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What We Do in The Shadows: Chi vuole essere vampiro? – La recensione della quinta stagione

Passano gli anni e le stagioni, ma se c’è una cosa che dovremmo ormai aver capito è che What We Do in The Shadows sembra non passare mai. Anche se ogni volta, prima di iniziare la visione dei nuovi episodi, finiamo per temere che la serie possa risultare ripetitiva, puntualmente Taika Waititi (creatore della serie) e il suo team di sceneggiatori non ci lasciano mai delusi. In What We Do in The Shadows 5 troviamo infatti gli stessi vampiri, lo stesso maniero gotico in quel di Staten Island, ma avventure e storyline sempre nuove. Spunti che rimescolano costantemente le carte in favola grazie a una sana dose di imprevedibile follia che riesce non solo a non annoiare mai.

Una formula che funziona e che non si smentisce nemmeno con la sua quinta stagione, uscita in patria a partire dallo scorso settembre e solo di recente in Italia su Disney+. Perché anche con What We Do in The Shadows 5 si muore dalle risate, così come si empatizza con i protagonisti, grazie a inaspettati momenti di introspezione. Ma quali sono stati i punti di forza e le debolezze dei dieci episodi che compongono la stagione? Per scoprirlo, vi lasciamo alla nostra recensione della stagione.

Attenzione: nel seguente articolo troverete ingenti spoiler di What We Do in The Shadows 5. Siete avvisati.

La quarta stagione (qui trovate la nostra recensione) si era chiusa con un grande cliffhanger, uno di quelli che sapevamo avrebbe scosso la serie fin dalle sue fondamenta. Guillermo (Harvey Guillén), stanco di aspettare che il proprio padrone lo accontentasse, aveva preso la drastica decisione di chiedere a Derek di trasformarlo in vampiro. What We Do in The Shadows si apre quindi qualche tempo dopo, ma il nostro Gyzmo non ha ottenuto esattamente quello che voleva. Anche se i passaggi sono stati eseguiti correttamente (per quanto in maniera catastroficamente divertente), il famiglio si trova ancora in una condizione ibrida. Né un vampiro completo, né un comune umano. Scopriremo solo in seguito che questa condizione di limbo, dagli effetti comico-grotteschi, è dovuta al sangue da cacciatore di vampiri di Guillermo, discendente diretto di Van Helsing.

Questa storyline, core di What We Do in The Shadows 5, è indubbiamente la più divertente, ma al contempo la più profonda della stagione. Se, infatti, da un lato essa ci porta a esplorare il lato più grottesco e stralunato della serie, dall’altro riesce a mostrarci quanto effettivamente i nostri cari vampiri tengano a Guillermo. A partire da Lazlo, che per primo scopre il suo segreto e decide di condurre una serie di esperimenti dagli esilaranti esiti, passando per un’assai protettiva Nadja, fino ad arrivare al nostro beniamino Colin Robinson, la famiglia vampiresca si stringe attorno al famiglio e cerca di difenderlo da tutto e tutti, anche dallo stesso Nandor, furioso per il tradimento.

Nandor e Guillermo nel finale di stagione

La 5×10 in cui assistiamo alla finale riappacificazione tra Guillermo e il suo Padrone è a suo modo davvero toccante.

Scopriamo infatti che, se Nandor (Kayvan Novak) è sempre stato titubante nel trasformare il suo famiglio, c’era un motivo. Temeva che lui stesso non avrebbe sopportato di essere un vampiro. Sentire Guillermo scegliere di volere essere umano, dopo aver desiderato per tanto tempo di ascendere al pari dei suoi padroni, ci fa capire davvero quanto L’Implacabile conosca davvero nel profondo il ragazzo.

Tra gli apici di What We Do in The Shadows 5 troviamo poi le classiche avventure di Colin Robinson. Dopo essere tornato in sé dopo la parentesi-bambino della scorsa stagione, il vampiro energetico si è dato da fare! Dalla sua corsa in politica al rischio di morire di fame perché diventato troppo cool, con la sua solita flemma, ha continuato a divertirci moltissimo. Che dire poi della 5×05, in cui i vampiri, per risolvere un errore di Nandor, assaltano il canale e finiscono per condurre il telegiornale serale?

E come non citare tra gli highlights della stagione lo scontro con il Barone Hafanas, sicuramente uno dei personaggi di contorno più divertenti della serie?

Tra runnin gag, situazioni completamente surreali e assurde, rottura della Quarta Parete, dark humor e nessun tipo di censura, What We Do in The Shadows 5 conferma quella che da sempre è la sua più grande forza: la versatilità. Trattasi della capacità di parlare praticamente di qualsiasi cosa. Di concedersi di indugiare nelle più assurde situazioni, di scovare i personaggi più stralunati e folli. Di ribaltare costantemente le carte in tavola senza che il castello di carte crolli.

Grazie a una mitologia che riesce a giustificare la qualunque, sceneggiatori e autori si sentono infatti liberi di esprimersi al massimo, introducendo elementi sempre nuovi che non portino a una noiosa standardizzazione. A contare sopra ogni cosa, infatti, sono i personaggi e le modalità tramite cui essi interagiscono gli uni con gli altri di volta in volta.

Funzionando questo, la formula della serie di Disney+ ha successo in qualsiasi contesto.

Uno tra i più grandi punti di forza della serie risiede infatti nel suo cast eccezionale, composto da attori talentuosi che portano in vita i loro vivaci e stravaganti personaggi con grande entusiasmo. Ancora una volta la chimica tra i membri del cast risulta davvero vincente e aggiunge ulteriore comicità alla serie.

Uno degli inquietanti ma dolci ibridi di Guillermo

Che altro dire? Dal punto di vista estetico la serie mantiene la stessa inconfondibile atmosfera e il suo gusto per il grottesco. Non manca poi una punta di horror comico (qui trovate le migliori comedy tv del genere) che in alcuni frangenti si fa quasi inquietante. Come al solito troviamo poi i classici cameo di attori famosi che hanno da sempre caratterizzato la storia: una nota di colore dai risvolti davvero spassosi. Altro elemento chiave della serie è poi l’acuta satira sociale, che esplora tematiche oltremodo contemporanee, dalla politica, alla tecnologia, passando per la cultura pop.

Ma è tutto oro quel che luccica?

Nonostante abbiamo trovato nel complesso la serie davvero divertente, purtroppo ancora fatichiamo ad apprezzare il personaggio della Custode, sicuramente reso poco apprezzabile agli occhi del pubblico per volontà degli stessi autori, ma comunque fin troppo presente e a volte invadente, rispetto al minutaggio delle puntate. La sua storyline alla ricerca dell’accettazione all’interno del gruppo dei vampiri di Staten Island è forse quella che ci ha convinto meno di tutto What We Do in The Shadows 5.

Insomma, anche questa volta la serie sui vampiri più folle di sempre è riuscita a regalarci un sacco di risate e a spingerci a desiderare di vedere come le vicende dei protagonisti potrebbero andare avanti. Un altro successo per una tra le comedy più solide e apprezzate degli ultimi anni, che si concluderà con la sesta stagione. Noi già ora non siamo pronti a dire addio a questi personaggi…E voi?

What We Do in The Shadows: perché dovreste recuperare la comedy