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Doctor Who 11×03 – Sono i piccoli gesti a fare grande la Storia

Attenzione! Se non avete visto la 11×03 di Doctor Who troverete degli spoiler!

Il terzo episodio di Doctor Who ci porta negli Stati Uniti degli anni ’50. Qui incontriamo Rosa Parks, donna il cui atto di coraggio fu di fondamentale importanza nella lotta contro la segregazione razziale.

Nella scorsa puntata abbiamo ritrovato il TARDIS, che decide – come fa spesso, del resto – che prima di riportare a casa Yas, Ryan e Graham c’era bisogno di una piccola deviazione. Così porta tutti a Montgomery, nell’Alabama del 1955. Dopo l’iniziale incomprensione per i capricci della cabina blu, il Dottore comprende il motivo della sua scelta. Il TARDIS ha rilevato tracce di energia Artron, un tipo di radiazione che si trova nel vortice temporale. Scopriamo così che qualcuno vuole impedire che Rosa Parks compia quel gesto che ha cambiato la storia.

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A tredici anni dalla morte di Rosa Parks – oltre che dall’inizio della serie tv – Doctor Who dedica un omaggio a questa grande donna che nel suo piccolo ha fatto tanto. Rifiutando di cedere il proprio posto su un autobus a un bianco, atto di vera e propria ribellione per cui è stata arrestata, la Parks ha inconsapevolmente dato il via al boicottaggio degli autobus a Montgomery.

Questo non è il primo episodio in cui Doctor Who tocca il tema del razzismo, ma tra questi è forse il più significativo.

Sappiamo che Doctor Who è una serie nata con l’intento di insegnare. Nella serie classica questo tratto della sua “personalità” era forse più evidente rispetto alla nuova. Ciò non significa che nella “New Who” gli insegnamenti non ci siano, solo sono di tipo differente e magari sparsi qua e là per la trama, senza che costituiscano il nucleo principale dello svolgimento. Ma questo è un episodio particolare. È uno di quelli in cui l’insegnamento impregna la trama dall’inizio alla fine.

L’episodio stesso si fa insegnamento, e il messaggio che manda non si riduce a “il razzismo è una brutta cosa, una cosa stupida, non siate razzisti”. Ovviamente ne fa parte, ma ciò che vuole farci capire è qualcosa di molto più grande e molto, molto più esaltante.

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Per cambiare le cose, per cambiare la Storia, non sono necessari eventi eclatanti. Bastano le piccole cose.

Ce lo dimostra Rosa Parks. Un gesto piccolo, apparentemente insignificante. Come decidere che stavolta non ti alzerai per cedere il posto a qualcun altro, anche se la legge dice che devi farlo solo perché agli altri non va a genio il colore della tua pelle.

Ce lo dimostrano il Dottore e i suoi companions. Il loro compito è far sì che la storia proceda come deve e che la donna riesca a scatenare quella catena di eventi che ha poi contribuito a porre fine alla segregazione razziale. Per riuscire nel loro intento non si imbarcano in una grande impresa. Non ci sono grandi esplosioni, non ci sono scene d’azione spettacolari. C’è invece il lavoro di squadra. Ci sono le piccole cose.

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Persino il villain di questo episodio – un ex galeotto psicopatico e fanaticamente razzista che viene dal futuro – si affida ai dettagli della vita quotidiana per cercare di cambiare gli eventi. Ed è su questi che i nostri amici contrattaccano.

Si assicurano che l’autista sia quello giusto, recuperandolo dalla sua battuta di pesca e mandando via il sostituto. Si accertano che Rosa sia alla fermata dell’autobus al momento giusto. Si assicurano che ci sia un mezzo funzionante all’ora giusta e che questo sia sufficientemente pieno perché alla Parks venga chiesto di alzarsi.

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Il fatto che la storia possa essere cambiata con piccoli gesti non significa, tuttavia, che compierli sia facile. Anzi, tutt’altro. Quando il momento arriva, non importa quanto grande sia l’azione che stiamo per compiere o, nel nostro caso, non compiere. Perché per prendere posizione a volte non è necessario fare. E qualunque sia l’entità del gesto, ci sarà un prezzo da pagare.

Se per fare la cosa giusta possono bastare piccole decisioni, l’atto non è per questo meno eroico. Rosa Parks si è rifiutata di cedere il proprio posto, e ha pagato con l’arresto. Il Dottore, Graham, Yas e Ryan sono costretti a rimanere fermi, a essere spettatori passivi di uno spettacolo indegno.

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Questo episodio di Doctor Who è stato nella sua semplicità un piccolo capolavoro. Si è fatto portatore di un messaggio importante, senza per questo rinunciare ai suoi caratteri fondamentali. Dopo un viaggio nello spazio, questa era la prima volta che i nuovi companions del Dottore viaggiavano nel tempo. Abbiamo assistito a scene esilaranti, abbiamo visto evolvere le dinamiche di questo gruppo stranamente assortito eppure improbabilmente ben funzionante. Non ultimo il Dottore, che continua a riservare sorprese, tirando fuori un carattere e una forza ammirevoli.

È proprio il Dottore a salutare Rosa Parks con un ultimo omaggio prima della fine della puntata. She changed the universe, dice ai suoi amici prima di mostrare loro l’asteroide 284996, anche noto come Rosaparks.

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