Dopo aver scritto il pezzo su Fantaghirò devo aver aperto il vaso di Pandora dei ricordi. All’improvviso, infatti, la mia mente ha rispolverato i ricordi seriali di una me bambina e così sono cascata nel vortice della nostalgia più crudele, quella che se potessi andresti a comprarti cinque euro di goleador solo per provare a vedere se riesci a sentirti come ti sentivi allora (ma cinque euro di goleador sono tante e va a finire che ti riscopri solo un pirla pieno di carie, ma torniamo a noi). Oggi è il suo turno. Sì, proprio il suo e voi dite il cacchio piffero che vi pare ma
LA SIGNORA DEL WEST
è quanto di più vicino alla nostalgia io conosca! D’altro canto, se la serie ha ricevuto Emmy Awards e Golden Globe come miglior serie un motivo ci sarà!
Correva il lontano 1993 quando veniva trasmesso per la prima volta e nei ricordi, ora, le immagini hanno i contorni sbiaditi, ma dolci, delle cose belle e antiche ma che sanno di casa.
E poi, altro che balle, la creatrice della serie –Beth Sullivan – ci ha buttato dentro un po’ tutti i generi. Che ti piacciono le cose drammatiche? La signora del West è drammatico. Vuoi l’avventura? Ne La signora del West ce n’è quanta vuoi! Ti piacciono le storie d’amore? Uh, allora La signora del West è quello che fa per te. Sei un sentimentale ma preferisci i drammi familiari? Ne La signora del West ci sono quanti drammi familiari desideri. Pensate sia finita qui? Macchè! Guardi solo medical drama? PEEEERFETTO! La signora del West è un medical drama! (Non per niente il titolo originale era Dr Quinn, Medicine Woman!) Cosa dite? Andate pazzi per Sergio Leone? E che ve lo dico a fffare?
Praticamente siamo nel 1867 e Michaela Quinn (più comunemente chiamata Dr Mike) è un medico di Boston. Muore suo padre e si trasferisce a Colorando Springs, un minuscolo paesino di frontiera nel West per aprire il proprio ambulatorio e da qui cominciano tutte le peripezie. Spiegarvi di cosa tratti questa serie tv è arduo, tanto è vasta e lontana nel tempo, e le sensazioni, le atmosfere che sfumano nel ricordo non si possono spiegare con le parole. Cercherò dunque di dirvi due parole sui due innamorati della serie (così da far contenti almeno gli amanti del dramma sentimentale), sperando di farvi venire la voglia di (ri)vedere questa serie scaldacuore!
Innanzitutto c’è lei, Dr Mike!
La donna più tosta del West con il cuore più morbido del mondo. Tutto ruota intorno al fatto che sia una donna medico. Cosa vuol dire? penserete voi, ma ehi,ehi! Siamo alla fine del 1800, di Meredith Grey non se ne sono ancora viste. Per questo dico che Michaela è una tipa strong, perché riesce ottenere stima e rispetto da parte di tutti i cittadini. Chiaramente una tipa del genere non si batterà mica solo per i suoi diritti, macchè! Dr Mike è talmente in gamba che è sempre pronta a tutelare i più deboli, coloro che sono ai margini della società come gli indiani e gli uomini di colore. Non paga di tutto il bene che continua a fare, forse in competizione anacronistica con Madre Teresa di Calcutta, una volta morta una sua amica ne adotta i tre figlioletti e li cresce lei. Non che sia il prototipo di madre perfetta, ma va a finire che rischia di diventare il top di gamma anche lì. E poi conosce quel bonazzo di Sully (iconograficamente, in tutto e per tutto il paradigma dell’uomo sulle copertine degli Harmony, tra poco ve lo dimostro) e dopo seimilioni di casini i due si congiungono nel sacro vincolo del matrimonio – siamo già alla terza stagione. E nella quarta figliano pure!
Ed ecco il bonazzo da immaginario erotico femminile:
Vedono (ha perso anche la figlia neonata), Byron Sully ritrova se stesso presso gli indiani Cheyenne. A una certa – dopo che cercherà di sdraiarsi conquistare in ogni modo la nostra bella dottoressa, Sully diventa anche agente per il governo USA e fa da tramite con i Nativi per i diritti dei quali ha sempre lottato. Insomma, bello, selvaggio, disgraziato e pure impegnato. Mica scemo il Dr Mike…
Elisa Belotti