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Se Breaking Bad fosse stato scritto da George R. R. Martin

Effetti collaterali martin

Dato che, come abbiamo detto, dall’assassinio di Mike in poi il destino di Walt è segnato, ormai restano poche parole da spendere su altre due scene interessanti (per noi e per Martin).

La prima è quella, tristissima, della morte di Hank. Solo quando lo vediamo andarsene ci rendiamo conto di quanto questo personaggio ci abbia conquistati: in silenzio e lentamente, ma in modo profondo.

La scomparsa del poliziotto dovrebbe rappresentare un dramma famigliare, però la verità è che la famiglia di Walt non esiste più: Hank e Marie si erano allontanati subito dopo aver smascherato la reale identità di Heisenberg, e Marie aveva cominciato a detestare persino la sorella a causa dei suoi inganni e della sua complicità nei crimini del marito; la morte di Hank è come un sassolino che sparge definitivamente i pezzi di un quadro già in frantumi.

Eppure, nonostante la tragicità del momento, non possiamo fare a meno di notare che in fondo si tratta solo un effetto collaterale, di un incidente che Walt avrebbe dovuto prevedere: sapeva che Hank non avrebbe mai smesso di investigare sul creatore della Blue Sky, e doveva sapere anche che prima o poi egli avrebbe scoperto la verità

Una faccenda del genere non poteva concludersi bene; l’unico dubbio verteva sulla persona che avrebbe fatto la fine peggiore: Walter oppure Hank. Beh, la sorte ha puntato contro quest’ultimo.

La dipartita del vecchio amico spezza qualcosa dentro il protagonista, il quale da lì in avanti commetterà sbagli enormi che lo porteranno al disastro: nell’attimo in cui Walt permette ai sentimenti di offuscargli la ragione, il castello di certezze da lui costruito crolla come fosse fatto di sabbia.

Credo però che Martin avrebbe indurito ulteriormente il carattere di Heisenberg, inducendolo a considerare la morte di Hank per quello che è, ovvero un semplice effetto collaterale. In fin dei conti il geniale chimico aveva scelto la sua strada molto tempo prima, e non si può essere un boss della malavita e nello stesso tempo il cognato premuroso di un agente della DEA.

Hank era morto.

Walter se ne rincresceva, non era così che la storia doveva andare; aveva tentato di impedire il peggio in tutti i modi, ma era un produttore di droga e suo cognato era colui che avrebbe dovuto sbatterlo in carcere: per due giocatori che facevano parte di squadre tanto diverse non c’era davvero posto per l’amicizia… Lui, Walt, non si sarebbe mai arreso alla giustizia, ed Hank non avrebbe mai rinunciato a perseguirlo.

La soluzione del problema poteva essere una sola, semplice, quasi noiosa: uno dei due doveva soccombere, e il verdetto era stato pronunciato. 

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