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I 5 Migliori finali di stagione di American Horror Story

Attenzione: L’articolo contiene spoiler su American Horror Story

Il percorso di American Horror Story era iniziato nel migliore dei modi. Con la sua iconicità, la serie era stata capace di raccontare il mondo dell’horror in modo a volte sottile con lo scopo di dimostrare che la paura non sempre ha a che fare con l’ignoto o con il paranormale. A volte a a spaventarci sono anche gli esseri umani, secondo Murphy i mostri più spietati. Nonostante la dodicesima stagione abbia dimostrato un livello superiore rispetto alle ultime viste, rimane tuttora chiara la perdita di potenza narrativa della serie che, in nessun modo, è più la stessa di qualche anno fa. Il livello si è abbassato, e questo lo dimostrano anche i recenti finali di stagione che non sono neanche lontanamente all’altezza dei primi. Manca l’effetto sorpresa, manca l’adrenalina, manca il vero marchio di fabbrica di American Horror Story. Chi conosce la serie fin dai tempi d’oro sa bene che cosa significasse vivere l’epilogo di stagione, scrutare il modo con cui Ryan Murphy cambiava le carte in tavola stravolgendo del tutto la narrazione. Tutto questo è oramai andato perso e, salvo qualche colpo di scena futuro, non ci resta nient’altro da fare se non ricordare i tempi d’oro e quei meravigliosi finali di stagione che soltanto Ryan Murphy sapeva regalarci.

Cambi di prospettiva, sottile delicatezza e iconici addii: ecco gli ingredienti dei migliori finali di stagione di American Horror Story

Murder House

American Horror Storu – Murder House (640×360)

Murder House non corrisponde soltanto alla prima stagione di American Horror Story, ma anche al suo primo meraviglioso finale. Con un cambio di prospettiva che rende la famiglia protagonista anch’essa un fantasma, la serie porta tutti i suoi personaggi sullo stesso piano. Da dietro la finestra, i fantasmi che per tutto il tempo hanno cercato di rovinare la loro vita li scrutano scoprendosi completamente tagliati fuori dagli schemi. Ben, Vivien e Violet ritrovano quel che avevano perso sentendosi, da morti, più vivi che mai. Ciò che colpisce di questo primo finale è che, nonostante la condizione dei protagonisti, non si tratta né di un lieto fine né di un tragico finale. L’epilogo di Murder House è un insieme di elementi agrodolci che raccontano la storia di una famiglia condannata a vivere solo dentro quella casa maledetta e che, per cercare di sopravvivere, prova a godersi tutto quel che gli rimane. Per recuperare quel rapporto che avevano inizialmente perso adesso c’è finalmente un tempo senza misura. Non possono far altro che ritrovarsi, che cullarsi un po’ in quella casa che tanto gli ha tolto e che tanto adesso è pronta a ridargli.

Asylum

American Horror Story
American Horror Story – Asylum (640×360)

La seconda stagione di Asylum è forse una delle più acclamate di American Horror Story. Dividendosi tra la meravigliosa tenerezza di Pepper, la scienza, la religione e gli alieni, il finale di Asylum ci restituisce un colpo di scena curato nei minimi particolari che nessuno aveva mai neanche immaginato. Lo spietato serial killer Bloody Mary è infatti in realtà il dottore di cui credevamo di poterci fidare, di cui Lana pensava di potersi fidare. La rivelazione avviene in modo graduale ma adrenalinico mentre, nel frattempo, tutte le diverse storyline rimettono insieme i pezzi. Scopriamo che Kit è stato in realtà rapito dagli alieni e che dunque tutto quel che ha raccontato fosse frutto di realtà, che Lana è riuscita a salvarsi trasformando in un libro quanto vissuto negli ultimi della sua vita. Tra i diversi finali di American Horror Story, il secondo è certamente quello più complesso e cinico, quello che più racconta in che modo gli umani sappiano essere più pericolosi di qualsiasi evento inspiegabile. Forse perché vivono proprio a due passi da noi, forse perché lo siamo noi stessi: Ryan Murphy non sa per quale ragione, ma cerca di capirlo attraverso i suoi protagonisti che, in questa stagione, vengono utilizzati come capri espiatori, vittime di una società che li discrimina e li utilizza come cavie per il loro odio. Con delle evoluzioni e una scrittura che non rivedremo mai più in American Horror Story, Asylum fa trionfare il male sul bene, chiudendo la sua storia con un primo piano su Sarah Paulson che ci mette ancora i brividi.

