ha sentito durante l’infanzia da una delle sue sette nonne. Confinato in una realtà alternativa prima dell’esistenza stessa del tempo perché l’universo potesse nascere e funzionare lontano dalla sua presenza nociva, il Solitract è rimasto in esilio in totale solitudine. Stanco di non avere contatti con nessuno, il Solitract ha trovato un modo per procurarsi della compagnia. Non è immune, dunque, allo stesso dolore che alberga in Erik e Graham, ed è proprio per questo che noi, come il Dottore, finiamo col simpatizzare per esso.

Un episodio questo che ricorda molto più dei precedenti le passate stagioni di Doctor Who.

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La trama non è mai scaduta nell’ovvio e ci ha tenuto sulle spine fino alla fine senza creare confusione. Alcuni elementi sparsi per l’episodio fin dall’inizio assumono un diverso significato alla luce di ciò che accade dopo. Ad esempio l’orologio di Hanne che preannuncia l’ora di rientrare in casa perché il finto mostro va a caccia sempre alla stessa ora. Come scopriamo, sono le registrazioni preimpostate da Erik. Forse persino il fatto che Graham venga attirato per primo dallo specchio può avere un diverso significato se pensiamo al fatto che tra lui, Yaz e il Dottore il Solitract ha fatto apparire proprio una persona che lui ha perso.

Anche sotto l’aspetto emotivo questo episodio regala qualcosa in più, proprio grazie all’apparizione di Nan e all’aver presentato una situazione che chiunque potrebbe comprendere. Poter rivedere una persona cara a cui si è dovuto dire addio e l’opportunità di rimanere con essa è un’attrattiva fortissima per chiunque. Altrettanto comprensibile è la paura di Hanne nel rimanere senza suo padre e il desiderio di ritrovarlo e portarlo in salvo a costo di mettersi in pericolo.

L’impatto emotivo avrebbe potuto essere ancora maggiore se ad apparire fosse stata una copia di qualche vecchio compagno di viaggio del Dottore, ma forse è meglio che non sia successo. Trovarci davanti a un falso avrebbe fatto troppo male. In ogni caso, a giudicare dal trailer, nel prossimo episodio di Doctor Who dovrebbe apparire qualcuno che il Dottore già conosce. Chi potrà mai essere?

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