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Un’Estate fa – La recensione dei primi due episodi: tra VHS e Super Santos

Un’estate fa è una serie Sky Original prodotta da Sky Studios e Fabula Pictures, diretta da Davide Marengo (regista, tra le varie, della serie televisiva Il Cacciatore e il videoclip L’ultimo bacio di Carmen Consoli) e Marta Savina, creata da Michele Alberico (che ha scritto anche L’estate sta finendo di S. Tummolini e Centovetrine) e Massimo Bacchini e scritta da Valerio Cilio (che ricordiamo per la serie Gomorra: La serie), Federico Favot (sceneggiatore di Tutta colpa di Freud: La serie), Michele Alberico e Massimo Bacchini. La serie ha debuttato ieri, 6 Ottobre su Sky Atlantic in prima serata e sarà disponibile sia on-demand che in streaming su NowTV, accompagnandoci per altri 3 appuntamenti (13, 20 e 27 ottobre).

Trama di Un’Estate fa

Si presenta già dal trailer come un thriller transgenerazionale, dividendo infatti il racconto su due linee temporali: la prima, ambientata ai giorni nostri, mentre la seconda ambientata nell’estate 1990 (anno dei mondiali di Schillaci e Maradona). La nostra storia inizia nella nostra linea temporale con il ritrovamento di un cadavere: quello di una ragazza di 18 anni, Arianna (Antonia Fotaras, già incontrata nella serie televisiva Netflix Luna Nera), vittima di un omicidio avvenuto 30 anni prima. La notizia del ritrovamento del suo corpo sconvolge non poche persone, tra cui Elio Santamaria (Lino Guanciale, volto noto della televisione da Che dio ci aiuti a L’allieva, da adulto e Filippo Scotti da giovane), che così provato dall’accaduto fa un incidente d’auto. Un incidente che da un lato lo lascia incosciente nella prima linea temporale, mentre dall’altro lo trasporta direttamente nell’estate 1990. Estate di cui Elio non ricorda nulla.

Ma allora chi ha ucciso Laura Palmer? Ah no, chi ha ucciso Arianna?

Ecco, questo è l’interrogativo che ci accompagnerà per il corso degli otto episodi di Un’estate fa, un po’ a farci rivivere (o almeno proverà) il mistero che accompagnò i fan de I segreti di Twin Peaks negli anni ’90. Per quanto questa serie cult sia una reference, che colloca Arianna come la nuova Laura Palmer, una deliziosa ragazza che cela però oscuri segreti, ovviamente non si tratta di un revival o altro. Sicuramente però, Un’estate fa la si può fin da subito inquadrare come un giallo non convenzionale che ci trasporta con sé in quest’area nostalgica, attraverso i salti nel tempo. Nostalgia che viene percepita anche da chi gli anni ’90 non li ha vissuti, grazie alla bellezza di tutti quei dettagli che degli anni 90’ hanno fatto storia: dalle canzoni (Take on me, Enjoy the Silence, Betty Davis Eyes, per citarne alcune) agli abbigliamenti cult, che tutt’oggi vengono invidiati (tranne la vita bassa, quella non la invidia nessuno, ndr). Tutti, in un modo o nell’altro, conserviamo nel cuore un’estate particolare che ricorderemo sempre o per la gioia o per il dolore. Ed è proprio su questo che gioca la serie: lo spettatore, attraverso l’impatto emozionale di diverse scene, può rivivere anch’esso momenti a lui più cari. E qui cade quello che potrebbe essere un secondo punto forte della serie: cercare di avvicinare gli spettatori il più possibile, giocando coi loro ricordi e i sentimenti, non solo farli affascinare e incantare da un semplice giallo (che di semplice, comunque, non sembra avere niente).

Un'estate fa (640x360)

Un mistero nel mistero

La serie inizia con il ritrovamento dell’auto, all’interno della quale vengono trovati una fede nuziale (probabilmente appartenuta ad una donna) e una cassetta, registrata proprio da Elio per Arianna, in cui le dichiarava il suo amore. Due indizi che possiamo presumere essere un anello importante della storia.

