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#VenerdìVintage – La vita secondo Jim è invecchiata orribilmente

Per anni i pomeriggi passati davanti alla tv sono stati accompagnati da prodotti che ricordiamo con affetto: Malcolm in the Middle, Futurama, I Simpson, La vita secondo Jim e tante altre.

Prodotti che nel nostro cervello sono ricordati con una visione condizionata, legata a quel momento felice e spensierato che passavamo davanti a essi. E se alcune serie come Futurama hanno sconfitto la guerra contro il tempo, la sitcom che vede protagonista Jim Belushi non può dire la stessa cosa.

Creata nel 2001 da Tracy Newman e Jonathan Stark, il prodotto si incentra sulla vita di questo nucleo familiare allargato.
Sitcom vecchia maniera: mariti imbranati e con tanti difetti che nascondono l’ennesimo errore alle mogli per non voler affrontare lavata di capo e conseguenze.

La vita secondo Jim però, non rimase ancorata al vecchio stile in tutto e per tutto, anzi. Basti pensare al fatto che Jim Belushi non è solo il protagonista, ma che ogni puntata si apre e si chiude sempre e solo su di lui: la serie è a tutti gli effettti Belushi-centrica.

Un prodotto che sembrerebbe partire sul racconto del nucleo familiare, ma che in realtà parla solo di come il buon vecchio Jim viva. Il suo rapporto coi figli, il suo rapporto con l’amico Andy, il suo rapporto con la moglie Cheryl. Una serie con un obiettivo così stretto sul protagonista da dimenticarsi del cast intorno a lui.

Ci fa sempre male andare a criticare i prodotti che ci hanno cresciuti e formati, ma La vita secondo Jim è invecchiata orribilmente. E sotto molti punti di vista.

La mancanza dello sviluppo dei personaggi è un peccato di cui la serie si macchia per tutta la sua durata.
Per otto stagioni e 182 episodi seguiamo le vicende, i pensieri e le azioni del nostro particolare capofamiglia.

Ma in Jim è assente qualsiasi tipo di cambiamento.

Belushi interpreta un personaggio che non impara mai dai propri errori. Insofferente alle regole, schivo dal dire la verità e fiducioso che non verrà mai scoperto dalla moglie che, ciclicamente, lo scopre.
Non sarebbe neanche così sbagliato come concept, alla fine molte sitcom di successo hanno lavorato incentrandosi su un personaggio o sul non cambiarlo quasi mai.

Il problema de La vita secondo Jim è che questi due elementi si uniscono invecchiando in modo pessimo. Le scenette che in ogni puntata ci strappavano una risata, ora non riescono più a farlo con la stessa spensieratezza.

Il prodotto ci mostra un padre di famiglia ben lontano dall’accettabile, uno stereotipo vivente che sembra vada a seguire la scia di Homer Simpson, ma non ci riesce.
Jim è un personaggio che vuole essere mostrato come divertente, alla mano, il padre che chiunque vorrebbe avere (se cercate delle vere figure paterne, eccole qua); ma è il primo a mettere i propri interessi davanti a tutti.

E se anni fa a vedere la serie speravamo di diventare come Jim adesso ci sentiamo come Dana, cognata del protagonista che non perde occasione per evidenziare a Cheryl gli evidenti difetti del marito.

Dana è la voce della ragione che un tempo trovavamo fastidiosa ma che ora riteniamo l’unica persona che si accorge dei comportamenti di Jim. Un uomo con una moglie così permissiva da fargliele passare tutte per amore.

la vita secondo jim

Non esattamente la miglior relazione possibile.

Non vogliamo dire che Jim sia un pessimo padre o il peggior marito possibile, ma la serie fa ben poco di concreto per mostrarne i pregi. Ogni tanto, raramente, l’uomo acquisisce un po’ di coscienza e si comporta come un adulto, ma quelle poche volte il suo sviluppo si cancella a fine episodio.

E ironicamente la serie affronta questo problema: nel controverso episodio finale Jim soffoca a causa di una patatina, e una volta nell’aldilà viene messo a processo. Dio, il giudice, deve valutare se Jim finirà in Paradiso o all’Inferno in base al peso delle sue azioni in vita.
A sostenere Jim come avvocato troviamo l’amico Andy, mentre l’accusa è rappresentata dall’acerrima rivale Dana.

Durante la serie di testimonianze, l’uomo viene messo davanti a tutte le malefatte compiute nel corso degli anni. La lunga lista di casini, di comportamenti sbagliati e di errori di Jim viene finalmente a galla.

La vita secondo Jim ha finalmente la svolta inaspettata? No.

L’ultima testimone, la moglie Cheryl, fa capire all’intero tribunale quanto lei ami il marito anche con tutti i suoi difetti, e vuole riaverlo con sé, convincendo anche il resto della famiglia a fare lo stesso.

Jim si salva e, conscio di questa esperienza ultraterrena, potrebbe finalmente cambiare vita e diventare un uomo migliore.
Ma la sua scelta è diversa: consapevole che in un modo o nell’altro verrà sempre perdonato, l’uomo mangia di nuovo la patatina che l’ha fatto soffocare.

La Vita Secondo Jim

Un messaggio molto diretto e discutibile (ma ce ne sono almeno cinque che han fatto peggio). Ciò che manca a questa sitcom è quella poesia di fondo che trasmetta un senso. Sia esso l’amicizia, la famiglia, l’amore, il perdono. La vita secondo Jim sceglie di evitare tutti questi argomenti, dicendoci semplicemente che lui è il capofamiglia e verrà sempre salvato perché gli altri tengono a lui.

Il tutto accompagnato per l’intera durata da una comicità fin troppo stereotipata e non ricercata.

L’uomo pigro e scherzoso, l’amico stupidotto che lo asseconda, la moglie bacchettona ma che lo ama, l’amica (in questo caso sorella) della moglie che offre supporto morale con frasi come “Eh, questi uomini non imparano mai

Oggi, nel 2021, riguardiamo indietro a La vita secondo Jim con un po’ di tristezza e malinconia. Nulla cancellerà le risate che ci ha strappato per mesi, se non anni. Ma siamo grati di sentire questo leggero fastidio riguardandola.

È un sentimento genuino che rappresenta la nostra crescita e maturazione, con un po’ più di occhio critico e di sale in zucca. Perché se dieci anni fa mangiare quella patatina sembrava la scelta più saggia, ora preferiremmo lasciarla lì.

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