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Spinning Out, la recensione della prima stagione

Attenzione: l’articolo che segue contiene spoiler sulla prima stagione di Spinning Out

Parlare di bipolarismo non è sempre facile, perché il rischio concreto di cadere in stereotipi, estremismi e superficialità è sempre dietro l’angolo. Non è ciò che accade in Spinning Out, la nuova serie targata Netflix, uscita il primo gennaio 2020. In dieci episodi si ha uno spaccato crudo e reale della vita di una ragazza che deve fare i conti col proprio bipolarismo e con quello della madre (ci sono anche altre serie tv che parlano di salute mentale, le trovate qui). Ma non è solo questo: Spinning Out è un viaggio nella lotta interiore che ognuno deve combattere contro i propri demoni, è una ricerca di equilibrio quando tutto sembra caos, è la dimostrazione che lo sport – in questo caso il pattinaggio artistico su ghiaccio – può ricoprire un ruolo rilevante in tutto questo.

Le vicende ruotano attorno al personaggio di Kat Baker, una pattinatrice sul ghiaccio che dopo un incidente in pista non riesce più a pattinare come un tempo: la paura la paralizza e le impedisce di compiere tutte le figure artistiche. Questo è soltanto una delle molte difficoltà che costellano la vita di Kat. La ragazza infatti è affetta da bipolarismo, proprio come la madre, anche se esiste una sostanziale differenza tra le due. Inizialmente, infatti, la madre viene presentata come una donna irresponsabile e incapace di gestire una famiglia, tanto da rifiutarsi di prendere le medicine che dovrebbero arginare le conseguenze del suo disturbo. Kat, invece, sembra essere dotata di un maggior autocontrollo, e si cura a dovere.

spinning out

Ma non è facile tenere a bada i propri demoni interiori: Kat è autolesionista. Quando sente crollare il mondo attorno a sé, affonda i denti nel braccio fino a che non compare il sangue. Inoltre, per lei è particolarmente difficile mantenere relazioni durature con le persone. Non si presenta agli appuntamenti, che siano romantici o di amicizia. Tiene tutti lontano da sé.

Kat e Carol, questo è il nome della madre, vivono insieme a Serena, la sorella minore di Kat. Serena non ha alcun disturbo, ma la sua vita con madre e sorella e tutt’altro che facile. Le dinamiche tra le tre donne sono un punto cardine della serie. Per via dell’irresponsabilità della madre, Kat si fa spesso carico dei problemi della sorella, diventa una sorta di sostituta di Carol e cerca di arginare anche i guai di quest’ultima. Quando diventa troppo, però, anche Kat esplode. La fragilità e la difficoltà di questa famiglia vengono rappresentate sullo schermo in tutta la loro crudezza. Nulla viene addolcito. Tutto è mostrato così com’è. La conseguenza è che lo spettatore più sensibile può sentirsi quasi male durante alcune scene, specialmente quelle che mettono in risalto il disturbo di Carol, la figura che dovrebbe rappresentare un punto di riferimento per le proprie figlie, ma che nei fatti diventa un peso.

Spinning Out - serie tv

Spinning Out però riguarda anche e soprattutto il pattinaggio artistico su ghiaccio, ed è proprio questo il punto che accomuna Kat, Serena e Carol e che muove tutte le vicende.

Carol, da giovane, è stata una pattinatrice sul ghiaccio e ha trasmesso la sua passione alle figlie, non in un modo sano e costruttivo, ma come una sorta di obbligo. Kat e Serena, quindi, si sentono spesso sotto pressione. Sanno che mamma Carol esige la perfezione e le punisce se gli allenamenti o le gare non vanno come vuole lei. Nonostante questo, per Kat il pattinaggio è tutto ed è una grande sofferenza non riuscire più a pattinare come si deve dopo l’incidente. Per questo Dasha, una coreografa russa, propone a Kat di allenarsi per il pattinaggio in coppia, promettendole che di lì a due anni l’avrebbe portata alle Olimpiadi. Il problema? Kat dovrà allenarsi con Justin, ragazzo con cui tempo prima ha avuto una relazione. Anche Justin ha alle spalle una storia complicata: la madre è morta e suo padre ha una nuova compagna.

