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The Cry 1×01 – Tra caos e silenzio

“Due facce. Due Joanna.”

Ebbene sì, il primo episodio di The Cry è andato in onda ieri sulla BBC One dopo diverse settimane di pubblicità da parte dell’emittente.

Possiamo definirla senza paura una delle miniserie più attese di questo autunno, già molto discussa quando le riprese erano ancora in corso. Eravamo impazienti di assistere alle vicende dei personaggi interpretati da Jenna Coleman ed Ewan Leslie.

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La trama è molto semplice: Joanna e Alistair sono una coppia che ha da poco avuto un bambino, Noah. Lui lavora molto e lei deve occuparsi del figlio tutto il giorno, trovandosi in perenne stato di stress e stanchezza. Tutto questo fino a quando un drammatico evento sconvolgerà la loro vita e il loro matrimonio: la scomparsa del piccolo Noah.

The Cry è un thriller psicologico che propone due piani di narrazione allo spettatore.

Ha come base le dinamiche relative al rapimento del bambino e le sfrutta come punto di partenza per analizzare da vicino tutto ciò che riguarda i genitori, il cui matrimonio verrà minato dalla tragedia e dalla pressione mediatica.

Inutile dirlo: se cercate una serie che sia in grado di mostrare quali siano le reali conseguenze di un trauma tanto forte in una famiglia apparentemente normale, non potete assolutamente perdervi The Cry. La vicenda è tratta dall’omonimo romanzo di Helen FitzGerald ed è composta da quattro episodi. È appena iniziata ma già in molti danno per scontata la candidatura della protagonista a premi prestigiosi come i BAFTA. Vedremo!

Da qui in poi ci saranno spoiler sulla puntata, perciò se non l’avete già vista correte a recuperarla… poi tornate qui.

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L’episodio si sviluppa su tre piani temporali differenti, ma questo non lo rende difficile da seguire, anzi.

Il primo racconta di come Alistair e Joanna si sono conosciuti e messi insieme. Veniamo a conoscenza che lui è in realtà un uomo sposato e con una figlia. La moglie lo scopre a letto con Joanna e decide di trasferirsi a Melbourne e portare via la bambina con sé. Ovviamente Alistair non prende bene la cosa.

Il secondo filone narrativo di The Cry racconta delle fatiche di Joanna. La donna è costretta a prendersi cura da sola di Noah perché il marito è molto impegnato in ambito lavorativo (e questo lo fa sentire autorizzato a ignorare i bisogni della sua famiglia), inoltre si trova ad affrontare una palese depressione post-partum.

Joanna è stanca, stressata e sola. Potremmo tranquillamente definirla una madre disperata che non riceve aiuto e non riesce neppure a chiederlo. Un dramma piuttosto attuale che molte persone affrontano. In un punto molto significativo dell’episodio farà capire di sentirsi inferiore a tutte le madri che incontra per strada e che riescono a fare stare bene i loro figli. Lei sente di non essere all’altezza. Sente di non essere abbastanza brava, di essere un fallimento come moglie e come madre. La vedremo scivolare verso una lenta e profonda apatia nei confronti di tutto ciò che la circonda, soprattutto del piccolo Noah, tanto da arrivare ad abbandonarlo a piangere in un’altra stanza pur di dormire qualche ora.

Tutto ciò culmina a Melbourne quando i due coniugi si allontanano momentaneamente per andare al supermercato, lasciando il bambino da solo in macchina.

Al loro ritorno il piccolo non c’è più.

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Infine, il presente: Joanna è seguita da una psicologa per una valutazione psichiatrica e successivamente viene processata per il rapimento di Noah.

La vediamo seguita dai paparazzi, finirà persino in televisione dove il marito le chiederà di piangere per fare più audienceEd è qui che gli autori tendono a sottolineare una verità troppo spesso sottovalutata: il parto può essere un’esperienza traumatica per una donna, tanto da farla cadere in depressione. Un rapimento può distruggere completamente una famiglia e far crollare definitivamente la sanità mentale di una donna già provata dalle sofferenze derivanti dal mettere al mondo un bimbo.

Joanna era talmente stanca di prendersi cura del figlio che non riesce neppure a piangere quando trovano la macchina vuota. Non è capace di correre a cercarlo, di urlare, come fa il marito.

Rimane semplicemente lì, immobile, ad ascoltare per la prima volta il silenzio.

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The Cry mostra la storia di due Joanna.

La madre costretta a farsi vedere sconvolta per la perdita del figlio e la madre che affronta in privato la depressione post-partum, un disturbo dissociativo della personalità e il rapimento del suo bambino. Jenna Coleman riesce a impersonare alla perfezione questa ambiguità.

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