Quindi, la cassetta porrebbe come imputato principale Elio, che è sempre stato ritenuto colpevole fin dall’inizio della scomparsa di Arianna, ma adesso anche del suo omicidio. Omicidio che lui stesso vuole cercare di risolvere, sfruttando questa sua nuova abilità di saltare indietro nel passato semplicemente guardando la foto da Arianna, che ha preso al suo funerale. È proprio dal passato che lui vuole ripartire, soprattutto per il fatto che lui stesso ammette di non ricordare nulla, se non del calippo e che prima di mangiarlo bisognava fare una manovra particolare con le mani per scioglierlo un po’. Ricorda di quanto era bello stare insieme, delle tende che ci volevano ore per montarle e un istante per smontarsi. Dell’odore della brace alle cinque del pomeriggio (e non solo quello della brace). L’arancione del Super Santos e la frenesia di vincere a schiaccia sette.

Poi per il resto, blackout totale. Di quell’estate neanche noi sappiamo nulla. Un mistero nel mistero proprio perché veniamo abbracciati subito da diversi interrogativi, ma ovviamente quelli più incalzanti sono sicuramente perché Arianna è stata uccisa? Perché Elio non ricorda nulla proprio di quell’estate?

Mistero che intende risolvere anche l’ispettore Zancan (Paolo Pierobon, visto già in diverse serie come Rosy -Abate – La serie; Distretto di Polizia), che fin da subito è convinto della colpevolezza del protagonista, che vuole dimostrare in tutti modi. La sua figura dell’ispettore è quella classica: un uomo distinto, che sta nel suo e che è convito fino al midollo della sua prima impressione. Avrà ragione o sta completamenete sbagliando strada?

L’importanza dei ricordi

Dalle informazioni che otteniamo in questi due episodi, Elio ha subito un trauma quell’estate che gli ha fatto perdere la memoria e, inoltre, clinicamente parlando, c’è familiarità con malattie mentali/neurodegenerative, come capiamo dal discorso col Dottore. Memoria che sembrerebbe vacillare nuovamente, a seguito dell’incidente d’auto. Da quel momento in poi tutto cambia, il suo modo di vivere stesso cambio. Elio si sente come in uno stato di sonnambulismo, durante il quale da un lato ritorna indietro, rivivendo ciò che è accaduto quell’estate, mentre dall’altro (nella linea temporale odierna) continua a vivere, ma assente, cosa che capiamo proprio quando Isotta (Nicole Grimaudo conosciuta dai tempi di R.I.S. – Delitti imperfetti), l’attuale moglie di Elio glielo dice “tu ti assenti”. Questa è un’informazione importante anche per noi spettatori, perché capiamo che questi sono dei veri e propri flashback che aiutano non solo noi a inquadrare la fatidica estate (appunto un’estate fa) e che, cinematograficamente parlando, sono un espediente narrativo sfruttato e attuato in maniera conscia. Non è semplicemente un momento buttato lì, come capiamo anche più avanti nel corso della narrazione, ma è un po’ come quando capita anche a noi di fare azioni quotidiane tranquillamente, ma con la testa altrove rinvangando pensieri e ricordi che pensavamo di aver sotterrato. Però, alla fine, è sempre così ci sono che seppelliamo e altro che decidiamo di tirare fuori. Ed è proprio che da questo pensiero che continuamente salta fuori nella testa di Elio che parte effettivamente la nostra storia.

Ci troviamo quasi alla fine del secondo episodio ed Elio decide di fare un passo importante: ricordare. Ricordare cosa effettivamente è successo in quell’estete. Vuole sapere ogni minimo dettaglio, ogni minimo secondo di quello che ha vissuto. Questo però gli è possibile solo se aiutato. Infatti decidere di intraprendere questo viaggio nel passato insieme a quelli che erano i suoi grandi amici al tempo, Carlo (Alessio Piazza da adulto e Tobia De Angelis da giovane), che durante questi 30 anni ha preso i voti ed è diventato prete (prete che ha anche celebrato il funerale di Arianna), e Costanza (Claudia Pandolfi – altro volto noto della serialità italiana, conosciuta con Distretto di Polizia – da adulta e Martina Gatti – conosciuta in Skam Italia – da giovane), che ne ha passate tante in questi anni, passando da una riabilitazione all’altra, fino ad aprire uno studio di tatuaggi. In questo passaggio otteniamo un’altra informazione: non solo Elio non ricorda nulla di quell’estate, ma successivamente a questi avvenimenti ignoti tutto quel grande gruppo di amici si è sciolto. Perché? Cosa ha scombussolato l’equilibrio tra gli amici di una vita?

