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5 momenti di Twin Peaks che mi levano il sonno ancora oggi

Che altro c’è da dire su Twin Peaks? Una serie semplicemente rivoluzionaria, che ha segnato un prima e un dopo nella televisione. L’incipit più famoso di sempre, con la povera Laura Palmer avvolta nella plastica, ci porta a pensare che sia un classico giallo, ma è un mix molto più complesso che fonde dramma, commedia, surreale, grottesco, realismo, sovrannaturale e horror. Già, perché Twin Peaks è terrificante, non tanto per la violenza gratuita o il sangue, anche perché sono assenti, ma soprattutto per il tono e l’atmosfera inquietante e, in poche parole, inconfondibile. Ed è proprio questo su cui, e adesso vi parlo in prima persona, mi concentrerò nel pezzo, andando ad analizzare quelle scene – con varie menzioni sparse in ogni punto – che sono state così spaventose che, ancora oggi, trovo difficoltà nel guardarle. Abbracceremo sia la serie originale che il suo geniale ritorno nel 2017, proprio dopo quei venticinque anni profetizzati dal doppelganger di Laura. Non toccherò il film perché colpevolmente ancora non l’ho visto.

Dunque, non perdiamoci in ulteriori chiacchiere e andiamo a vedere assieme i 5 momenti di Twin Peaks che mi tolgono la voglia di dormire tutt’oggi. Con tanto di video annessi. E chissà, magari sono anche i vostri.

1) Maddy vede BOB (2×02)

Quando ho letto il titolo dell’articolo, la mia mente si è diretta subito verso questo agghiacciante momento di Twin Peaks.

Una delle scene più spaventose di sempre, in primis perché ci fa sperimentare il terrore e l’impotenza di quella paralisi del sonno che non vorremmo mai provare. Infatti, osserviamo tutto dalla soggettiva di Maddy, attraverso una sinistra inquadratura dal basso. Mentre l’atmosfera diviene minacciosa, entra BOB nella stanza. Panico. Vorremmo scappare, ma siamo bloccati dalla paura. E BOB guarda Maddy, guarda noi. Si muove lentamente, striscia sui mobili e sul divano in maniera disumana, animalesca, quasi demoniaca. Il modo in cui viene ripreso acuisce il nostro terrore, perché diviene sempre più grande e imponente man mano che si avvicina. Questo sconosciuto viola la nostra sicurezza domestica; è così tangibile che possiamo toccarlo, ma non ci riusciamo. E, come Maddy, spalanchiamo gli occhi e urliamo. Né Donna né James capiscono, perché BOB è già sparito.

Mi vengono i brividi al solo scriverlo. Ed essi aumentano se penso a come Maddy viene uccisa, in una sequenza di horror prolungato e incessante, fissa nei miei incubi. BOB si impossessa di Leland, attacca brutalmente la ragazza che tenta di scappare, con quell’alternanza tra rallenty e accelerazioni che amplifica l’inquietudine della scena. In agonia per le percosse, Maddy viene costretta a ballare con Leland, mentre il suo volto si scambia con quello di un BOB in preda alla lussuria. La minaccia di una violenza è così imminente che viene la nausea. No, non ci siamo ancora ripresi. Almeno non io.

2) Il sogno di Ronette (2×01)

Ronette non pensava che quella serata di sesso, droga e divertimento con Laura Palmer si sarebbe trasformata nel suo incubo peggiore. Seppur sopravvissuta, il trauma di aver visto l’amica morire e di poter fare la stessa fine la devasta e la segna nel profondo. È in coma nella prima stagione, ma all’inizio della seconda sembra risvegliarsi. Non prima di aver rivissuto in un sogno la notte dell’omicidio; una scena che da sola è più spaventosa, inquietante e scioccante di centinaia di film dell’orrore.

Già che il momento inizia inquadrando i lunghi, silenziosi e deserti corridoi dell’ospedale di Twin Peaks non è incoraggiante. Poi la camera inizia a muoversi, facendoci entrare in questo lungo crescendo verso l’horror e la follia. Attraverso rapidi tagli e dissolvenze da un’inquadratura all’altra, vediamo BOB uccidere Laura, un promemoria dell’inferno personale di Ronette. I volti sono inframezzati dalla luce pulsante; BOB ride maniacalmente, quasi ulula al cielo con un suono che non ha niente di umano ed è su di lui che si stampano i titoli di coda dell’episodio. È una nota di chiusura davvero agghiacciante per una puntata già di per sé inquietante.

Ma non è nemmeno BOB la parte più spaventosa, quella che mi rende ancora oggi difficile rivedere quella scena senza tapparmi gli occhi. È la faccia insanguinata di Laura che mi fissa, che urla tutto il dolore che sta provando, a farmi davvero rabbrividire. Un’immagine che è rimasta e rimarrà per sempre impressa nella mia mente.