Coven

American Horror Story – Coven (640×360)

Forse considerata come la stagione più debole della Top 5 di American Horror Story, Coven riesce a difendersi bene soprattutto se paragonata alle stagioni future che arriveranno dopo la quinta stagione. Insomma, in mezzo a quel che è successo, questa appare comunque come un’ancora in mezzo al mare in tempesta. Ancora una volta Jessica Lange ricopre qui un ruolo disegnato e fatto apposta per lei, diviso tra il bene e il male, la rivalsa e il rancore, l’accettazione del proprio destino e il tentativo di cambiarne le sorti anche a costo di sacrificare il prossimo. La terza stagione di American Horror Story conclude la propria narrazione mettendo al centro la sua morte tra le braccia della figlia, l’unica che sceglie di salvare dalle proprie grinfie nonostante il suo potente sentimento di potere e rivalsa. Attraverso questo espediente narrativo, l’Accademia protagonista riesce a rimettersi in sesto e a rivivere con la Suprema designata, Cordelia, l’unica davvero in grado di agire per il bene comune. Anche se in questo caso mancano gli effetti sorpresa che hanno reso forti altri finali di stagione, l’epilogo di Coven funziona e, soprattutto, si distacca da tutto quello a cui siamo stati abituati. A dispetto di altri, infatti, qui trionfa il bene. La terza stagione giunge alla fine attraverso un happy ending, un mezzo che Ryan Murphy ha sempre filtrato e mai reso puro fino a questo momento. In modo originale, dinamico e, per la prima volta, felice, Coven giunge al termine facendo spazio alla quarta stagione di American Horror Story.

Freak Show

American Horror Story – Freak Show (640×360)

Freak show non poteva che finire così: sulle note di David Bowie e attraverso la magnetica voce di Jessica Lange che, esattamente come il proprio personaggio, dice addio ad American Horror Story. Il finale di Freak Show è intriso di malinconia e delicatezza, non condanna e non assolve nessuno. I protagonisti della quarta stagione, ancora una volta, non si affermano come santi o peccatori, come angeli o diavoli. Sono entrambe le cose. Nessuno di loro può andare a dormire con una medaglia di merito che gli attesta un perfetto codice morale, una vita fatta di buone azioni nei confronti del prossimo. In modo mastodontico, Freak Show giunge alla fine sulle note di David Bowie rimettendo insieme i pezzi per tutti i protagonisti. In un mondo ideale Elsa avrebbe ritrovato le sue creature e le avrebbe finalmente tenute tutte per sé, ed è proprio quello il mondo che Ryan Murphy costruisce alla fine della stagione, restituendo finalmente a questo criptico personaggio il destino che, nonostante tutto, meritava. Con la sua morte premeditata, Elsa si leva di dosso tutti i suoi peccati rimanendo soltanto con tutto ciò che negli anni l’ha resa fragile, vulnerabile, umana. Ancora una volta ritorna dunque un finale agrodolce, un finale che sa di American Horror Story nella sua natura più pura. Forse, l’ultimo finale davvero capace di mettere i brividi al telespettatore.

Hotel

James
American Horror Story – Hotel (640×360)

Se Freak Show ci fa commuovere impregnandosi di malinconia, Hotel ci regala un colpo di scena svelando l’identità del killer dei 10 comandamenti. L’assenza di Jessica Lange nella quinta stagione, la prima senza di lei, si è fortemente sentita nonostante la presenza di Lady Gaga. Ancora oggi Hotel viene considerata come una delle stagioni più divisive della serie. Probabilmente, i giudizi negativi sono dettati dal nuovo tipo di narrazione, una narrazione che dovrà purtroppo fare a meno della sua colonna portante. Nonostante ciò, Hotel è una Serie Tv che va vista più volte per essere davvero capita. Complice il suo finale adrenalinico, la quinta stagione di American Horror Story segna un punto di non ritorno per Ryan Murphy che, dopo questo momento, non riuscirà più a rendere iconiche le future stagioni. Con un epilogo che fa luce sulla vita dell’hotel e dei suoi fantasmi nel futuro, American Horror Story chiude Hotel nel migliore dei modi servendosi sia di un colpo di scena che di un sottile tratto delicato e malinconico. Per l’ultima volta, American Horror Story, in quell’esatto istante, è ancora grande. L’ultimo ricordo puro di una saga che sarebbe potuta essere perfetta, se solo si fosse fermata al momento giusto.

American Horror Story non è più quella di una volta