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Una corsa contro il tempo

Il tempo è sicuramente uno dei protagonisti indiscussi della serie. In questi due episodi saltiamo da un tempo presente, raffigurato leggermente cupo con colori freddi, quasi ad avvolgerci nel mistero che stiamo iniziando a vivere, ad un tempo passato, invece più colorato, più caldo e più spensierato, anche se di spensieratezza notiamo, man mano, ce n’è ben poca. Infatti, veniamo a conoscenza di un Arianna che non era così tranquilla, ma sembrava nascondere qualcosa più grande di lei. Ma ovviamente, sappiamo ancora troppo poco, possiamo solo iniziare a dubitare di qualcuno e iniziare a scagionare qualcun altro, nulla più. Cosa sicura è che ricordo dopo ricordo la curiosità sale e le domande si accumulano: Elio adesso non è il solo che vuole sapere, ma anche noi.

È lecito, dopo aver visto i primi due episodi, chiedersi se i viaggi temporali di Elio siano effettivamente un semplice espediente narrativo per rivivere i ricordi, a farci venire a conoscenza della storia per intero, o se siano qualcosa in più. Possono essere effettivamente una sorta di stargate che gli permette di manipolare il passato? Questa cosa la capiamo, o per meglio dire, lo possiamo presumere quando, verso metà del primo episodio vediamo un Elio giovane, ma con la mente dell’Elio adulto, in una scena abbastanza divertente, ordinare uno spritz, cocktail che fino agli inizi degli anni 2000 era solamente di uso comune nel nord Italia (e che è quindi roba futuristica da chiedere nel camping pugliese). Dopo ciò si mette a giocare con gli amici a biliardino (o calcio balilla per molti) e a scattare una fotografia in gruppo con gli amici, con sullo sfondo questo spritz. La scena si chiude con un bel primo piano, quasi aesthetic come definirebbe la nuova generazione, cosa che ci fa capire che bisogna evidenziare questo bicchiere come un particolare ai fini narrativi: infatti, proprio questo bicchiere di spritz appare sullo sfondo della fotografia che Elio riguarda durante l’episodio. Quindi, come può un cocktail all’epoca sconosciuto, che il giovane Elio non avrebbe mai preso se non con l’anima dell’Elio adulto, essere immortalato in un ricordo degli anni ’90? Questo è un altro incipit da cui parte il protagonista per ricordare e capire cosa c’è dietro a questo giallo. Difatti, da questa scoperta in poi si innesca in Elio non solo la voglia di sapere, ma anche la voglia di riuscire ad avvisare e, chissà, magari riuscire a salvare l’amore della sua adolescenza.

Cosa ci dobbiamo aspettare da “Un’estate fa”?

Un’estate fa ha fatto un bel debutto nel panorama televisivo. Per quanto la storia di per sé sia drammatica, la serie si presenta come fresca, giovanile e ben pensata. I primi due episodi hanno rispettato quello che potremmo dire le regole di una buona serie: ci ha inquadrato dei personaggi che hanno molto da dire; una storia che riesce ad incuriosire chi la guarda; un’ambientazione riportata in vita con lo spirito giusto dell’epoca, che riporta nei cuori quella bella nostalgia, quella che fa rivivere le nostre distorie, quelle più intense e nascoste, che sempre porteremo nel cuore.

Dimostra avere un bel potenziale, che speriamo un’estate fa non deluda queste aspettative che ci ha lasciato, ma questo potremmo dirlo solo a serie conclusa. Quindi non ci resta che continuare a guardare e vedere dove ci porterà questo nuovo viaggio tra presente e passato.

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