3) Cooper nella Loggia Nera (2×22)

Cooper è nella Loggia Nera, non riesce a uscire da questo claustrofobico labirinto. Torna nella stanza dove ha parlato con Laura e lei è sempre lì, nella stessa posa, con gli occhi vitrei. Laura gracchia le parole “nel frattempo”, prima di rilasciare un urlo raccapricciante, che continua anche dopo che Cooper è uscito dalla stanza. È chiaro, lei è una doppelganger, eppure rilascia tutta l’angoscia e la rabbia dell’originale, buttandola addosso non solo al protagonista ma anche a noi. Ricordo che la prima volta che vidi questa scena cercai di indietreggiare, pur essendo seduta sul divano. Perché era come se lei, fusa con BOB perché le movenze sono simili, stesse venendo per me. E ci mancava poco che mi mettessi a urlare anche io.

E quando Cooper esce da quel luogo, le cose sono ben diverse in Twin Peaks.

Visibilmente scosso e silenzioso a causa del suo viaggio nella Loggia, l’uomo va in bagno. Ecco che si scatena improvvisamente l’inferno. Sbatte la testa contro lo specchio volontariamente – e io sobbalzai a questa scena – e, con il volto insanguinato e un sorriso inquietante, si gira verso la camera chiedendo “Come sta Annie?”. E allo specchio, il riflesso di BOB è ben visibile. No, Cooper non era scosso; non era proprio lui, ma quel doppelganger malvagio che in The Return sarà Mister C. Così finiva all’epoca la serie: cupamente, inquietantemente e spaventosamente.

4) Twin Peaks: The Return parte 8

Twin Peaks

Agganciamoci al punto precedente, dove ho parlato di The Return. Già non era iniziato in maniera allegra, con quelle minacce sovrannaturali che escono dell’ombra, che non hanno più bisogno di possedere corpi umani per manipolare gli eventi; basti pensare alla figura grigia che spunta fuori da una scatola apparentemente vuota, uccidendo quella coppia sfortunata.

Però, è l’ottavo episodio di Twin Peaks: The Return che davvero non posso dimenticare. E sono convinta nemmeno voi.

David Lynch e Marc Frost esaminano l’origine del male nella serie, rispondendo alle nostre domande con una puntata che evoca terrore, inquietudine e attinge da più fonti per farlo. Dalla prima detonazione di una bomba nucleale nel cosiddetto Manhattan Project, nascono e prendono forma BOB e dei boscaioli barbuti che portano avanti un vero e proprio massacro, uccidendo un giovane receptionist e frantumando il cranio di un DJ radiofonico, solo per trasmettere il loro minaccioso e ripetuto messaggio. L’estetica monocromatica rende la sequenza incredibilmente inquietante e le loro azioni li ergono a forza malvagia e distruttiva, direttamente associata alla Loggia Nera. Non siamo solo inorriditi dalle loro gesta passate, ma terrorizzati da ciò che potrebbero fare in futuro.

Per non parlare di quella rana/insetto che si fa strada in una stanza, raggiunge una ragazza che sta dormendo e striscia giù per la sua gola, in quello che è il momento più nauseabondo di orrore corporeo in Twin Peaks . 

5) Leo Johnson si sveglia (2×21)

Leo Johnson è un s****o con la S maiuscola: ad esempio, fornisce droghe ai teenager, commette incendi dolosi e omicidi, abusa emotivamente e fisicamente di sua moglie Shelly. Il suo diventare un vegetale dopo il colpo di Hank, il fatto che Shelly lo trascuri e lo prenda in giro con Bobby sembrano delle perfette punizioni karmiche.

E per tutto il tempo in cui era in stato catatonico mi chiedevo: “E se si svegliasse?’. Non ho dovuto aspettare tanto perché succedesse. In una sequenza di puro slasher, Shelly è nella sua casa. La musica va e viene, ci sono intermittenti e brevi blackout, strani rumori e inquietanti ombre si alternano, la bambola di un inquietante clown è sul letto, la sedia di Leo è girata in modo da vedere lo schienale in stile Psycho. Shelly la ruota, Leo non c’è. Perché è proprio di fronte a lei, che sorride come un maniaco mentre brandisce un’ascia. Ed è ancor più terrificante perché il modo in cui è vestito e truccato ricorda un pagliaccio. Ne seguirà poi un inseguimento in cui Shelly viene aiutata da Bobby a salvarsi dalla furia di Leo che, ferito, se ne va zoppicando nella notte, lasciando tutti, personaggi e noi, gravemente scossi.

Sarà pure un horror più convenzionale rispetto ad altre scene di Twin Peaks, ma ho un tempismo tale nella suspense e nel montaggio che mi fa saltare ancora dalla sedia. Un minuto dura la scena prima dell’inseguimento, ma tanto basta per portarmi al limite.

Non è stato facile giungere alla conclusione di questo pezzo, soprattutto perché rivedere quelle scene di Twin Peaks non mi aiuta a conciliare il sonno. Ma forse, non vederle sarebbe peggio, perché mi sarei persa un vero e proprio capolavoro, che nessuno di noi potrà mai comprendere fino in fondo. E va bene così. Dunque, non mi resta che lasciarvi la parola, chiedendo la vostra opinione e soprattutto: quali sono i momenti di Twin Peaks che vi levano il sonno?