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BoJack Horseman 6×09 – Diventare qualcosa di diverso

“Non so cosa sto facendo, non dovrei essere qui.”

La nuova alba sorge sempre dove un sole tramonta. La spirale sudicia che sfocia nella perdizione e che intrappola, opprime e circuisce BoJack Horseman in un eterno ritorno allo squallido, finalmente sembra assottigliarsi sempre di più, permettendo al suo prigioniero di ungersi di rimpianto e speranza per scivolare finalmente dall’estremità più infima del vortice.

Ma una volta uscito da lì c’è un nuovo mondo e un nuovo mondo ha nuove regole.

bojack horseman

BoJack ora deve fare i conti e imparare a convivere con queste regole e diventare qualcosa di diverso. Perché questo nuovo mondo è in continuo movimento, e stare al passo è estremamente faticoso.

L’ex stella di Horsin’ Around ha da sempre vissuto adagiandosi sugli allori e rimanendo fermo, in stallo tra il vizio e l’ozio, noncurante del resto. Solo da sobrio, solo ora che può guardare con occhi nuovi tutto ciò che lo circonda capisce che tra gli errori mostruosi che ha fatto ce n’è uno ben peggiore, uno che nessuna buona azione o pentimento può cancellare: quello di essere stato fermo.

Metà della sua vita non la ricorda, l’altra metà la rimpiange e come già detto non può far nulla per cancellare e ricominciare. Può solo voltare pagina sperando che quel passato putrido e orribile non venga mai più a bussargli alla porta per rinfacciargli i suoi più grandi misfatti. E questo è un compromesso che BoJack sottoscrive già dal momento in cui smette di tingersi e accetta di non essere più un cialtrone scapestrato. Dai suoi errori ha imparato, i suoi vizi li rinnega, e adesso che sa di essere parte del vecchio mondo può insegnare agli abitanti di quello nuovo a non fare quel che ha fatto lui.

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Può diventare qualcosa di diverso senza recitare, non deve per forza fingere, e può trasmettere questa lucida consapevolezza alle nuove leve generazionali, in procinto di sbagliare e distruggersi ma comunque in tempo per fermare il disastro. BoJack fa questo coi suoi allievi: prova a fermarli nel loro tentativo di buttarsi in un mondo dove la saccenteria e l’arroganza sono armi che si rivoltano contro il suo possessore, dove squali e avvoltoi sono pronti a banchettare sulle povere carcasse di coloro che hanno permesso di farsi succhiare via il talento mettendolo al servizio di chi voleva solo assuefarlo ai suoi loschi piani. Per questo cerca di intimare i suoi studenti meno dotati a escogitare una sorta di Piano B che possa permettergli di abbandonare quella nave che BoJack non ha potuto abbandonare perché conscio che nessuno sarebbe giunto col salvagente a ripescarlo.

E anche oggi lui non ha nessuno, i suoi unici amici ora sono lontani e deve fare i conti con questa tremenda distanza. Da solo, come sempre, ma aggrappato a quel sogno lontano di uscire finalmente dal tunnel. BoJack pensa di stare sulla retta via ma si trova in flebile equilibrio su un filo che è pronto a spezzarsi. Lo sa e lotta per continuare, seppur goffamente, a camminarci sopra, anche quando vecchie consapevolezze tornano a galla e martellano la coscienza. Quella coscienza che BoJack ha sempre avuto e che è risultata l’unico barlume di onestà in una vita di bugie e attentati.

Sa che non lui non è il Professor BoJack Horseman, se ne rende conto ma non vuol mollare e decide di restare.

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Come decide di restare anche quando Hollyhock gli rinfaccia la sua presenza. Lei è nel suo nuovo mondo, emigrata da quello vecchio per diventare una donna prima di tornare indietro tra i leoni con le armi per non farsi divorare. BoJack invece è lì per restare perché odia tutto ciò che è stato e si aggrappa con i denti a quelle aule e a quei corridoi colmi di giovani aitanti che si stanno costruendo e che tra un consiglio e un altro lui può aiutare senza, finalmente, distruggerli. Ma nonostante ciò soffre perché quella sorella che nemmeno conosce, e che nemmeno si è guadagnato, non riesce ad accettare quella parte che potrebbe renderla in qualche modo come lui.

Hollyhock ripugna BoJack Horseman perché non solo reincarna totalmente il fallimento di una generazione incapace di redimersi e colpevole di non permettere alla sua di prosperare, ma conferma anche la tossicità del suo sangue. Affetto da un morbo incurabile. L’oscuro retaggio della sua vera famiglia.

La lurida vicenda in Nuovo Messico che ha visto coinvolto il fratello è uno schiaffo troppo forte che nemmeno una Horseman può sopportare.

Per BoJack il mondo fuori da quelle mura è oscuro, lo vuole mangiare, lo vuole orrido e maledetto come sempre, in balia del suo tormento e schiavo dei suoi vizi. Ma se resta lì, a coltivare una foresta con nuovi alberi, può quantomeno diventare qualcosa di diverso. Perché, come recita un suo alunno:

Questa è la mia casa e finché sarei rimasto qui, sarei rimasto al sicuro.

Almeno finché non squilla il telefono…

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