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BoJack Horseman 6×12 – Non sono come tu mi dipingi

Le scoperte della puntata precedente e le dichiarazioni di BoJack Horseman hanno sortito un effetto a catena composto da scottanti scoop e copertine sensazionalistiche su ogni mezzo di comunicazione di massa. In una battaglia in cui già si prefigura l’assenza di vincitori e di vinti, l’importante per BoJack è rimanere a galla.

Il caso di BoJack è il caso del maschio etero e benestante della Hollywood vera e anche di quella fittizia, un caso che divide e unisce a seconda del suo punto di osservazione.

Da sempre BoJack Horseman si è distinto per essere uno show critico e tutt’altro che moraleggiante e anche in questo caso il Sarah Lynn Gate ci viene rappresentato come solo nella realtà potrebbe venir trattato.

Senza espedienti narrativi artefatti o manipolazioni critiche, in questa puntata viene messa in scena nient’altro che la verità. Una verità fatta di scomodi salotti televisivi e caccia all’esclusiva dove i cattivi non sono così cattivi e dei buoni ci si dimentica.

Facciamo sul serio con Biscuit Braxby’ è il teatro di questa recita, la messa in scena in due atti che vedrà BoJack prima vittima insignita della benevolenza del pubblico, poi colpevole prevaricatore.

Bojack Horseman

Il primo atto di questa preannunciata tragedia prende forma nella prima intervista condotta dalla Braxby, una confessione a cuore aperto perfettamente calcolata nei più minimi dettagli emozionali.

‘Non metterti sulla difensiva, non negare niente e non controbattere’ gli rammenta Princess Carolyn. ‘Il troppo triste dà una nota amara mentre noi puntiamo più alla malinconia’ è uno dei tanti consigli di cui farà più tesoro. Se da un lato Diane si esprime riguardo questa intervista definendola una patetica ricerca di giustificazione all’autocommiserazione di BoJack, Princess Carolyn ce la mette tutta per portare a casa una nuova vittoria manageriale, un’ennesima mano tesa verso il cavallo più controverso della tv.

L’intervista fila liscia, non troppo triste come ci si era augurati, e ricca di ben calcolati dettagli sulla morte di Sarah Lynn: abbastanza diretti da poter impressionare ma non troppo precisi da poter sconvolgere.

Il pubblico ha fame e la versione che BoJack regala di sé è quella di un ex tossicomane pentito sulla giusta via verso la completa disintossicazione e accettazione dei propri peccati. Conscio e mortificato dei suoi errori, BoJack incarna il perfetto stereotipo dell’attore ravveduto dopo una vita di sfrenati eccessi.

BoJack Horseman

La ricerca spasmodica di dettagli scottanti e la ben recitata caccia allo scoop celata sotto un finto interesse personale sono le carte di un siparietto televisivo già visto che però BoJack sa gestire con altrettanta sfrontatezza e carisma.

Sicurezza laddove il terreno si fa più scivoloso e spirito moraleggiante quando la domanda lo pretende. BoJack porta a casa una buona intervista, modesta e accorata, il pubblico è sazio e la sua faccia è salva.

Le risposta degli spettatori è più che positiva, il lavoro, la fama e la reputazione sono salvi se non addirittura rigenerati. Il narcisismo di BoJack però non ha freni, neanche di fronte alla pagina più nera della sua esistenza. La morte di Sarah Lynn diventa così un pretesto per far parlare bene di sé e la programmazione di una seconda intervista è l’epilogo di questa grottesca ricerca di attenzioni.

Basta scavare un po’ più a fondo però per trovarci le sabbie mobili. Princess Carolyn lo sa ma BoJack, offuscato dalla sua smania di sentirsi nuovamente parte del discorso, al centro di qualcosa, sembra essersene dimenticato.

Bojack Horseman

I dettagli che emergono dalla seconda intervista sono scabrosi, raccapriccianti e BoJack viene messo con le spalle al muro dalla sua stessa narrazione degli eventi.

Le domande si fanno più incisive e profonde e grazie allo zampino di Paige Sinclair la verità, quella più autentica, viene a galla spazzando via ogni barlume di salvezza per BoJack.

‘Credevo che avremmo parlato d’altro!’ sbotta Horseman, troppo ingenuo e preso da sé per capire che anche questa volta non c’è nessun premio in palio per la sua ritrovata sobrietà, ma solo drammatica realtà che viene, dopo tanti anni, messa alla luce.

Diciassette sono i minuti che BoJack Horseman ha atteso prima di chiamare i paramedici che avrebbero potuto salvare la vita di Sarah Lynn. Diciassette lunghi minuti che BoJack ha nascosto nella sua memoria per non dover dare conto a nessuno, neanche a se stesso, delle sue azioni.

Non sono come tu mi dipingi’ ammette il cavallo ad alta voce più a lui che all’intervistatrice per negare – per negarsi – di essere quel prototipo di individuo, meschino e calcolatore, in grado di approfittarsi senza pietà del proprio potere per avere tutto ciò che vuole a discapito di tutto e di tutti.

‘Perché è questo che va di moda, no? Far del male alle donne! Ma io ho fatto del male anche a un mucchio di uomini!’ e purtroppo BoJack, mi duole dirlo, ma non è questo il punto.

Con tre ore a disposizione prima che l’intervista venga messa in onda e il suo mondo cambi per sempre, BoJack ritorna al The Laugh Shack, locale dove spesso in passato si è esibito in spettacoli di stand-up comedy, prima ancora di venir assodato nel cast di Horsin’ Around, quando ancora non aveva ferito nessuno ed Herb Kazzaz era suo amico.

Tra un numero improvvisato su quel palco che aveva calcato molto tempo fa e le risate ancora inconsce di quel pubblico che a breve lo odierà, BoJack si bea di quegli effimeri attimi, forse per la prima volta consapevole della valanga che sta per investirlo.

Princess Carolyn e Diane si trovano nelle loro case, amareggiate e preoccupate per la sorte del loro amico, Todd invece ha scelto di allontanarsi dalla tossicità di BoJack e finalmente libero può godersi una vita da protagonista, la sua.

‘In queste sere hai dipinto alcuni tratti di una persona, una persona che non pensa agli altri, che mette i propri bisogni al primo posto. A lungo andare gli altri rimangono feriti, non tanto perché voglia fare loro del male ma solo per la sua indifferenza. Questa persona che sto descrivendo è una persona diversa o sei tu? ‘

‘Sì, sono io.’

Lo spettacolo è ormai in onda, alla mercé di tutti e siamo certi che ormai sta per capitare l’inevitabile. Diane lo sa, BoJack ne ha preso finalmente coscienza, e noi se amiamo tanto il cavallo disfunzionale che abbiamo conosciuto fortuitamente 6 anni fa, non possiamo che augurarci che non faccia troppo male.

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