Un altro nodo fondamentale di Spinning Out, dunque, è il rapporto tra Kat e Justin che devono trovare un punto di incontro e che – questo lo si può immaginare fin da subito – diventeranno più che amici. Ma dall’altra parte c’è Marcus, un collega di Kat (lavorano in un bistrot) che è palesemente innamorato di lei. Entrambi ignorano il fatto che Kat sia bipolare, così come accade a Jenn Yu: la ragazza, pur essendo la migliore amica di Kat fin dall’infanzia, non conosce molti dei segreti della protagonista.

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Mantenere il segreto oppure no? Questa diventa una questione centrale in Spinning Out. La serie infatti mostra come sia difficile andare avanti tenendo tutti i problemi nascosti, non fidandosi degli altri.

Molti dei guai in cui finisce Kat nascono proprio dal fatto che lei non abbia rivelato a nessuno di essere bipolare. Questo sia per volontà sua che per volontà di sua madre, che a sua volta non vuole far conoscere a nessuno la sua condizione. L’unica custode del segreto è ovviamente Serena, che però non riesce a sopportarne il peso e cerca vie d’evasione che la porteranno ad avere delle relazioni con uomini più grandi di lei, nel tentativo di trovare una figura di riferimento. La figura di Serena è importante proprio perché fa vedere come sia complicata anche la vita di chi ha a che fare con persone affette da bipolarismo e non solo di chi ne soffre in prima persona. Spesso si focalizza l’attenzione su chi ha una patologia, ma non su chi gli sta intorno. Questo fa di Spinning Out una serie che mostra un quadro dettagliato di una situazione sicuramente difficile da raccontare.

A riprova di questa completezza, la serie non ci mostra soltanto i problemi della famiglia protagonista, ma anche le situazioni dei personaggi secondari. Jenn Yu, ad esempio, nei primi episodi compare come “spalla” di Kat , ma acquisisce un suo spessore e una sua autonomia col prosieguo della stagione. Jenn ha principalmente due problemi: si sente un’eterna seconda – in quanto Kat ha sempre avuto dei risultati migliori di lei nel pattinaggio – e si sente oppressa dalle aspettative della propria famiglia.

I genitori di Jenn ambiscono ad avere una figlia campionessa, anche se a Jenn non importa tanto del pattinaggio.Inoltre, la ragazza ha da tempo dei dolori a una gamba, ma non lo rivela a nessuno per non dare delusioni alla propria famiglia. Entrambe sono tematiche in cui è facile rispecchiarsi, capita di non sentirsi mai primi e di mettere da parte i propri sogni e le proprie paure per non deludere gli altri.

Non sono solo i problemi dei ragazzi a comparire sullo schermo, ma anche quelli degli adulti. Oltre a Carol e ai genitori di Justin, emergono le vicende di Dasha, la coreografa. Come nel caso di Jenn, inizialmente la donna compare come un personaggio marginale che però acquista progressivamente più importanza. Questa scelta probabilmente è stata fatta per introdurre le varie tematiche in maniera graduale e senza confondere lo spettatore buttando subito tutto in pentola. Dasha deve fare i conti con una malattia che la sta rendendo cieca e deve trovare il coraggio di operarsi. Inoltre, fantasmi del passato si ripresentano nella sua mente: da ragazza, Dasha si è innamorata di una donna che è ancora nei suoi pensieri, ma che, alla fine, si è sposata con un uomo. Dasha scopre che la donna è ormai vedova, ma come mettersi in contatto con lei? La coreografa dovrà modernizzarsi e capire come usare un noto social network…

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Sono dunque moltissime le situazioni che vengono presentate da Spinning Out e verso la fine quasi tutti i nodi vengono districati, anche se rimane aperto uno spiraglio per una seconda stagione.

Dato il tipo di tematiche, la serie si mantiene quasi sempre su un registro serio anche se non mancano i momenti di ilarità, primo fra tutti quando Carol pesta in maniera brutale l’uomo che ha sedotto e ingannato Serena… se in alcuni momenti della serie non abbiamo sopportato Carol, in quella scena abbiamo per forza fatto tutti il tifo per lei.

Il rischio maggiore è quello di lasciarsi ingannare dal primo episodio, il più debole della serie, che non convince per il modo in cui presenta la situazione perché dà l’idea di avere buone basi, ma sviluppate male. Fortunatamente la prima stagione di Spinning Out è un diesel e migliora sempre più. Se ci sarà una seconda stagione – e sembra di sì – ci sarà modo di approfondire lo sviluppo dei personaggi e di capire se la situazione di equilibrio formatasi nel season finale sarà duratura o meno. Attendiamo notizie.

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